Cie. Da Torino e Trapani

Nel pomeriggio, si è finalmente capito a cosa era dovuto il tira e molla, tra Gip e Questura, sugli arresti domiciliari dei cinque ragazzi reclusi nel Cie di corso Brunelleschi. Uno di loro, ancora in isolamento, è stato infatti prelevato con la forza da cinque agenti in borghese che, subito dopo, hanno portato via anche altri due ragazzi sottoposti precedentemente ai domiciliari. Tutti sono poi stati trasportati all’aereoporto di Caselle, e da lì, insieme ad altri cinque marocchini che non sappiamo dove siano stati catturati, espulsi.

Nel resto del Centro, frattanto, la situazione continua ad essere molto tesa. Ieri un ragazzo che aveva ingoiato lamette e batterie è stato portato in ospedale e qui aggredito da alcuni poliziotti e guardie private che, dopo averlo riempito di botte, lo hanno riportato al Cie. Nell’area blu i reclusi continuano, invece, a denunciare la presenza di psicofarmaci nel cibo e un ragazzo, ormai da dieci giorni in sciopero della fame, è stato più volte portato in ospedale a causa dei molti chili persi, salvo poi essere ogni volta riaccompagnato nel Centro.

Nel Cie di Trapani, infine, ieri e l’altro ieri alcuni reclusi hanno provato a fuggire scavalcando il muro, ma non ci sono riusciti per l’intervento di alcuni finanzieri. Da stasera, quindi, hanno deciso di iniziare uno sciopero della fame.

Da Ponte Galeria, un contributo

Di seguito un contributo scritto da alcune compagne e compagni di Roma con gli ultimi aggiornamenti dal centro di Ponte Galeria. Il testo è apparso sul blog Hurriya, nato da qualche mese con l’intento di «raccogliere notizie e approfondimenti sulle frontiere e sulle prigioni per migranti, sostenendo e accompagnando le lotte per la liberazione totale».

CIE di Ponte Galeria: bocche cucite ma nessuno resta in silenzio

«Nel CIE di Ponte Galeria, Vincenzo Lutrelli ha passato il testimone a Floriana Lo Bianco, nuova direttrice del campo d’internamento etnico alle porte di Roma. Il nuovo ruolo della psicologa della cooperativa Auxilium c’era sfuggito, nonostante l’ipotesi del doppio incarico del Lutrelli, tra la direzione del CARA di Castelnuovo di Porto e quella del CIE, destasse non poco stupore. Nuova direttrice, vecchie maniere.

Da quando 14 reclusi hanno cominciato lo sciopero della fame, da 8 giorni in due hanno deciso di cucirsi le labbra. Con la volontà di mettere a tacere definitivamente la vicenda delle “bocche cucite”, ed il clamore dei media di regime impegnati a romanzare, stamattina (2 agosto) le guardie hanno prelevato dalla cella uno tra i due ragazzi: trasportato su una sedia a rotelle, facendo credere a tutti che la destinazione fosse l’infermeria per alcuni controlli medici, è stato invece portato a Fiumicino per un rimpatrio coatto. Il ragazzo, una volta caricato di peso sull’aereo, ha sbattuto violentemente la testa contro un finestrino, procurandosi delle ferite che hanno costretto il pilota a partire senza un deportato a bordo.

Quando al CIE giunge la voce di questa infame operazione, il secondo ragazzo con le labbra cucite viene trasportato d’urgenza in ospedale dopo aver ingerito due lamette.

La giornata è ancora lunga, gli animi sono caldi e una decina di reclusi tentano la fuga ma vengono purtroppo bloccati dall’ intervento delle forze dell’ordine.

Ore 22,20 – E’ in corso una trattativa tra i reclusi asserragliati nel centro (abbandonato da guardie, lavoranti e operatori Auxilium) e le forze dell’ordine schierate all’ingresso del centro. I reclusi sono riusciti a sottrarre alla polizia 7 dei ragazzi bloccati nella fuga, facendoli entrare nel centro con loro. Altri 4 sono al momento trattenuti dalle guardie ma sono tutti determinati a resistere finché non saranno rilasciati.»

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Cie. Dalla Sicilia

Ieri sera i reclusi del Cie di Trapani hanno dato fuoco alle camerate del blocco “A”. La polizia, dopo aver domato a fatica le fiamme, è entrata nell’area e ha perquisito tutti i ragazzi presenti, nel tentativo di individuare i responsabili dell’incendio. Non trovando niente, gli agenti hanno perquisito anche il blocco adiacente, il “B”, e i ragazzi lì detenuti. Ma, non appena la polizia si è spostata verso il blocco “B”, le fiamme sono prontamente tornate ad avvolgere il blocco “A”. Allora i poliziotti si sono nuovamente spostati per domare un’altra volta l’incendio e, approfittando della loro distrazione, sei ragazzi del blocco “B” sono riusciti a scavalcare le reti e scappare dal Centro.

