20 dicembre. Trento. Un corteo di una cinquantina di persone attraversa il centro città. Slogan, interventi, manifesti per ribadire la solidarietà agli arrestati No Tav, di cui tre ancora in carcere, e la necessità di mobilitarsi anche contro il TAV in Trentino.
17 dicembre. Trento. Nel tardo pomeriggio un corteo spontaneo si muove dalla facoltà di sociologia. Lungo il percorso diverse scritte in solidarietà con i quattro No Tav appena condannati per l’attacco al cantiere avvenuto a maggio 2013.

Dopo due ore di riunione in camera di consiglio, la Corte d’Assise del Tribunale di Torino ha condannato Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò a 3 anni e 6 mesi ciascuno, riconoscendoli colpevoli di aver sabotato il cantiere dell’Alta Velocità, ma assolvendoli dal capo di imputazione principale, quello di attentato terroristico, grazie al quale la Procura aveva chiesto una pena complessiva di 9 anni e mezzo.
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16 dicembre. Firenze. Nella notte va a fuoco un bancomat della Crf-Intesa, in solidarietà con i 4 del 9 dicembre.
16 dicembre. Vercelli. Un gruppo di solidali blocca il Tgv proveniente da Parigi e diretto a Venezia, stendendo una catena sui binari e quindi riempiendo di scritte il primo vagone. Il Tgv bloccato ha subìto un ritardo di un’ora e mezza.

Le temperature non si alzano in corso Brunelleschi: nonostante gli operatori si affannino a convincere i reclusi che la caldaia sia stata riparata, l’acqua e i termosifoni risultano appena appena tiepidi. Il guasto al sistema di riscaldamento è avvenuto ormai cinque giorni fa e per oltre tre giorni tutte le aree del Cie, compresi gli uffici amministrativi, sono rimaste completamente al freddo. Di fronte alle risposte impotenti dei gestori del Centro, i ragazzi rinchiusi hanno cominciato ad agitarsi e a minacciare di non rientrare dal cortile; per protesta, nell’area viola, per un giorno il cibo servito è stato rimandato indietro. Il consigliere comunale Michele Curto e il consigliere regionale Marco Grimaldi, esponenti di Sel, dopo essere stati rimbalzati davanti ai cancelli giovedì scorso, previa regolare autorizzazione, sono potuti entrati nel Centro nella giornata di sabato. Seppur il sopraluogo da loro fatto non abbia coinvolto tutte le aree, ciò che hanno visto è bastato alle due anime belle per chiedere la chiusura definitiva del Cie che ospita circa 25 persone. Dopo la visita dei due politici, sono arrivati immediatamente i tecnici per riparare il guasto. Quindi la caldaia è in funzione ufficialmente da sabato ma, ad ora, da dentro ci fanno sapere che la situazione è ancora insostenibile. La domanda che sorge spontanea è se il guasto sia realmente così difficile e costoso da riparare oppure chi dovrebbe occuparsi di risolverlo prende tempo visto il cambio di gestione alle porte. Infatti con il nuovo anno la Croce Rossa dovrebbe uscire definitivamente di scena per lasciare il posto al raggruppamento temporaneo d’imprese composto da Gepsa e dall’Associazione Culturale Acuarinto.
Intanto, se volete contribuire a scaldare l’aria intorno al Centro, segnatevi questo appuntamento per domenica prossima, 21 dicembre.

Scarica, stampa e diffondi la locandina dell’iniziativa.
Aggiornamento 20 dicembre. Nel pomeriggio di oggi il riscaldamento è stato ripristinato e, per ora, funziona.
14 dicembre. Roma. Alla stazione Ostiense un gruppone di solidali blocca un treno ad alta velocità Italo diretto a Torino, che è costretto a partire con un po’ di ritardo e diverse scritte sui vagoni.

13 dicembre. Rovereto. Raccogliendo l’appello alla mobilitazione in tutti i territori lanciato dal movimento No Tav della Valsusa, i No Tav trentini sfilano per le strade di Rovereto con tamburi, pentole e fischietti. Un corteo rumoroso, quindi, lungo il quale vengono srotolati diversi striscioni in solidarietà ai No Tav in carcere e che indicano il sabotaggio come «compagno di chi lotta».
12 dicembre. Trento. Durante la giornata di sciopero generale nazionale, uno spezzone del corteo trentino scende in piazza con uno striscione per gli arrestati No Tav. Una grande scritta, più altre lungo il percorso, i manifesti, gli slogan e gli interventi parlano dell’attacco al cantiere e della sentenza imminente per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Le banche e le telecamere lungo tutto il cammino vengono imbrattate.
Ad un anno esatto dagli arresti di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, e a poco più di una settimana dalla sentenza di primo grado contro di loro, l’accusa di terrorismo viene contestata anche a Lucio, Francesco e Graziano. In carcere da luglio, i tre finora erano accusati “solo” di detenzione e trasporto di armi da guerra, di danneggiamento a mezzo incendio e di altri reati minori cui questa mattina si sono aggiunti anche il 280 e 280bis, l’attentato con finalità di terrorismo. Questa sgradita sorpresa è stata accompagnata dalla perquisizione delle loro celle, con sequestro di vario materiale, e ha comportato anche il blocco dei colloqui. Un familiare e una amica regolarmente autorizzati questa mattina sono stati infatti rispediti indietro e avvertiti che dovranno richiedere una nuova autorizzazione. Non sappiamo ancora se, come già accaduto per i 4, i colloqui verranno bloccati per un certo tempo o se in questo caso si tratterà invece solo di una breve sospensione. Né al momento è possibile prevedere quando e dove i tre verranno trasferiti visto che l’accusa di terrorismo prevede un regime di detenzione di Alta Sorveglianza.
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