5 luglio. Due uomini armati di mazzetta si presentano davanti alle vetrine di un’agenzia viaggi in via della Rocca e provano a infrangerle. I vetri antisfondamento reggono però i colpi dando il tempo alla Polizia di arrivare e arrestare uno dei due uomini per tentato furto; l’altro riesce invece a dileguarsi tra la folla.
4 luglio. Un corteo di circa 200 persone tra occupanti e solidali ha attraversato le vie intorno allo Spazio Popolare Neruda, in zona Pozzo Strada, per protestare contro le minacce di sgombero portate avanti da Questura e Prefettura. L’ex scuola è occupata da qualche settimana e dà casa a decine di famiglie.

Di questi tempi, per chi lotta a Torino basta poco per finire in carcere e passarci qualche mese. Questo sembrano suggerire gli arresti, e le detenzioni che vanno prolungandosi, di Paolo, Erika, Toshi, Marco e Luigi, per reati di lieve entità che almeno fino a qualche anno fa non avrebbero prodotto che qualche denuncia a piede libero.
Non che non ci fossero già stati, ultimamente, diversi segnali di un cambiamento negli equilibri di potere all’interno del Palazzo di Giustizia ad esclusivo favore della Procura, vale a dire dell’ufficio del Tribunale che per sua natura lavora a più stretto contatto con la Polizia e che più degli altri si è assunto il ruolo di affrontare di petto il conflitto sociale in città e nelle valli vicine.
Per limitarci alle operazioni contro chi lotta nei quartieri di Aurora, Porta Palazzo e Barriera di Milano, numerose sono state infatti negli ultimi anni le inchieste confezionate attorno a reati penalmente poco rilevanti, come resistenza e violenza a pubblico ufficiale, grazie alle quali la Procura è riuscita a togliersi dalle scatole, e togliere dalle strade, un gran numero di compagni. Volendo fare i conti in tasca alla Giustizia, scopriremmo che in poco più di tre anni sono stati una trentina gli arresti ordinati e ottenuti dai Pm torinesi e più di cinquanta le misure cautelari “minori” dispensate. Tante inchieste per tanti piccoli episodi: una strategia che sembra fatta su misura per chi vive e lotta nei quartieri a nord della città che si trova spesso in strada a tentar di ostacolare i progetti delle autorità con iniziative estemporanee, come l’opporsi a una retata, o legate tra loro in un progetto più ampio, come per la lotta contro gli sfratti, e che per questo accumula facilmente un buon numero di denunce.
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Più di un mese è ormai passato dal giorno degli arresti di Luigi, Paolo, Toshi ed Erika accusati di essersi opposti a una retata avvenuta a Torino nel febbraio scorso. Luigi e Erika sono attualmente agli arresti domiciliari come Marco, inizialmente sfuggito al mandato di cattura e arrestato dopo qualche settimana, e sono state imposte loro tutte le restrizioni per cui non possono vedere persone diverse dai loro conviventi. Paolo e Toshi sono invece ancora rinchiusi in carceri lontane da Torino. Nella stessa operazione sono stati allontanati dalla città, attraverso dei divieti di dimora, Beppe, Antonio, Mau e Herman.
Visto il protrarsi della detenzione dei compagni, per far fronte al loro mantenimento in carcere e alle spese legali relative al loro procedimento è stato aperto un conto corrente. Per chi volesse contribuire questi sono gli estremi:
IBAN: IT67T0316901600CC0011061808
BIC/SWIFT: CIPBITMMXXX.
Intestato a: Giulia Merlini
Per i versamenti dall’estero potrebbe essere necessario anche l’indirizzo della banca: Istituto Centrale Banche Popolari Italiane, c.so Europa 18 Milano -20122
Vi ricordiamo poi gli indirizzi per scrivere a Toshi e Paolo:
Paolo Milan – c/o C.C. Via Sforzesca, 49 – 28100 Novara
Toshiyuki Hosokawa – c/o C.C. Viale dei Tigli, 14 – 13900 Biella
Attenzione: l’IBAN pubblicato inizialmente conteneva un errore di trascrizione; quello che trovate ora qui sopra è corretto.
26 giugno. Un camper-ufficio della Polizia stazionerà in maniera fissa davanti all’ex Moi. Il presidio, deciso la settimana scorsa in un tavolo per la sicurezza avvenuto in Prefettura, è già operativo da qualche giorno. L’iniziativa è stata accolta con soddisfazione dal presidente della Circoscrizione 9 Giorgio Rizzuto, che commenta: “Ci siamo impegnati per ottenerlo e continueremo a renderci disponibili come punto di dialogo per risolvere la situazione del Moi.”
Un po’ prima di quanto ci si aspettasse è arrivata la risposta del Gip all’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati per Erika, Paolo, Toshi e Marco, ancora in carcere dopo l’esito negativo del Riesame. Se Erika ha dovuto prolungare la sua permanenza nelle patrie galere per un pretesto dovuto a un difetto di forma, e quindi la sua scarcerazione era nell’aria, è arrivata la notizia che oggi, non solo per lei ma anche per Marco è stata convertita la misura custodiale. Entrambi usciranno in giornata per andare agli arresti domiciliari, ovviamente con tutte le restrizioni come già è stato per Luigi. Non ci si poteva di certo aspettare di più; di questi tempi in cui anche un’inchiesta piccola piccola come questa diventa occasione di togliere di mezzo per un po’ alcuni inguaribili rompiscatole, sarebbe stato piuttosto ingenuo pensare che potessero tornare in tempi brevi a piede libero. Non ci stupisce quindi che per Paolo e Toshi ancora non si aprano le porte del carcere.
Per scrivere loro, vi ricordiamo gli indirizzi:
- Paolo Milan – c/o C.C. Via Sforzesca, 49 – 28100 Novara
- Toshiyuki Hosokawa – c/o C.C. Viale dei Tigli, 14 – 13900 Biella
21 giugno. Una trentina di persone ha occupato, con l’aiuto di alcuni solidali, una ex scuola di proprietà della S.p.A. Cassa Depositi e Prestiti, in Via Bardonecchia, abbandonata da un paio d’anni. Lo striscione appeso all’esterno dell’edificio recita “Troppa gente senza case, troppe case senza gente”.

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18 giugno. Gli agenti del Controllo al campo nomadi di strada dell’aeroporto
„commissariato Madonna di Campagna, iControllo al campo nomadi di strada dell’aeroporto
„l V reparto mobile di Torino, il reparto prevenzione crimine e la Polizia Municipale hanno passato a setaccio il campo nomadi di Strada dell’Aeroporto. Il bilancio è di settanta persone identificate, una trentina di automobili controllate, due uomini inottemperanti il decreto di espulsione accompagnati all’Ufficio immigrazione e quattro veicoli sequestrati perchè non assicurati, o perchè già sottoposti a fermo amministrativo.

