13 agosto. Imbrattati i muri della sede regionale della Lega Nord. «Merdosi» e «Fascisti» sono alcuni degli insulti scritti sui muri di via Poggio. Il deputato Stefano Allasia, il capogruppo del Carroccio in Comune Fabrizio Ricca e il consigliere regionale Alessandro Benvenuto invocano «pene adeguate per i responsabili».
12 agosto. Lecce. Una scritta nera «No Tav, No Tap, Liberi Tutti» e alcune macchie di vernice bianca, compaiono nella notte sul portone della sede locale della Confindustria.

Alcuni cambiamenti sono intervenuti negli ultimi giorni nella vicenda di N., il ragazzo in sciopero della fame nel Cie di Corso Brunelleschi. Giunto ormai al quindicesimo giorno di sciopero, venerdì 8 agosto, dopo l’ennesimo trasporto in ospedale non viene riportato nel Centro perché il medico giudica che la reclusione non sia più compatibile con le sue condizioni di salute. Dopo qualche ora N. può quindi uscire da solo dall’ospedale, libero. Una libertà purtroppo breve e condizionata.
Condizionata dalla volontà delle forze dell’ordine che dopo appena tre giorni vanno a casa sua e, giudicandolo nuovamente adatto ad essere rinchiuso, lo riportano con la forza nel Cie. Qui, N. ricomincia da subito lo sciopero della fame.
Novità decisamente più positive arrivano invece da un altro Cie, quello di Trapani. Nel Centro siciliano, ieri, è scoppiato un incendio che ha consentito a otto reclusi, nella confusione generale, di fuggire. Uno di loro è stato purtroppo ripreso, ma gli altri sette sono invece tuttora liberi.
11 agosto. Intorno a mezzogiorno, sul 9, all’altezza di Piazza Bernini, alla richiesta di esibire i documenti di viaggio, un ragazzo avrebbe risposto dando calci e pugni a due controllori della GTT, per poi scendere indisturbato alla prima fermata con la sua famiglia. Uno dei due controllori ha riportato una frattura alla mandibola mentre all’altro sono stati applicati quattro punti di sutura sopra l’orecchio.
10 agosto. Busto Arsizio. Una cinquantina di amici e solidali si ritrova sotto il carcere di Busto Arsizio per salutare Lucio e tutti i reclusi. Per tre ore si susseguono interventi al microfono, musica, cori e scoppi di petardi. Numerosi gli striscioni appesi ai bordi della strada contro il carcere, contro il Tav e per la libertà di tutti i prigionieri.

«Cremona, 2/8/14
“Il racconto, il racconto per intero!”
(un + a chi ha colto l’oscura citazione)
Mi è stato dato ad intendere che ci siano idee vaghe sul mio luogo di detenzione, ammetto che io per primo quando mi hanno portato in matricola a S. Vittore per il trasferimento e mi hanno detto: “Cremona” , ho sgranato gli occhi e ho ripetuto incredulo: “Cremona?” Non sapevo neanche che ci fosse un carcere!
Durante il tragitto mi hanno dato l’opportunità di diventare nostalgico: Piazza Napoli, Ticinese, lo svincolo per Alessandria… Dopodiché, mi sono addormentato per risvegliarmi a Caorso e di lì a poco alla nuova dimora. Dopo un’attesa che a me è sembrata infinita, in una cella microscopica con dentro niente se non scritte di tutta la gente passata di lì, mi hanno fatto la visita di rito, perquisa e mi hanno detto che sarei andato nella sezione “C”, me l’hanno detto come se dovessi sapere cosa fosse.
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Dall’11 luglio, nel carcere di Borgo San Nicola a Lecce, Graziano si trova in isolamento di fatto: blindo chiuso tutto il giorno e aria, che si rifiuta di fare, da solo e per di più in un buco piccolo e sporco. La responsabilità di questo trattamento è della direzione del carcere, che lo motiva con il fatto che sono gli altri detenuti della sezione a non poter incontrare nessuno.
Il 3 agosto è stato spostato di cella, cosa che ha peggiorato la sua situazione: la cella è più piccola, meno pulita, la televisione non funziona e inoltre le celle accanto alla sua sono vuote, gli è quindi impossibile scambiare anche solo poche parole.
Posta e libri arrivano invece abbastanza regolarmente, per cui l’invito è di continuare a scrivergli. Graziano è riuscito poi a sentire bene i presidi fatti in sua solidarietà.
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8 agosto. Cremona. Nuovo saluto davanti al carcere, con megafono e fuochi d’artificio, a Francesco e tutti i prigionieri, dopo le denunce arrivate a diversi compagni per il saluto dello scorso 30 luglio.
M., il ragazzo aggredito un paio di giorni fa in ospedale dalle forze dell’ordine, una volta tornato al Centro si procura dei tagli sul corpo e viene quindi riportato in ospedale. Dopo averlo rinchiuso nuovamente nel Cie, ieri sera la polizia prova a portarlo fuori dall’area gialla con la forza per espellerlo.
M. si oppone tagliandosi in varie parti del corpo e minacciando di uccidersi se le forze dell’ordine non avessero desistito. Per tutta risposta, arrivano prontamente decine di carabinieri che circondano l’area gialla. A questo punto quasi tutti i reclusi iniziano una battitura mentre i carabinieri si mettono i caschi e si preparano ad entrare nell’area. Dopo un po’, però, le forze dell’ordine rinunciano a intervenire e nell’area gialla entra invece un’ambulanza che porta il ragazzo in ospedale.
Al suo rientro nel Cie, M. viene quindi rinchiuso nella sezione d’isolamento, dove rimane per due giorni, fin quando cioè la polizia riesce a trascinarlo fuori e rimpatriarlo in Marocco.
4 agosto. Lecce. Nel pomeriggio, presidio al carcere in solidarietà a tutti i detenuti ed in particolare a Graziano che, dal giorno del suo arresto, è in isolamento. Verso sera, i solidali si spostano in centro città con volantini, manifesti e megafono.