8 luglio. Intorno alle sette di mattina la polizia si presenta alle porte de Hell Chuncho, una casa occupata qualche mese fa in via Cimarosa 14, per eseguirne lo sgombero. Sfondate le porte, gli agenti della digos inseguono i ragazzi che erano saliti sul tetto e malamente li riportano a terra. Un gruppo di solidali si raggruppa intanto nelle vicinanze e segue da lontano lo sgombero, tenuti a distanza dalle numerose camionette. I ragazzi vengono fatti uscire dall’edificio e denunciati a piede libero per invasione di edificio.
8 luglio. Durante un’udienza legata all’assemblea antirazzista, il PM Padalino è stato preso in giro dal pubblico, mentre tutti chiedevano che Andrea potesse sedere a fianco degli altri tanti imputati del processo e al suo avvocato difensore. Tra sfottò e saluti, e la minaccia di sgomberare l’aula, l’udienza è trascorsa in maniera più movimentata del previsto e con Andrea fuori dalla gabbia interna.
7 luglio. Al Politecnico si è tenuta una conferenza dal titolo “droni: prospettive di ricerca e scenari applicativi“, patrocinato da Telecom Italia. Su un punto della rete mobile 4G di TIM, infatti, potrà essere piazzata una centrale in grado di ricevere e inviare informazioni a droni di ultima generazione, usati per il monitoraggio della città. Oltre a professori di ingegneria e dirigenti di aziende, ha parlato anche un’avvocatessa, specializzata in tema di privacy, data protection e diritto penale legato alle nuove tecnologie.
7 luglio. Grande dispiegamento di agenti nel quartiere San Salvario. Vengono controllate una cinquantina di persone, di cui 5 risulteranno senza documenti (e per questo verrà emesso nei loro confronti un decreto di espulsione) e uno verrà trovato in possesso di sostenze stupefacenti.
5 luglio. Trento (e dintorni). Un presidio di no tav trentini e sudtirolesi fuori dalla stazione di Fortezza, dove avrebbe dovuto svolgersi una conferenza con Matteo Renzi, ha fatto sì che la stessa venisse annullata. Sugli striscioni e nei volantini del presidio espliciti riferimenti a Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio, che sono stati ricordati anche in serata a Trento durante il blocco di un Frecciargento per Bolzano.

Un corteo che non s’aveva da fare, quello contro sfratti, sgomberi e riqualificazione del quartiere, svoltosi ieri pomeriggio lungo le strade della Bolognina. A chiederlo a gran voce a Prefetto e Questura era stato in primis il sindaco Merola, cui si erano poi naturalmente uniti in coro un po’ tutti i quotidiani locali. Per dar maggior peso alle proprie parole, le autorità cittadine avevano poi pensato bene di mandare, alle prime luci dell’alba di ieri, un po’ di poliziotti a rovistare in una quindicina di case di alcuni degli organizzatori della manifestazione.
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Da ieri Andrea non si trova più nel carcere di Ravenna, ma è stato trasferito in quello di Asti.
Il nuovo indirizzo per scrivergli è:
Andrea Ventrella C.C. Strada Quarto Inferiore, 266 – 14030, località Quarto d’Asti, Asti
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Il 2013 è stato un anno caratterizzato da numerosissime rivolte e proteste all’interno dei CIE di tutta Italia che hanno ammaccato e inceppato la macchina delle espulsioni. Facciamo una breve cronologia: a marzo e a novembre vengono chiusi, formalmente dal Ministero degli Interni, i Centri di Bologna e di Modena, ad agosto è il turno di Crotone; mentre a fine anno il fuoco appiccato dai reclusi fa chiudere i battenti ai CIE di Milano e di Gradisca di Isonzo. Senza contare le numerose camerate o aree distrutte, del tutto o in parte, nei pochi Centri, cinque, che sono tutt’ora attivi.
Politici di ogni risma, per cavalcare l’opinione pubblica, avevano rilasciato numerose dichiarazioni in cui sostenevano l’illegittimità dei CIE e denunciavano i soprusi che si perpetuavano al loro interno. Era tutto un coro che chiedeva la chiusura definitiva dei centri.
Come avevamo già avuto modo di analizzare a una crisi di un dispositivo repressivo segue una ristrutturazione, e così è stato.
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Ottimi contributi, teorici e pratici, alla lotta contro gli sfratti a Torino e al dibattito sulla solidarietà arrivano in questi giorni da Roma e Bologna. “Non è certo necessario arrivare fin sotto la Mole” avvertono ignoti compagni, “i responsabili di sfratti, sgomberi e riqualificazione sono un po’ ovunque e non son solo gli ufficiali gudiziari e le forze dell’ordine che, intendiamoci, han tutte le loro responsabilità. Non si può infatti certo minimizzare il ruolo che in questi loschi affari svolgono banche e imprese edili”. Considerazioni inoppugnabili, di cui l’incendio di un ufficio vendite della ditta Progedil che sta realizzando un nuovo centro residenziale nella capitale e il rumore, sotto le Due Torri, delle vetrine infrante di una filiale della Carisbo, appartenente al gruppo Intesa San Paolo, sono logiche e stringenti conseguenze.
2 luglio. Decine di rifugiati e richiedenti asilo hanno occupato nel pomeriggio l’ufficio stranieri di Via Bologna, per protestare contro l’incertezza della loro futura sistemazione. Attualmente, infatti, su concessione del Comune, sono ospitati in Via Cervino e Corso Vigevano, ma gli è stato detto che probabilmente dovranno fare spazio ad altri profughi. Era in programma un incontro con dei rappresentanti comunali e l’associazione Terra del Fuoco, a cui però il Comune non si è presentato.