Le retate continuano (e le resistenze pure)

Ancora retate in Aurora, dove ieri sera un paio di camionette cariche di celerini hanno controllato documenti e licenze nel tratto di strada tra il ponte Mosca e corso Emilia. Non è la prima volta che queste vie vengono bloccate dai mezzi della polizia: da mesi i giardini ex GFT sono nel mirino delle pattuglie e prendono spazio sulle cronache dei giornali, e solo la settimana scorsa corso Emilia è diventata teatro di un controllo antidroga con un dispiegamento di forze di polizia decisamente notevole.
Così come non è insolito imbattersi in una retata girando per queste strade, non lo è neppure che qualcuno abbia qualcosa da ridire. E ieri sera alcuni solidali con i senza-documenti, appena avuta la notizia della presenza poliziesca, hanno provato a mettersi in mezzo.

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Controllori feriti

2 febbraio. Tre controllori in borghese finiscono all’ospedale, spintonati da un ragazzo sorpreso senza biglietto a bordo di un bus della linea 18 nei pressi di via Genova. Sul posto sono intervenuti gli agenti di una Volante, che hanno ammanettato il “portoghese” alla palina della fermata. Commentando l’accaduto, alcuni sindacalisti dell’UGL hanno dichiarato che dall’inizio dell’anno sono già una decina i controllori infortunati in incidenti simili, e hanno chiesto nuovamente che il personale GTT possa fregiarsi del prestigioso titolo di Polizia Amministrativa.

Ancora sfratti, ancora a sorpresa

2 febbraio. Ore otto e mezza del mattino, l’ufficiale giudiziario con diversi blindati al seguito si presenta in via Parma bussando alla porta di un inquilino con lo sfratto sospeso da più di un anno per eseguirlo a sorpresa. Nessuno risponde e per la polizia è facile aprire ed entrare nell’appartamento. L’uomo che lì viveva, avvertito dai vicini, fa appena in tempo ad arrivare e fare qualche bagaglio che già ufficiale, agenti della digos e camionette se ne sono andati, lasciandosi dietro un lucchetto e una nuova serratura a protezione dell’appartamento appena sgomberato. Un gruppo di solidali, accorsi alla notizia dello sgombero, assiste a distanza.

Con un martello

31 gennaio. Stazione della metropolitana Bernini. Una donna si avvicina a due emettitrici di biglietti ma al posto di inserire la moneta estrae dalla borsa un martello con il quale colpisce ripetutamente il vetro delle due macchine, sfondandolo. Finito il lavoro la donna si allontana indisturbata. Con un martello in stazione metropolitana Bernini: danneggiate le emettitrici
Damiano De Padova e Salvatore Russo, sindacalisti Rsu dell’Ugl, promettono: “O ci garantiranno sicurezza o sarà sciopero”.

Una rissa

31 gennaio. Due vigili impegnati in controlli stradali in via Nizza intervengono per sedare una rissa iniziata lì vicino ma vengono aggrediti dai due ragazzi che tentavano di bloccare. Arrivati i rinforzi e fermata la colluttazione, i due giovani fratelli vengono portati al Comando: uno sarà arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, l’altro, minorenne, denunciato a piede libero. I due vigili invece sono accompagnati all’ ospedale e i controlli stradali vengono sospesi.

Dopo la sentenza del Processone

29 gennaio. Udine. In risposta alla sentenza di primo grado del “Processone” compaiono numerose scritte sulla sede del Pd di via Joppi: «PD=mafia», «PD devasta e saccheggia», «servi infami», «la valle non si arresta», «No Tav liberi».

Il Pd a Padova

29 gennaio. Padova.  Imbrattata la sede del Partito Democratico di Pontevigodarzere con lancio di uova di vernice rossa e scritte No Tav.

