Scritte a Susa

24 aprile. Susa. Nella notte, davanti agli uffici della Martina Service compare la scritta «No Tav fino alla vittoria».

San Salvario’s burning

23 aprile. Roghi nella notte nei pressi di via Saluzzo. Fiamme sprigionate da cassonetti raggiungono e danneggiano cinque automobili. Nessun dubbio che l’incendio sia doloso.

Su una bretella

23 aprile. Rovereto. Lungo la ferrovia nei pressi del cantiere per la realizzazione della bretella Ai Fiori, rinvenute due bottiglie di plastica contenenti liquido infiammabile con due stoppini bruciati. Su una centralina elettrica vicina trovata la scritta «Terrorista lo Stato, liberi i No Tav».

Minacce e promesse al Cie di Torino

Dopo periodo di calma apparente, a distanza di un mese dagli ultimi grandi incendi, sale di nuovo la tensione nel Cie di Torino. Nelle ultime settimane i funzionari di Polizia e Croce Rossa erano riusciti a tener calmi i pochi reclusi rimasti con i soliti metodi questurini: minacce di arresti per chi si fosse azzardato a ribellarsi; improbabili promesse di un’imminente liberazione per tutti, visto che l’ultima gara d’appalto per la gestione del Centro di corso Brunelleschi era andata deserta. Ma ieri pomeriggio la situazione per un attimo è di nuovo sfuggita di mano. Di ritorno da una visita medica, un recluso dell’area blu scopre che la direzione del Centro ha deciso di non riportarlo in sezione con gli altri: per lui si aprono le porte dell’ospedaletto, una sorta di anticamera dell’isolamento. Da subito iniziano le proteste del recluso e dei suoi compagni di sezione che non vedendolo tornare temevano fosse stato espulso. Gli animi si scaldano quando un funzionario della questura risponde malamente ai reclusi dell’area blu che chiedevano spiegazioni: in tutta l’area inizia un gran casino fatto di urla e battiture. Intanto il recluso, dopo un lungo tira e molla con il direttore, decide di sbattere la testa contro il muro provocandosi una vistosa ferita. Per evitare ulteriori casini, la polizia accetta di farlo medicare e di rimandarlo in sezione, dove intanto tutti i reclusi dell’area, una quindicina in tutto, hanno deciso di iniziare da ieri sera uno sciopero della fame.

Aggiornamento ore 16. Continua nel Cie di Torino lo sciopero della fame dei reclusi, che hanno rifiutato i pasti sia a colazione che a pranzo. Ascolta il racconto sui fatti di ieri e sulla situazione dentro al Centro in questi giorni:

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Aggiornamento ore 20. Una ventina di solidali si raduna fuori dalle mura del Centro per un veloce saluto: dieci minuti di cori, battiture e petardoni, per ricordare ai reclusi in lotta che non sono soli.

PD=Merde

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22 aprile. Cremona. Nella notte la vetrina del comitato elettorale del candidato sindaco Galimberti viene imbrattata dalle scritte «No Tav Liberi» e «PD=Merde». Nel lamentarsi pubblicamente, alcuni esponenti democratici hanno dichiarato che si tratta del secondo imbrattamento in due settimane.

L’ultima domenica?

20 aprile. Dopo mesi di girotondo, anche oggi una fetta di Piazza della Repubblica è completamente occupata dagli abusivi per il consueto mercato domenicale. Forse per l’ultima volta, giacché da domenica prossima inizierà Scopri Porta Palazzo, un’iniziativa promossa dall’agenzia The Gate e finanziata dal Comune: presentata come un’occasione per «occupare lo spazio libero in modo positivo», è in realtà una manovra per togliere terreno agli abusivi e convincerli a spostarsi verso l’ex Scalo Vanchiglia. Mentre qualche vigile sorveglia la Piazza da lontano e in mezzo al mercato si aggira qualche uomo di The Gate per studiare la situazione sul campo, oggi tra gli abusivi non si parla d’altro. Nessuno ha le idee chiare: qualcuno sarebbe anche contento di spostarsi e legalizzarsi, altri dalla Piazza non se ne vogliono proprio andare e c’è addirittura chi propone di organizzare manifestazioni e blocchi stradali.

Dal Salento

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19 aprile. Lecce. Nella notte sui muri e sulle insegne del circolo del Pd in via Milizia compaiono le scritte «No Tav» e «Basta sgomberi».

Lo spettacolo, per oggi

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 Carcere di Ferrara, 1 aprile 2014

«Sono incazzato, non un po’, tanticchio. Diciamo parecchio. Molto incazzato. Appena un’ora fa ho fatto la videoconferenza. ‘Na pagliacciata. Umiliante per certi versi. È inutile nasconderlo, questa data la aspettavo da molto tempo. La vita qui dentro è monotona, come si può intuire uno si affida a queste scadenze. Conto i giorni. Lo ammetto. Fra un mese ho quell’udienza. Una settimana, 2 giorni. 1 giorno. Stanotte non ho dormito. Ero agitato. Alle 3 mi son messo a leggere “La vera storia del capitano Long John Silver”. Risultato, stamattina avevo delle occhiaie della madonna.

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In giacca e cravatta al mercato

18 aprile. Al mercato rionale di Via Porpora, si presentano il candidato per le elezioni regionali Davide Gariglio, alcuni militanti del PD e la loro lunga coda di paglia, alla quale sta attaccata una camionetta di celere e diversi agenti in borghese. Quando un gruppo di ragazzi, con trombette e megafono, fa notare che quei politici nel quartiere popolare di Barriera di Milano sono come pesci fuor d’acqua (e farebbero bene a tornare a sguazzare tra le loro frequentazioni abituali, quali banche e grossi industriali), si scatena un piccolo putiferio: chi ha il banco al mercato vuole lavorare, la Conticelli – presidente di circoscrizione – s’infuria e brandisce un volantino dal titolo “orgoglio democratico”, chi fa la spesa esprime mille ragioni per cui avercela col PD.

Perquisizioni e caccia al gancio

Trapani: ieri la polizia è entrata in tutte le aree del Cie e ha effettuato una perquisizione con tanto di cani antidroga; arrivata nelle aree ha obbligato i detenuti a spogliarsi e a fare le flessioni. Ne è nato un vivace diverbio che ha costretto il responsabile della Croce Rossa ad intervenire, rimproverando le guardie per l’atteggiamento e per aver creato una situazione di tensione. A questo punto le perquisizioni corporali si interrompono mentre continuano quelle nelle camere, tra gli effetti personali dei reclusi; la situazione si tranquillizza.

Oggi le guardie hanno di nuovo fatto capolino nelle aree  insieme ad alcuni operai e hanno rimosso dalle camere vari oggetti in ferro che erano fissati ai muri (ad esempio, i reggimensola) sostenendo che i detenuti li usino come ganci per scavalcare le recinzioni e fuggire.