Molotov

13 giugno. Trento. Una molotov è stata lanciata nella notte contro la sede del Partito Democratico a Trento, provocando lievi danni al portone principale d’ingresso. Sul posto è stato trovato un volantino che inneggia alla libertà dei No Tav in carcere.

Case ATC vuote

12 giugno. Poco prima di Natale, un uomo di 63 anni ha deciso di occupare una delle tante case vuote ATC, dopo che alcuni suoi amici gli avevano segnalato un alloggio vuoto in via Casaleggio. Tutto tranquillo fino a quando l’ATC non entra per fare dei controlli e, come da prassi, chiama la Polizia Municipale per mandarlo via.

Tende e sacchi a pelo/2

12 giugno. Dopo la breve occupazione di qualche settimana fa della sede dell’Assessorato alle politiche abitative del Comune, alcuni sfrattati e militanti degli sportelli per la casa cittadini si sono recati stamattina di fronte alla Prefettura per chiedere al prefetto di prendere posizione riguardo all’emergenza abitativa nella città di Torino. Di fronte al rifiuto di un possibile dialogo, i presenti decidono di accamparsi, a oltranza, sotto il porticato della Prefettura. Tra gli striscioni uno dice : “ La lotta per la casa non si arresta. Tutti liberi!

Riprendersi le case, continuare a lottare

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Nonostante gli arresti del 3 giugno la determinazione di chi ha bisogno di una casa, e si organizza insieme per prendersela, non si è fatta scalfire. Da questa mattina una sessantina di persone ha occupato una palazzina in Corso Giulio Cesare 45.
Tra cori, volantini, striscioni e una colazione improvvisata davanti al portone della casa, si cominciano a fare i primi lavori all’interno dello stabile.
E  parlando con i passanti e i nuovi vicini, per lo più complici e solidali, si rinnova l’invito e l’importanza a partecipare al corteo di questo sabato.

La nuova casa occupata è in Corso Giulio Cesare 45, fermata “Carmagnola” del 4.

Aula Bunker. Parte terza

Venerdì 13 giugno si terrà la terza udienza del processo che vede imputati per terrorismo Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio. La location è sempre l’aula bunker del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino. Avremo ancora una volta la possibilità di salutare gli imputati, come anche quella di tenere alta l’attenzione su questo processo, che non dovrebbe finire all’ultimo posto nell’agendina degli impegni quotidiani. Per questo fuori dalle cancellate si terrà un presidio che dalle 9 del mattino attenderà la fine dell’udienza.

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Rivolta e cariche al Cara di Roma/2

A meno di un mese dall‘ultima volta, i richiedenti asilo del Cara di Castelnuovo di Porto hanno nuovamente inscenato una protesta. Alle 7 del mattino, ora di punta per i pendolari che si recano nella Capitale, hanno bloccato la Via Tiberina, impedendo la circolazione e spiegando con dei cartelli il motivo per cui sono scesi in strada.

A scatenare la rabbia, il mancato pagamento del pocket money, la diaria di 2,50 euro al giorno che veniva data il primo del mese, abolita dal 7 aprile, quando a gestire il centro è arrivata la cooperativa Auxilium al posto della Gepsa. Doveva essere sostituito da una carta prepagata per fare la spesa, che però non è mai stata consegnata ai richiedenti asilo. Oltre a ciò, i manifestanti chiedono di “essere trattati da esseri umani”.

Dopo circa due ore è intervenuta la Polizia insieme al contingente dell’Esercito di stanza al Cara. Poliziotti e militari hanno cercato di rimuovere il blocco trascinando via di peso i manifestanti, ma l’atmosfera si è scaldata in fretta, ed è stata ordinata ed eseguita una carica che ha disperso il blocco. I richiedenti asilo sono allora scappati, chi all’interno della struttura che li vede ospiti, chi tra i campi, inseguiti dalle forze dell’ordine, e sono poi ancora riusciti a impedire l’accesso al Centro agli operatori della cooperativa.