Retatona

27 gennaio. Nel pomeriggio una grossa operazione dei carabinieri investe le strade di Aurora, nel tratto di Corso Emilia compreso tra Corso Giulio Cesare e Corso Vercelli. Decine di uomini e mezzi impegnati, tra i quali anche un elicottero. A farne le spese, questa volta, i senegalesi di zona. Diverse le case perquisite, tutti i negozi africani passati al setaccio, fermati e identificati solamente gli uomini di colore presenti in strada al momento dell’operazione.

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Lavori nel Cie, blocchi fuori

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Periodo di lavori nel Cie di corso Brunelleschi. Per l’ennesima volta si tentano di riparare i danni provocati dalle rivolte dei mesi scorsi e aumentare così la capienza del Centro che ad oggi riesce a tenere rinchiuse non più di una ventina di persone. Ieri alcuni solidali hanno quindi pensato di ostacolare la ristrutturazione del Cie prendendosela con  IL.MA, la ditta di Carignano che si occupa dell’impianto d’illuminazione di corso Brunelleschi. Armati di striscione e volantini hanno bloccato il cancello della ditta per un’ora abbondante impedendo a mezzi e operai di uscire.

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Condanne all’aula bunker (e lacrimogeni sull’autostrada)

Si è appena concluso il primo grado del cosiddetto “Processone No Tav”, il procedimento nel quale 53 compagni sono imputati per la resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena del 27 giugno 2011 e per l’assedio al cantiere di Chiomonte del successivo 3 luglio. Le accuse di lesioni e violenza aggravate, di resistenza a pubblico ufficiale, di danneggiamento e travisamento si sono tramutate in condanne che vanno dai pochi mesi ai quattro anni e mezzo di carcere per 47 imputati. Condanne pesanti, inferiori alle richieste dei Pm Pedrotta e Quaglino – che lo scorso 7 ottobre avevano chiesto 200 anni di carcere complessivi – fuorché per alcuni compagni contro i quali i giudici hanno deciso di calcare la mano più di quanto avesse proposto l’accusa. Sei, in ogni caso le assoluzioni.

All’uscita dall’aula i No Tav presenti al processo hanno invaso la strada e hanno bloccato per una ventina di minuti corso Regina Margherita in tutte e due le direzioni all’altezza dell’aula bunker per protestare contro la sentenza formulata dai giudici.

Un altro appuntamento per reagire a questa sentenza è per questo pomeriggio alle 18 al piazzale della stazione di Bussoleno.

Aggiornamento ore 20.45. Mentre il sito del carcere di Torino è irraggiungibile grazie ad un attacco informatico di Anonymous, l’appuntamento alla stazione di Bussoleno si è presto trasformato in un corteo di circa 250 persone che ha bloccato prima la statale e poi ha tentato di invadere l’autostrada. La polizia è riuscita a mettersi in mezzo per tempo e ad impedire questo primo tentativo, ma è stata presto aggirata da un gruppone di manifestanti che, sparpagliatosi sui prati, ha preso possesso di una delle due carreggiate. L’occupazione dell’autostrada è durata circa mezz’ora, fino all’arrivo di nuovi reparti della celere che l’hanno affrontata a colpi di lacrimogeni e con qualche carica. Sembra che durante gli inseguimenti siano stati fermati 5 compagni, due di loro sono stati rilasciati poco dopo.  Ora l’autostrada è riaperta, ben protetta dai celerini, mentre la statale è ancora bloccata.

Aggiornamento ore 23.30. I tre No Tav fermati durante le cariche sull’autostrada sono stati rilasciati con denuncia a piede libero.

Ascolta un racconto in diretta della serata, trasmesso mezz’ora fa da Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/lacrimogeni-autostrada-27genn2014.mp3]

Aggiornamento 28 gennaio. Nel giro di un paio di notti diverse sedi del PD nelle città di Udine, Tavagnacco, Padova, Mestre, Zelarino vengono imbrattate e ricoperte di scritte in solidarietà ai 47 condannati.