Sempre ieri notte, i reclusi del Centro di Caltanissetta, nel tentativo di evadere in massa, hanno dato vita a un fitto lancio di oggetti contro le forze dell’ordine. Gli scontri sono proseguiti per diversi minuti e sono stati placati solo grazie all’utilizzo di lacrimogeni. Il bilancio, secondo i giornali, sarebbe di sette tra agenti di Polizia, Carabinieri e militari feriti.

Frecce d’agosto

2 agosto. Trento. Bloccato da alcuni No Tav, per mezz’ora, il Frecciargento delle 13,30 per Roma. Uno striscione per la libertà dei compagni in carcere viene appeso ad una catena collegata ai binari.

Quel che il giudice fa…

…la Questura disfa? Almeno così sembrerebbe osservando quello che accade nel Cie di Torino. I cinque ragazzi che erano stati portati prima alle Vallette e quindi messi agli arresti domiciliari dentro il Centro di corso Brunelleschi, da ieri non sono infatti più sottoposti a questa misura cautelare. A quanto pare è stato il Pm, proprio su pressione della Questura torinese, a chiedere al giudice di revocare il provvedimento perché la struttura non sarebbe idonea. Escludendo qualsiasi pia intenzione della Polizia torinese, è probabile che avere dei reclusi agli arresti domiciliari, da sottoporre quindi a un regime diverso dagli altri,  creasse ulteriori noie e fatiche ai poliziotti che lavorano nel Cie e che hanno dunque fatto valere le proprie ragioni. Anche perché, almeno per quanto riguarda le condizioni materiali, il cambiamento è per ora solo formale. I cinque ragazzi si trovano infatti, come prima, nella sezione d’isolamento. Le forze dell’ordine non hanno invece guardato tanto alla forma ma alla sostanza delle cose quando, nel pomeriggio di oggi, hanno riempito di botte uno dei cinque reclusi in isolamento che protestava perché non gli era permesso ricaricare il telefono cellulare. Poi, ammanettato, lo hanno portato in infermeria.

Saputo della “scarcerazione” dei 5, nella serata di ieri, una quindicina di solidali erano andati fuori dal Centro per salutare con urla e petardoni tutti i reclusi.

Ancora bocche cucite a Ponte Galeria

Roma, 31 luglio

«Cie Roma, nuova protesta: in due ancora con le labbra cucite

Il tunisino di 27 anni che aveva sospeso la protesta martedì dopo tre giorni l’ha ripresa

Sono di nuovo due gli immigrati con le labbra cucite per protesta al Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria a Roma. Il tunisino di 27 anni che aveva sospeso la protesta martedì dopo tre giorni oggi l’ha ripresa, ha riferito la direttrice del Cie Floriana Lo Bianco, della cooperativa Auxilium che gestisce la struttura.

Non ha mai interrotto invece la protesta contro i tempi di permanenza nel Cie iniziata sabato scorso un algerino 28enne, al quale in questi giorni è stato prorogata di un mese la detenzione nel centro. Entrambi gli immigrati si trovano al Cie di Ponte Galeria dal mese di luglio.»

da Repubblica

Rivolta alle Vallette

30 luglio. Circa quaranta detenuti tra gli incolumi del blocco C del carcere delle Vallette si rifiutano di rientrare in cella a consumare il pranzo e iniziano una battitura su sbarre e porte blindate della sezione, dopodichè danno fuoco a giornali e cartoni. I secondini impiegano più di un’ora per ristabilire l’ordine. All’origine della protesta la scarsità del vitto.

In città

31 luglio. Cremona. Interrotto il comizio del sindaco PD Galimberti da una quindicina di No Tav che, in serata tornano, come il giorno prima, a fare un saluto davanti al carcere dove, da poco, è stato trasferito Francesco.

Sedativi e matrioske in corso Brunelleschi

In una struttura ormai in gran parte inutilizzabile, per far fronte alla forte conflittualità mostrata negli ultimi tempi dai reclusi, chi dirige il Cie di corso Brunelleschi sta tentando di percorrere diverse strade. Ridurre quanto più possibile il numero dei reclusi – che sono attualmente 28 in una struttura che potrebbe rinchiuderne 180 – continuando a deportare o liberarne, a seconda dei casi, alcuni; e sedare chimicamente chi rimane, farcendo con  psicofarmaci il cibo fornito a pranzo e cena. Non si tratta certo di strade nuove, ma di iniziative che da sempre caratterizzano le gestioni dei diversi Centri.

Una novità assoluta riguarda invece i ragazzi arrestati nei giorni scorsi che, su ordine del Gip Elena Rocci, si trovano ora agli arresti domiciliari nella sezione d’isolamento del Cie di corso Brunelleschi. Per quanto ne sappiamo non era mai accaduto finora che qualcuno scontasse degli arresti domiciliari all’interno di un Cie. Al momento è difficile dire con certezza se questo inedito intreccio, o meglio, questa matrioska di detenzione penale e amministrativa, sia frutto del caso, o sia invece legata ad alcuni dei decreti svuotacarceri degli ultimi mesi, che prevedono un utilizzo più frequente, a fini cautelari, degli arresti domiciliari rispetto al carcere.

Davanti al carcere


30 Luglio. Cremona. In serata, alcuni solidali salutano Francesco e gli altri prigionieri con urla e fuochi d’artificio.