Imbrattata sede del Pd
5 maggio. Torino. Nella notte viene imbrattata con vernice colorata la sede del Partito Democratico di via Mazzini, in pieno centro. Sul muro vengono lasciate le scritte unisex «No Tav liber*» e «Tutt* liber*».
5 maggio. Torino. Nella notte viene imbrattata con vernice colorata la sede del Partito Democratico di via Mazzini, in pieno centro. Sul muro vengono lasciate le scritte unisex «No Tav liber*» e «Tutt* liber*».
4 maggio. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, viene fischiato e insultato dai tifosi granata durante la commemorazione del Grande Torino allo stadio Filadelfia. Dopo aver risposto alzando il dito medio, il sindaco è costretto ad andarsene tra i cori «gobbo di merda».
4 maggio. Chiomonte. Nella notte alcuni incappucciati riescono ad avvicinarsi alle reti del cantiere del Tav per lanciare all’interno bombe carta e bengala. Prima che la polizia di guardia al cantiere riuscisse ad uscire, il gruppo fugge tra i boschi gettando in strada diversi chiodi a tre punte.
Spingi spingi, questa volta il binomio indissolubile The Gate-polizia ce l’ha fatta a svuotare Porta Palazzo dagli abusivi della domenica. Come la settimana scorsa, camionette e vigili urbani hanno pattugliato per tutta la notte la piazza – lampeggianti accesi, per fugare ogni dubbio – affinché nessuno stendesse il proprio telo per terra; alla mattina si è mosso anche l’esercito degli alpini a dare manforte, per fare spazio a una manciata di bancarelle con i propri ammennicoli e ciapa puer e a un concerto un po’ stonato in onore dell’Assessore. Una replica di ciò che è accaduto domenica scorsa avrebbe segnato in maniera troppo evidente come Porta Palazzo sia un terreno molto scivoloso da imporre come fiore all’occhiello delle politiche comunali di riqualificazione e come campo d’imprenditoria urbano. Troppi interessi in ballo, non se lo possono permettere. Il costo infatti è quello di presentare un’immagine ridicola delle iniziative che “dovrebbero utilizzare la città in maniera positiva”, con pochi avventori interessati e in molti invece a chiedere del mercato. (more…)
3 maggio. Oltre cento persone si ritrovano al pratone delle Vallette per un presidio in solidarietà a Marco e a tutti i detenuti. Per due ore risuona la voce in diretta di Radio Blackout, si fanno cori e si sparano fuochi d’artificio. La polizia schiera i celerini lungo la recinzione esterna del carcere per impedire ai solidali di battere sulle sbarre, ma in campo aperto non hanno le forze per impedire il saluto o disturbarlo in maniera significativa. (more…)
3 maggio. Nel primo pomeriggio un gruppo numeroso di ragazzi si intrufola tra le vie del centro e proprio sotto la Mole occupa uno stabile vuoto da anni: ne vogliono fare una libreria-bar autogestita, il Rabél. Si sale sul tetto mentre qualcuno sosta davanti al portone e si iniziano i lavori di pulizia. In serata un affollato concerto anima le strade universitarie e i locali notturni fanno i conti con i nuovi vicini. Gli agenti della Digos si limitano a prendere atto e ad identificare qualcuno. Per chi volesse passare a dare una mano e portare solidarietà, il posto si trova in via G. Ferrari angolo Via Riberi.
3 Maggio. Cremona. Quando il ministro delle infrastrutture Lupi si presenta in piazza per sostenere il sindaco di centrodestra Perri, alcuni No Tav si avvicinano al palco nonostante l’intervento dei carabinieri, con volantini, megafono e lo striscione «Terrorista è chi sostiene il Tav. Chiara Matta Nicco e Claudio Liberi».
1 maggio. In serata una settantina di persone si sono addentrate nell’ormai cresciuto campo di grano dietro le Vallette per portare un saluto a Marco, arrestato oggi durante il corteo, e a tutti i detenuti lì rinchiusi. (more…)
1 maggio. Il sole, una giornata di festa e soprattutto la polizia tutta impegnata altrove a difendere il partito del Sindaco. Sono bastati questi tre elementi a riempire di nuovo Piazza della Repubblica di bancarelle abusive, venditori di pane e yogurt e bambini che inseguono palloni: alla faccia di chi parla di integrazione sociale e partecipazione con il fine (non tanto) nascosto cacciare i poveri dalla piazza. (more…)
Che il Partito Democratico di questi tempi non goda di ottimi consensi è risaputo. Le numerose vetrine imbrattate e danneggiate in tutta Italia, le contestazioni diffuse e infine la richiesta di piazzare le volanti della polizia davanti alle sedi, non lasciano molti dubbi su cosa ne pensi la gente del partito che ci governa. Di conseguenza, che la sua presenza nella piazza del Primo Maggio torinese, anche quest’anno, avrebbe creato una certa tensione era cosa abbastanza scontata.
Così, mentre Fassino e Chiamparino sfilavano tranquillamente in testa – accolti e protetti da Cgil, Cisl e Uil – a metà corteo il piccolo spezzone del Pd ha avuto non poche difficoltà a partecipare alla manifestazione, nonostante il servizio d’ordine nerboruto e prezzolato dalla Hydra Service Srl. Tranquillo sfila pure Maurizio Marrone che mimetizzato dietro un generico striscione TuttaTorinoSullaGru sfugge ai contestatori concentrati a non lasciarsi scappare il pesce più grosso.