lunedì mattina

13 ottobre. All’apertura mattutina i dipendenti del supermercato Lidl di via Aosta trovano le vetrine infrante e i muri imbrattati con delle grosse scritte. Da quel che si può capire leggendole, sembra proprio una piccola vendetta contro i guardioni e commessi del market, famosi in tutto il quartiere per i metodi particolarmente violenti con cui trattano chi viene pizzicato a rubare anche solo una fetta di formaggio.

Un pugno nell’occhio

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A Porta Palazzo le trasformazioni del quartiere viaggiano veloci. Già vi avevamo raccontato dello spostamento del mercato abusivo della domenica all’ex Scalo Vanchiglia e del repulisti del Balon, il tradizionale mercato delle pulci che si svolge il sabato tra le vie di Porta Palazzo. Ma per infiocchettare e riqualificare una zona non basta cacciare abusivi, clandestini e spacciatori, è necessario anche liberare quegli spazi e quelle case sottratte alla legalità e al controllo della polizia. E così sotto attacco finiscono anche le case occupate come quella di via Lanino, pugno nell’occhio per i nuovi avventori di queste vie, incastrata tra mobilieri, antiquari e i localini nati da poco che hanno trovato clientela stabile anche tra i giovani frequentatori della scuola Holden.

Spesso però capita che chi occupa una casa sia anche disposto a difenderla.

Questo il volantino che è stato distribuito nei giorni scorsi ai vicini di via Lanino e a chi è solito attraversare queste strade.

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Sotto la pioggia

Ieri, mentre fuori dalle mura del Cie di Corso Brunelleschi un gruppo di solidali con slogan e petardoni faceva sentire il proprio calore ai ragazzi nel Centro, i reclusi nelle aree verde e blu hanno provato a dar fuoco alle loro camerate. Ma mentre nell’area verde la polizia è riuscita a intervenire subito per spegnere le fiamme, nella blu il fuoco ha lambito tutta la struttura e per domare l’incendio si è quindi reso necessario l’intervento dei pompieri. Nonostante le stanze fossero annerite e bruciacchiate, alcuni dei ragazzi hanno passato lì la notte, altri sono stati invece smistati nelle altre tre aree ancora agibili.

Un sabato da Baricco

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La Scuola Holden ieri ha festeggiato il suo primo anno per queste strade con la presentazione di un docu-film sugli espedienti di viaggio di chi non ha i documenti. Mentre dentro si sprecano parole pietistiche sulle stragi di Lampedusa, poco più avanti, ai giardini di via Montanaro, ecco l’ennesima caccia all’uomo atta a ripulire la zona per giovani scrittori, designer e investimenti hi-tech. Risulta certamente facile guardare le immagini delle stragi in mare in un bell’edificio ristrutturato come la scuola in questione, sentire la coscienza ripulita dal facile colpo di spugna dei democraticismi dell’antirazzismo; questione ben più onerosa è invece quella di lottare affinché chiunque possa attraversare frontiere o la strada sotto casa senza essere deportato o arrestato.

A chi entrava nella Holden di Baricco è stato distribuito questo volantino, che cerca di chiarire la complementarietà tra il securitarismo alle frontiere e le politiche sull’immigrazione che si articolano in città, soprattutto nei quartieri in cui circolano i discorsi della riqualificazione.

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Toshi e Marianna ai domiciliari

Dopo più di quattro mesi in carcere ad Aosta, Toshi è da oggi agli arresti domiciliari, con tutte le restrizioni, a casa sua. Chiuso in casa e senza poter vedere amici e compagni. Il motivo è presto detto: Toshi sarebbe potuto uscire dal carcere già a giugno, dopo il primo ricorso al Tribunale del Riesame, ma la sua abitazione non era ritenuta idonea dal giudice perché troppo frequentata. Per decidersi quindi, dopo l’ennesima richiesta, a concedergli gli arresti domiciliari, gli uomini di tribunale hanno imposto quest’ulteriore prescrizione.

Da questo pomeriggio, anche Marianna è tornata agli arresti domiciliari dopo qualche giorno trascorso alle Vallette. Nel carcere torinese è stata notificata anche a lei, come a Paolo, Fabio e Andrea, la richiesta di quattro anni di “sorveglianza speciale”. L’udienza in cui se ne discuterà è prevista per il 3 dicembre.

Per il 14 ottobre, infine, è fissata l’udienza in cui si deciderà degli eventuali arresti domiciliari per Andrea, Paolo e Fabio.

Semaforo bruciato

7 ottobre. Succede a Mappano, all’incrocio con l’ingresso tangenziale Falchera. Nella notte qualcuno dà fuoco alla centralina di un semaforo, le cui telecamere negli ultimi tempi hanno consentito di spiccare più di cento multe contro automobilisti passati con il giallo.

Case ATC da tenere vuote

7 ottobre. Era stato sfrattato a marzo dall’alloggio ATC in cui viveva con la madre, in seguito alla morte di quest’ultima. Da allora, Giovanni, 58 anni, un infarto e due ictus alle spalle, disoccupato, viveva nella cantina del suo palazzo, in corso Agnelli 158. Siccome il suo alloggio continuava a essere vuoto, il mese scorso vi è rientrato, occupandolo. E quando la funzionaria ATC ha suonato al suo portone, oggi, per buttarlo fuori di casa, non le ha aperto e si è incatenato al termosifone. La signora, però, ha fatto sfondare la porta e, dopo un’ora, l’ha fatto portar via in ambulanza.

Ancora in carcere

Ieri Marianna, agli arresti domiciliari dopo l’operazione del 3 giugno, è stata nuovamente portata in carcere. Il Gip ha infatti rifiutato il nuovo domicilio che gli era stato proposto e ha disposto la sua traduzione alle Vallette. Per scriverle:

Marianna Valenti C.C. “Lorusso e Cotugno” via Maria Adelaide Aglietta, 35 – 10151 Torino.

Cariche e arresti

Lunedì, nel Cie di Corso Brunelleschi, un recluso si vede inspiegabilmente ridotto il tempo di colloquio con la fidanzata a un quarto d’ora e comincia a litigare con i Finanzieri che si trovano lì. Quando la situazione si calma il ragazzo viene riportato nella sua area, e poi all’ufficio immigrazione, dove gli viene notificata una denuncia sul litigio avvenuto poco prima. Il detenuto si rifiuta di firmare e viene riportato in cella. Qui spacca la televisione e insulta le forze di polizia presenti. Poco dopo reparti celere della Finanza e dei Carabinieri fanno irruzione nell’area per prelevare, e pestare, il ragazzo, mentre i suoi compagni di camerata vengono tenuti lontani a suon di manganelli (a un recluso verranno applicati sei punti di sutura in testa). Vengono portati in cella di isolamento e poi arrestati sia il ragazzo protagonista del litigio con i Finanzieri sia un suo compagno che ha reagito animatamente alle cariche della celere.

Aggiornamento ore 19. Uno dei due ragazzi arrestati è stato riportato nel Cie e ora si trova in isolamento; mentre l’altro – quello denunciato per la lite con i Finanzieri – è stato condannato per direttissima ad un anno e tradotto, malconcio a causa del pestaggio subito nel Centro, agli arresti domiciliari a casa della compagna.

Ieri, sempre nel Cie di Torino, tre ragazzi hanno tentato la fuga, ma, dopo aver scavalcato il cancello della loro area, sono stati fermati dalla polizia.