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Contro sfratti, sgomberi e arresti

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Martedì 3 giugno la Procura di Torino ha calato il suo asso, rinchiudendo in carcere 10 persone (oltre a Claudio, Chiara e Nicco, che già erano rinchiusi dallo scorso 9 dicembre), obbligandone altre 4 ai domiciliari e distribuendo ancora 4 divieti e 4 obblighi di dimora, oltre a chi da quel giorno è costretto a firmare in Questura. Impressionante anche il numero degli indagati: 111, denunciati per aver partecipato ai picchetti davanti ai portoni delle case sotto sfratto.

Quello che gli inquirenti sanno (e temono) è che, in questi circa due anni di resistenza davanti ai portoni, non sono state ottenute solo delle proroghe, per tenersi la casa qualche mese ancora. Sono stati intessuti legami e relazioni, ci si è divertiti dietro le barricate a vedere la polizia e gli ufficiali in difficoltà e in alcuni casi si sono occupate le case vuote, organizzandosi insieme.

Sabato 14 giugno facciamo un corteo per ricordare tutto questo. Ma anche perchè ci sembra che, a essere sotto attacco della Procura torinese, non sia unicamente una lotta, quella per tenersi le case e resistere agli sfratti, ma anche una pratica, quella del picchetto, portata avanti, a Torino come altrove, da centinaia di sfrattandi e solidali.
E non solo da loro. Il picchetto è l’arma di chiunque voglia opporsi alle decisioni dei padroni (non solo i padroni di casa), dei giudici e della Polizia. E crediamo che la difesa di questa pratica, che è patrimonio di tutte le lotte, da quelle condotte sul posto di lavoro a quelle che si portano avanti per le strade di ogni città, sia la sua generalizzazione.

Ci vediamo in Piazza Crispi alle ore 15.00.

Scarica e diffondi il manifesto e il testo di indizione del corteo.

Lavoro pulito

7 giugno. Nella notte vengono svuotati due bancomat nella filiale della banca IntesaSanpaolo di Corso Brescia. I ladri hanno agito in tranquillità essendo in possesso delle chiavi e dei codici di apertura degli sportelli. Il bottino sarebbe di almeno 300 mila euro.

Con una lettera

L’operazione torinese del 3 giugno ha portato in carcere altre dieci persone oltre a Nicco, Claudio, Mattia e Chiara, reclusi dal 9 dicembre.

Sappiamo quanto possa essere duro stare in galera, ma sappiamo anche che la nostra solidarietà non conosce confini.

Per scrivere a tutti loro:

Daniele Altoè C.C. Piazza Don Soria, 37 – 15121 Alessandria;
Andrea Ventrella C.C. Via Port’aurea, 57 – 48121 Ravenna;
Paolo Milan e Toshiyuki Hosokawa C.C. Località Les Iles, 14 – 11020 Brissogne (Aosta);
Giuseppe De Salvatore C.C. via dei Tigli, 14 – 13900, Biella;
Francesco Di Berardo C.C. via Roncata, 75 – 12100, Cuneo;
Nicolò Angelino C.C.Via Maria Adelaide Aglietta, 35 – 10151, Torino;
Michele Garau C.C. Strada Quarto Inferiore, 266 – 14030, località Quarto d’Asti, Asti;
Marianna Valenti e Fabio Milan C.C. Via del Rollone, 19 – 13100 Vercelli;
Niccolò Blasi e Mattia Zanotti C.C. San Michele strada Casale, 50/A – 15121 Alessandria;

Chiara Zenobi e e Claudio Alberto probabilmente rimarranno a Torino, almeno fino alla prossima udienza  (venerdì 13 giugno) per il processo che li vede imputati per l’attacco al cantiere del Tav.

Per scrivere al “Lorusso e Cutugno” : via Maria Adelaide Aglietta, 35 – 10151 Torino