19 novembre. Cremona. Nella notte compaiono su una sede del Pd alcune scritte: “Basta Sgomberi”, “PD = Polizia”, “Corvetto Resiste” e “No Tav Liberi”. Infranto anche il vetro blindato dell’ingresso. Il tutto dopo aver manomesso l’impianto di videosorveglianza.

17 novembre. Luca Cianfriglia, presidente di Urban, chiede ai cittadini di fare attenzione a dei falsi volantini affissi negli ultimi giorni sulle fermate degli autobus in Barriera di Milano. Nonostante abbiano il logo di questo comitato, promotore della riqualificazione del quartiere, sarebbero infatti dei falsi realizzati dagli anarchici per mettere Urban in cattiva luce. L’opera del comitato viene infatti associata alla speculazione edilizia, agli sgomberi delle case occupate, ai controlli a tappeto sulle linee dei bus e vengono infine sottolineati gli stretti legami con la Compagnia di San Paolo. Ritenendolo un “caso molto grave”, i volontari di Urban si sono quindi prontamente attivati per staccarli tutti.
18 novembre. Sarà Torino, insieme a Milano, la città in cui le forze dell’ordine inizieranno ad utilizzare lo spray al peperoncino nei servizi di ordine pubblico. La sperimentazione durerà sei mesi, per i primi tre mesi verrà utilizzata un tipo di spray e per i secondi tre un altro, e dovrebbe iniziare a dicembre. Nel frattempo gli agenti saranno impegnati in corsi di formazione di dieci giorni.
17 novembre. Il liceo Volta è occupato dai suoi studenti, che dormono all’interno dell’istituto e hanno organizzato dibattiti e incontri per le giornate e concerti per le serate a venire. Il motivo? Oltre all’opposizione alla riforma sulla “Buona Scuola” lanciata dal governo Renzi e al Jobs Act, il continuo venir meno dell’elettricità a causa dell’introduzione di lavagne interattive che consumano grande quantità di energia.
16 novembre. Via Ancona, sede del consolato romeno e quindi del seggio in cui i romeni residenti a Torino possono recarsi per le elezioni in madrepatria. Alle 20.30 chiudono i cancelli e a una cinquantina di persone che sono restate in fila per tutto il giorno viene impedito di entrare per scegliere il proprio candidato. Il tentativo di fare pressione sui cancelli sfocia in un parapiglia con le forze dell’ordine presenti sul posto sin dalla mattina. Manganelli e lacrimogeni da un lato, bottiglie e cassonetti della spazzatura dall’altro, gli scontri si concludono con l’arresto di un romeno e con quattro feriti, due per parte.
15 novembre. In tarda mattinata, a due passi da Piazza Gran Madre, un imprenditore immobiliare se ne sta seduto sul suo Suv Porsche, e dal finestrino parla con una conoscente. Passa un ragazzo, sfila in meno di un secondo il Rolex d’oro dal polso dell’imprenditore, e riesce a far perdere le sue tracce, nonostante il tentativo di inseguimento da parte di un conoscente del derubato, e la pronta telefonata di quest’ultimo ai Carabinieri.
Durante i cinque mesi trascorsi dalla retata del 3 giugno abbiamo visto emergere alcuni elementi della strategia della Procura di Torino che inizialmente erano invisibili o semplicemente accennati e che ‒ carta dopo carta, notifica dopo notifica ‒ disegnano una strategia giudiziaria ben più complessa e articolata della semplice equivalenza “picchetti antisfratto = violenza a pubblico ufficiale” sulla quale si fonda l’inchiesta e della quale vi abbiamo già parlato.
Ovviamente non possiamo accedere alle disposizioni di servizio impartite dalla Procura all’Ufficio del Gip o ai Giudici del Riesame, ma è chiaro che la semplice contestazione di reati specifici numerosi ma, singolarmente presi, tutto sommato di lieve entità non le poteva bastare; aggiungervi un reato associativo sarebbe stata una strada impervia che, a Torino come altrove, ha fruttato quasi solo brutte figure agli inquirenti negli anni passati. Attenzione però: ciò che si fa uscire dalla porta in sede di mandato di cattura non è detto che non lo si possa far rientrare dalla finestra in seguito con gli aggiustamenti del caso.
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«Tor Sapienza, esempio di architettura concentrazionaria. Piccolo quartiere disperso nell’immensa periferia romana. Case popolari, edifici disposti ad anello, con un unica via di accesso ed un unico bar come punto di ritrovo. Il centro di prima accoglienza (per minori non accompagnati, richiedenti asilo e misure alternative al carcere minorile) lo hanno piazzato lì, al centro della discarica sociale costruita trent’anni fa, ma è corpo estraneo anche ai codici condivisi del ghetto, unico edificio in qualche modo collegabile allo Stato, altrimenti ritiratosi da questo suo lembo estremo. Un edificio in cui vivono dei poveri considerati privilegiati perché hanno tetto e pasti assicurati.
É in questo luogo, che martedì scorso dopo un’assemblea pubblica una parte degli abitanti ha protestato contro il centro di accoglienza ed alcuni lo hanno attaccato con bombe carta.
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15 novembre. Venezia. Compare sul portone d’ingresso del tribunale, la scritta “No Tav Liberi”. Il resto della facciata è invece chiazzato da macchie di vernice rossa.

Nell’Aula Bunker del carcere della Vallette, quattro ore abbondanti di requisitoria sono servite a Rinaudo e Padalino per confermare l’impianto accusatorio costruito contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Attentato con finalità di terrorismo, attentato terroristico con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione e trasporto di armi da guerra, danneggiamento a mezzo incendio e violenza a pubblico ufficiale sono quindi i reati contestati che tradotti applicando le regole dell’aritmetica penale hanno portato i due Pm a richiedere pene di 9 anni e sei mesi per tutti e quattro i compagni. Per quanto riguarda le parti civili invece, Ltf richiede per l’azione di sabotaggio contro il cantiere di Chiomonte la cifra “simbolica” di 50 mila euro, Sap e Avvocatura dello Stato si sono invece riservate di fare i loro conti successivamente.
Mentre in Aula Bunker si davano tutti questi numeri, un lungo corteo ha attraversato le strade di Torino: uno “sciopero sociale” che ha visto manifestare migliaia di persone in più di 20 città. Sotto la Mole, oltre le scritte, gli slogan e gli interventi che se la prendono con le politiche del governo Renzi su scuola, lavoro e casa, molti sono stati anche quelli dedicati alla lotta No Tav, alla solidarietà con Chiara, Niccolò, Claudio e Mattia e al rilancio dei prossimi appuntamenti in vista della sentenza del 17 dicembre.