6 maggio. Torino. Dentro i locali di Marte, un negozio finanziato dalla Compagnia di San Paolo dove i radical chic possono acquistare prodotti realizzati dai detenuti delle carceri piemontesi, entrano una ventina di persone e interrompono la presentazione di un libro con cori e slogan contro il carcere e in solidarietà con Francesco, Lucio e Graziano. All’evento avrebbe dovuto partecipare anche Marco Bonfiglioli, dirigente dell’Ufficio Detenuti e Trattamento del PRAP di Torino, assente per “motivi personali” ma degnamente sostituito da una sua collaboratrice.
4 maggio. Un poliziotto del commissariato Barriera Nizza, impegnato nella lotta ai parcheggiatori abusivi, lascia in serata la sua auto privata in Piazza Madama, per poi ritrovarla, neanche un’ora più tardi, con una gomma bucata dallo squarcio di un coltello.

Un po’ per aiutare chi volesse partecipare alla discussione che si terrà fra qualche giorno all’Asilo occupato, un po’ per dissuadere chi volesse venire invece a parlar d’altro, vi ricopiamo qui sotto alcuni passi che trattano di insurrezione, lotte intermedie e “nuclei autonomi di base”. Sono tutti tratti da testi di Alfredo M. Bonanno, che giovedì sarà insieme a noi a discuter proprio di questi temi, e sono contenuti tutti in volumi editi dalle Edizioni Anarchismo. Buona lettura e a giovedì. (more…)
Dopo le notizie, filtrate dall’udienza a porte chiuse del 23 aprile scorso, sulle “particolari” condizioni detentive in cui si sono trovati Lucio, Francesco e Graziano al loro arrivo alle Vallette, vi proponiamo ora un resoconto di quanto accaduto fatto direttamente dai tre compagni.
«Carcere delle Vallette 21/4/2015
Ciao a tutti,
da ieri ci troviamo al carcere delle Vallette. Siamo partiti da Ferrara alle 9.00 e dopo 5 ore siamo arrivati a Torino. La trafila usuale di arrivo al nuovo carcere tra matricola, visita medica e casellario, è durata fino alle 18.30.
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Quelle che seguono sono le parole scelte da Lucio e Francesco per raccontare, lo scorso 23 aprile in tribunale, quella notte del maggio 2013 e chiarire che c’erano anche loro a sabotare il cantiere del Tav di Chiomonte.
«Da alcune frasi, rubate alla mia voce, si è voluto dedurre di tutto e di più, si sono esaltati o sminuiti vari passaggi, a seconda del bisogno dell’accusa.
Se prendo la parola oggi è perché voglio ribadire quella che è la realtà.
Io c’ero.
Quella bellissima notte di maggio mi sono incamminato sui sentieri della Valsusa determinato a sabotare il cantiere TAV di Chiomonte.
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29 aprile. Momenti di tensione sotto al palazzo dove si riunisce il Consiglio della Regione Piemonte, in via Alfieri, tra manifestanti delle cooperative addette alle pulizie di Asl e ospedali cittadini e forze dell’ordine. Il presidio era organizzato dalle maggiori sigle sindacali.
29 aprile. «Vendicare le morti in mare» recita la scritta, alta qualche metro, vergata nella notte sui muri dell’Ufficio immigrazione della Questura di Corso Verona.
24 aprile. La polizia ha effettuato alcune perquisizioni e ha consegnato diverse misure cautelari ad alcuni No Tav e persone vicine al Centro Sociale Askatasuna. Le indagini riguardano la giornata di contestazione al vertice europeo dei ministri del lavoro del 17 ottobre e il blocco dell’autostrada avvenuto il 27 gennaio al termine della lettura della sentenza del processo a carico di 53 attivisti No Tav. Due le misure di custodia agli arresti domiciliari; per gli altri obbligo di dimora nel comune di residenza e firme. Per gli indagati del blocco oltre all’obbligo di dimora è stato predisposto anche il rientro notturno.
24 aprile. Nella notte vengono appesi alcuni manichini davanti alle sedi della Lega e dell’ Anpi in via Poggio e del Pd in via Cervino. Le facce di Salvini, Fassino e Renzi appiccicate sui fantocci a testa in giù sono accompagnate dalle scritte: “Lega = fascismo”, “A piazzale Loreto c’è ancora posto”, “Pd = fascismo” e “Ieri ebrei e rom, oggi immigrati e rom. Dalle leggi razziali alle leggi razziste”.