Le Poste pt.2

28 Febbraio. Milano. Nella notte distrutti sportelli bancomat e vetrate delle Poste Italiane in via Franco Tosi in solidarietà con i compagni arrestati a Torino e Trento. Qui il comunicato di rivendicazione.

I muri parlano pt.5

28 Febbraio. Lecco. La città si risveglia invasa da numerose scritte in solidarietà ai compagni arrestati a Torino e Trento.

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Il regalo più bello

 

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«Spesso negli anni è capitato di giocare di fantasia, provando a immaginare come e quando sarebbe giunto lo sgombero dell’Asilo. Quanta polizia avrebbe invaso il quartiere quanto avrebbero retto le barricate, quanto avrebbe resistito chi fosse riuscito a raggiungere il tetto, se fosse coinciso con un’operazione repressiva, quale sarebbe stata la risposta fuori.

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Murales

27 Febbraio. Saronno. Nel piazzale dell’ospedale cittadino compare un murales in solidarietà con Silvia e gli altri compagni reclusi.

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Ripetitore

26 Febbraio. Cagliari. Compare la rivendicazione di un incendio, avvenuto due settimane fa, ad un ripetitore in Piazza Maremma in solidarietà con gli arrestati dell’operazione “Scintilla” e contro lo sgombero dell’Asilo.

Bariccopoli

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La celere carica un gruppo di studenti all’interno del Campus Einaudi, il plexiglass li spinge via per allontanarli dal banchetto dei fascisti del Fuan.

Poche ore dopo nello stesso luogo attraverso alcuni interventi dell’incontro “Cosa succede in città?”, momento in cui l’Accademia ha concesso alla realtà di esprimere qualche parola non autorevole su ciò che accade tra le vie di Aurora, emerge qualche sprazzo in più del ruolo della polizia in questi ultimi giorni e nella formazione dei rapporti sociali. Non è un caso che Fabrizio Ricca, consigliere capogruppo della Lega, porti le sue rimostranze all’Università e in varie testate locali contro quest’incontro, sostenendo:

«Forse questi docenti che vogliono capire “cosa succede in città” dovrebbero invitare ai loro appuntamenti organizzati in ateneo anche i rappresentati dei sindacati di polizia».

Ebbene, a una prima lettura quest’affermazione suscita un naturale ghigno, ma se la si riguarda con riferimento a un’istituzione in cui per anni per laurearsi in Scienze Politiche o in Sociologia bisogna imparare come fosse una formula matematica che “la polizia è il dispositivo statuale che deteniene il monopolio della violenza per il mantenimento dell’ordine interno e il rispetto della legge” si è costretti a soffermarvisi un po’ di più perché, checché ne dica la teoria democratica, il discorso di Ricca svela un’attuale quanto orrenda verità: si scopre oggi che sempre più la polizia, cioè il braccio armato dello Stato, può essere considerata come una forza politica, da inserire come le altre forze sociali all’interno di un dibatto. E si guardi bene che Ricca non parla di invitare il questore e la sua conseguente decisionalità ma proprio gli agenti della polizia, come fossero un organo dotato di una coscienza autonoma, per l’appunto politica, che va ben oltre quello che la filosofia del diritto per qualche decennio ha descritto. Fabrizio Ricca di certo esagera e pecca di idiozia a pensare che la polizia sia un attore sociale che vale uno come un individuo e possa essere inserito come il signor Mario Rossi in un fantomatico parterre pluralista, insomma stiamo pur sempre parlando dell’organo per eccellenza dello Stato!

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Enijoy

26 Febbraio. Roma. Lasciati tre congegni incendiari sotto altrettante macchine del servizio di car sharing sponsorizzato Eni. Azione contro il colosso petrolifero italiano e in solidarietà ai compagni in carcere.

Come gli sbirri a merenda

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Fare merenda circondati dalla celere, con i blindati e l’idrante fermi ai vari incroci di Largo Brescia come nel gioco dei 4 Cantoni, costringe a ricordare che in questa porzione di quartiere, è in corso da una ventina di giorni un’occupazione militare. Con tanto di timbri e ordinanza prefettizia.

L’ultima in ordine di tempo riguarda proprio l’iniziativa organizzata ieri pomeriggio, una tra le tante avvenute in solidarietà dopo lo sgombero dell’Asilo e l’arresto dei compagni, contro l’assedio da parte della polizia del quartiere. Gli agenti che hanno spintonato e circondato i primi avventori della merenda hanno infatti ricevuto ordini direttamente dalla Prefettura che vietava qualsiasi assembramento, anche ludico e mangereccio, in quella che lo stesso ufficio governativo non esitava a definire la “zona rossa” attorno a via Alessandria 12. Un tirar fuori i muscoli che non ha comunque sortito gli effetti desiderati dalle autorità cittadine. Nell’angolo nord dello slargo si è imbandita una tavola e si è formato un nutrito, variegato e vociante assembramento di persone.

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Ambasciata

25 Febbraio. Montevideo (Uruguay). Imbrattata nella mattina la facciata dell’ambasciata italiana in solidarietà con i compagni arrestati a Torino e contro lo sgombero dell’Asilo

Fibra ottica

24 Febbraio. Cremona. Messa fuori uso una colonnina della fibra ottica, azione di sabotaggio in solidarietà ai molti compagni reclusi. Qui il comunicato.