
22 Maggio. Lione. Mentre in Italia, a Torino, si svolgeva la prima udienza del processo contro Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò nella città di Lione la facciata del consolato italiano è stata imbrattata con olio esausto. Lì vicino è apparsa la scritta «No Tav Liberi».
22 maggio. Pinerolo. Nella notte, di fronte al Teatro Sociale di piazza Vittorio Veneto, compaiono enormi scritte contro l’alta velocità e contro Giancarlo Caselli, l’ex-procuratore ormai in pensione che in serata vestirà di nuovo la toga in uno spettacolo intitolato «processo a Kennedy».

22 maggio. Torino. Sulle serrande di un bar in via di Nanni 99, chiuso da tempo, da giorni campeggiano le scritte «Pd = merde» e «Libertà x i No Tav». Gli ignoti imbrattatori hanno scoperto che i locali ospiteranno prima o poi la sede del Partito Democratico del quartiere San Paolo, che attualmente si trova in Via Beaulard 35.


22 Maggio. Genova. Nella notte imbrattate le insegne e spaccate tutte le vetrine della sede de “Il Secolo XIX”. Oltre a Claudio, Chiara, Niccolò e Mattia, il pensiero degli autori va a Andrea, un compagno in ospedale a Trento perchè accoltellato dai fascisti.
22 maggio. Yate, Inghilterra. Nelle prime ore del mattino, un’esplosione all’ingresso del tribunale provoca la rottura delle finestre dell’edificio e un principio di incendio. L’attacco è dedicato, tra gli altri, ai No Tav in carcere.

21 maggio. Lecce. Imbrattata nella notte la sede del comitato elettorale di un candidato del Pd alle elezioni europee: sulle vetrine compaiono le scritte «Libertà per Anarchici» e «No Tav».
Scongiurata ormai l’ipotesi della videoconferenza, e certi dunque che i compagni saranno presenti, ricordiamo l’appuntamento per domani giovedì 22 maggio, alle 8 di mattina, nel piazzale dell’Aula Bunker delle Vallette dove inizierà il processo contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.
Chi vuole può arrivarvi passando da via Pianezza, e se ha un attimo di tempo può alzare lo sguardo verso una ciminiera all’altezza di via Foglizzo per leggere a una settantina di metri d’altezza una scritta in solidarietà ai quattro comparsa negli ultimi giorni. Dall’altro lato della ciminiera, dallo scorso settembre, spicca invece una scritta dedicata a tutti i prigionieri.
«Nuovo tentativo di fuga intorno alle 4.30 di oggi dal Centro di Identificazione ed Espulsione di Caltanissetta. Una quindicina di immigrati, infatti, hanno tentato di evadere dalla struttura che accoglie i clandestini in attesa di espulsione. Alcuni si sono arrampicati sulla recinzione del Cie mentre un altro gruppo ha tentato di distrarre i militari dell’Esercito e i poliziotti addetti alla sorveglianza scagliando contro bottiglie, sedie e altri oggetti. Non si sono registrati feriti. La sommossa è stata neutralizzata in tempo dalle forze dell’ordine. In rinforzo sono intervenuti anche i reparti antisommossa della Polizia e dei carabinieri, oltre ad alcune Volanti che hanno riportato la calma insieme agli operatori della cooperativa. Al termine della sommossa, i rivoltosi sono rientrati nei padiglioni. Le evasioni avvengono solitamente alla vigilia dei rimpatri verso i paesi d’origine dei profughi».
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20 maggio. Irunea e Bilbao. Presidi in solidarietà a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia davanti ai consolati italiani.

Dopo la magra figura del sindaco Piero Fassino, che aveva spergiurato di non aver fatto un inurbano ditone ai contestatori durante la commemorazione del Grande Toro di dieci giorni fa, e quella altrettanto magra di Antonio Rinaudo e del suo staff, che avevan spergiurato su aggressioni tanto impeccabili quanto false, il candidato governatore Sergio Chiamparino ha pensato bene di risollevare l’immagine del suo partito e, per una volta, di dire la verità: che lui e i suoi stan dalla parte dei padroni e dei banchieri, che libertà e democrazia non viaggiano affatto a braccetto e che il pugno di ferro contro il movimento valsusino è un avvertimento verso chiunque voglia riprendere in mano la propria vita. Qui di seguito il testo di una sua lettera agli elettori piemontesi, affissa sembra in decine e decine di copie sui muri della città.
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