
La scorsa primavera ci aveva provato la Prefettura a proporre la «chiusura temporanea del Centro», ma il Ministero dell’Interno si era fermamente opposto. Non era quindi così difficile ipotizzare che l’ennesima discussione in Consiglio Comunale riguardo la chiusura del Cie non avrebbe portato a nulla di concreto. E infatti nel Cie di Torino non c’è aria di smobilitazione, ma di ristrutturazione. Nel silenzio generale da qualche giorno alcuni operai si aggirano tra le gabbie e hanno trasportato diverso materiale edile all’interno della struttura. Dopo una sommaria ispezione nelle aree distrutte dal fuoco delle rivolte, gli operai hanno iniziato a risistemare alla bell’e meglio l’area bianca, inagibile da mesi dopo gli incendi della scorsa estate.
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Pubblichiamo qui sotto uno scritto redatto da alcuni dei compagni perquisiti in seguito agli incendi scoppiati alla fine di dicembre, prima a Firenze e poi a Bologna, a danno dei cavi del sistema di controllo della linea ad Alta Velocità. Lo pubblichiamo volentieri perché contribuisce a riportare sui binari una discussione che — complici certamente i tromboni della grande stampa, ma pure pesanti e diffusissime fisime di movimento — era deragliata ancor prima di nascere. E le discussioni, quando deragliano, ottengono il contrario di quello che dovrebbero ottenere: avvenimenti altrimenti limpidi si ritrovano sommersi da una àura di sospetto e di mistero posticcia; ipotesi, proposte e chiavi di lettura dei fatti, anziché essere esposte e difese, o criticate, si ingarbugliano sino a risultare incomprensibili ai più; idee complesse e sfaccettate si irrigidiscono, perdendo di ricchezza fino a diventare mantra parrocchiali buoni per ogni occasione; la foga polemica si trasforma in affermazioni delatorie, con dolo o colpa che sia comunque vergognose e inaccettabili.
E pure, da quegli incendi di Natale di riflessioni interessanti se ne posson ben cavare: una occasione da non perdere se la discussione, tornata sui binari, proseguirà. A chiudere, vi abbiamo raccolto sommariamente i link a quanto abbiam trovato scritto in queste due settimane sull’argomento, condivisibile o meno, interessante o meno, doveroso o sostanzialmente inutile, in ordine cronologico inverso. Con una accortezza, però: di ogni contributo ne abbiam fatto un Pdf. La gradevolezza alla vista ne risente, e di molto, ma nessuno potrà cambiare le carte in tavola.
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5 gennaio. Udine. Nella notte compaiono scritte contro il Tav sui muri del Duomo e di diverse strade del centro cittadino.
31 dicembre. Nel tardo pomeriggio un gruppo di solidali con i senza-documenti saluta con fuochi d’artificio i reclusi del Cie di corso Brunelleschi. Allo scoccare della mezzanotte anche al carcere delle Vallette i detenuti possono assistere ad uno spettacolo pirotecnico e sentire le grida di libertà di chi è venuto a salutarli. Da dentro una battitura scalda gli animi dei solidali fuori che rispondono con urla e petardi.

31 dicembre. Pinerolo (TO). Sui muri della sede PD compare la scritta «No Tav No Sfratti» e la porta viene imbrattata con vernice.
È durata appena tre settimane l’accusa di terrorismo che la Procura di Torino aveva mosso il 9 dicembre scorso contro Francesco, Graziano e Lucio. In carcere da luglio perché accusati di aver preso parte all’attacco al cantiere di Chiomonte la notte del 14 maggio 2013, negli ultimi giorni erano stati trasferiti nella sezione di Alta Sicurezza del carcere di Ferrara.
Oggi il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della difesa, annullando l’accusa di “attentato con finalità di terrorismo.” I tre – per ora – restano in carcere perché accusati ancora di detenzione e trasporto di armi da guerra, danneggiamento a mezzo incendio e altri reati minori.
Una settimana dopo la condanna, per Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia sono stati disposti gli arresti domiciliari, con tutte le restrizioni. Scarcerati dunque, ma con il divieto di incontrare chiunque non sia abitualmente domiciliato nella stessa casa.
Ieri anche Lucio, come Francesco e Graziano, è stato trasferito nella sezione AS2 del carcere di Ferrara. Per chi volesse scriver loro, il nuovo recapito è:
Francesco Sala
Graziano Mazzarelli
Lucio Alberti
c/o C.C. via dell’Arginone, 327 – 44100 Ferrara
23 dicembre. Bologna. Forti ritardi sulla linea ferroviaria ad Alta Velocità tra Milano, Bologna e Roma a causa di un sabotaggio ai cavi del sistema di gestione e controllo del traffico, incendiati in quattro diversi pozzetti vicino alla stazione Santa Viola.

Dopo l’ultimo sciopero del mese di ottobre, quando un ingente dispiegamento di polizia aveva impedito il blocco ai cancelli del Centro Agro Alimentare di Torino, i facchini ci provano ancora – ma questa volta a sorpresa e proprio a ridosso del Natale, momento in cui i loro padroni hanno l’occasione di riempirsi per bene i portafogli. Per la verità lo stato di agitazione è stato dichiarato già venerdì scorso: le rappresentanze sindacali interne e il Sicobas hanno infatti chiesto un incontro con i grossisti e le cooperative del Centro Agro Alimentare per discutere delle condizioni di lavoro delle centinaia di facchini, per la maggior parte immigrati, che ogni giorno caricano e scaricano i camion. Dal primo sciopero, riuscito, del 23 maggio scorso il sindacato aveva ottenuto l’apertura di un tavolo di trattativa che ad oggi ha dato ben pochi frutti: le giornate di lavoro sono ancora infinite, l’applicazione del contratto unico rimane un miraggio, il caporalato e le minacce fanno ancora da padroni in Strada del Portone 10. Ecco quindi la nuova richiesta di incontro alla quale le cooperative ed i grossisti non hanno però ancora dato risposta.
E così, nel tentativo di smuovere un po’ le acque e mettere qualcosa in più sul piatto della bilancia, intorno all’una e mezza di questa notte i facchini in lotta si sono materializzati davanti ai cancelli insieme ad un gruppone di solidali ed hanno cominciato a bloccare i camion in entrata. Beffata la polizia, il blocco sta tenendo e i camion non riescono ad entrare nella struttura.
Aggiornamento ore 5,30. Un’ora fa il blocco è stato tolto. Per ore nessun camion è passato e i facchini hanno ottenuto un incontro con le cooperative, i grossisti, la direzione del C.A.A.T e l’assessore Mangone per l’8 di gennaio.
21 dicembre. Firenze. Sabotata la linea ad Alta Velocità da Roma a Firenze: una bottiglia incendiaria danneggia una centralina elettrica al lato dei binari nel comune di Bagno a Ripoli, nei pressi di Firenze. Ritardi per oltre un’ora e disagi sino al pomeriggio.