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13 Febbraio. Milano. Esposti striscioni in solidarietà ai compagni arrestati alla Statale e a Scienze Politiche.
13 Febbraio. Milano. Esposti striscioni in solidarietà ai compagni arrestati alla Statale e a Scienze Politiche.
Che la situazione sia sfuggita di mano alla Questura e al Comune torinese era già evidente da giorni, dalle lamentele che prima il questore, poi il vicesindaco e quindi l’Appendino hanno rilasciato ai giornali dopo il corteo di sabato. Sorpresi dell’enorme solidarietà arrivata dopo lo sgombero dell’Asilo e gli arresti, hanno espresso in coro la loro stizza, con patetici e affannati appelli a chi era sceso in piazza ad isolare i violenti. La riprova della confusione che alberga in via Grattoni e Palazzo di Città è poi arrivata questa mattina, quando decine di agenti in borghese e altrettanti celerini hanno dapprima bloccato il tram 4 all’inizio di via Milano in mezzo al mercato di Porta Palazzo, per poi far scendere in fretta e furia tutti i passeggeri. Obiettivo dell’operazione identificare una decina di compagni che, armati di uno striscione e una cassa preamplificata, stavano raggiungendo via Garibaldi e il presidio per contestare la sindaca sottoscorta. Svuotato il tram, difatti, celerini e borghesi hanno fatto irruzione sul 4 elargendo spintoni e scudate ai compagni, sotto gli occhi sbigottiti di ambulanti e frequentatori del mercato.
Il presidio è quindi cominciato davanti a un folto uditorio, mentre camionette e cordoni di celere chiudevano la strada che porta al Comune. Via Milano non è stata certo l’unica strada chiusa dalla Questura in centro città, decine di blindati hanno creato una vasta zona rossa attorno a Palazzo di Città il cui confine si è esteso fino a piazza Statuto. E pensare che in fondo si trattava solo di un presidio di contestazione alla sindaca.
Nel frattempo naturalmente continuavano a rimanere in piedi i check-point in Aurora nelle vie adiacenti all’Asilo e il presidio si è quindi trasformato in un corteo che si è diretto verso questo quartiere, militarizzato ormai da un settimana. Una militarizzazione che sta esasperando gli animi di molti abitanti della zona costretti, ogni qual volta rientrano in casa dopo aver fatto la spesa, accompagnato i bambini a scuola o portato il cane a pisciare, a passare in mezzo alla celere e fornire i propri documenti. Chi poi non ha la residenza o non è disposto a sottoporsi a questo stillicidio di controlli è costretto ad arrangiarsi come può magari chiedendo ospitalità a amici o familiari, come hanno avuto modo di raccontarci alcuni abitanti di via Alessandria.
Non c’è male, insomma, se pensiamo alle dichiarazioni dell’Appendino subito dopo lo sgombero fatto, a suo dire per riportare finalmente la normalità in quartiere.
Ma in fondo ognuno ha la sua idea di normalità… ed è proprio contro l’idea di normalità che questo governo sta cercando di imporre, a colpi di manganello e leggi liberticide contro immigrati e contro chiunque alzi la testa, che tanti stanno scendendo in strada in questi giorni, carichi di rabbia e determinazione. In ballo non c’è più solo lo sgombero di un occupazione storica di Torino o l’arresto di sei compagni per associazione sovversiva.
13 Febbraio. Bologna. Ieri un grosso e caldo corteo spontaneo si è snodato per le vie del centro cittadino fino ad arrivare in piazza Verdi. Molte scritte fatte intorno al Comando Regionale dell’Arma.
È appena arrivata la notizia che gli 11 arrestati durante il corteo di sabato usciranno, nelle prossime ore, dal carcere delle Vallette con l’obbligo di presentazione quotidiana davanti all’autorità giudiziaria, dovranno insomma andar a firmare una volta al giorno in una caserma vicino a dove vivono. Tra i capi d’imputazione contestati loro, il Gip ha confermato solo quello di resistenza a pubblico ufficiale al momento dell’arresto. La solidarietà di questi giorni ha fatto naufragare i tentativi di questore, sindaco e vicesindaco di fare terra bruciata attorno agli arrestati e dividere i manifestanti in buoni e cattivi. Sarà importante tenere il ritmo. Andiamo avanti così.
12 Febbraio. Venezia. Messo fuori uso il bancomat della filiale Unicredit di San Pantalon, azione in solidarietà agli arrestati torinesi.
13 febbraio. Il corteo annuale antifascista contro la commemorazione della giornata del ricordo nel quartiere delle Vallette finisce davanti al carcere. Un saluto caloroso a tutti i detenuti e in special modo a compagni e amici rinchiusi da qualche giorno. Un capannone della struttura penitenziaria adibito a laboratorio grazie a un bacio della sorte prende fuoco e crolla.
12 Febbraio. Gasteiz. Saluti solidali internazionali.
12 Febbraio. Patrasso. Nella notte imbrattata la sede dell’ambasciata italiana in solidarietà con i compagni arrestati.
Ieri in consiglio comunale Chiara Appendino ha letto frettolosamente il discorso scritto direttamente dal questore Messina:
“Quelli che hanno fatto casino in città sabato hanno sporcato l’antifascimo, l’antirazzismo e la causa No Tav!”
Non che la sindaca non avrebbe espresso gli stessi concetti, ma ormai ha capito che a farsi dettare discorsi e politiche dagli originali di cui è la brutta copia, fa prima.
Tra Messina e Salvini ha un vasto repertorio tra cui scegliere, la nostra: sicuramente le pratiche sono quelle della Lega, i discorsi vengono direttamente dal capo degli sbirri, sociologo che s’è saltato qualche lezione sulla storia del ‘900, questore a cui piace dire ai sovversivi cosa dovrebbero fare per essere accettati, pena del contrario essere dei prigionieri.
In via Alessandria
Rumore di muri che cadono, di lamiere, di vetri rotti e attrezzi edili. In via Alessandria 12 sembra sia in allestimento un cantiere. I lavori proseguono tutta la notte, la terza con gli operai dentro, e la loro eco si riverbera intorno all’una del mattino insieme alle risate sguaiate dei cani da guardia che sul corso passano annoiati le ore. Questa canea è insopportabile anche per i pazienti. Qualcuno gli urla dalla finestra di stare zitti, uno se la ghigna e chiosa con accento della capitale: “Anche loro vogliono dormì!”. Non si sa chi sarebbero questi “loro”, forse il pronto celerino ha letto i fantasiosi articoli su un quartiere sotto il controllo degli anarchici e pensa ai palazzi di Aurora come un alveare di covi sovversivi. Sarebbe bello un alveare di sovversivi, ma presumibilmente a urlare è solo qualcuno che si deve alzare presto per andare a lavorare e s’è rotto le palle pure lui.
Intanto…
Nelle ultime ore ha iniziato la strategia d’attacco del questore alla solidarietà ricevuta da compagni e compagne, oltre a parlare di prigionieri riguardo agli arrestati, si stupisce del calore che si è espresso in questi giorni e inizia a usare i dividenti. Lo segue a ruota il vicesindaco. Neanche in questo sono stati originali!
“Questi sono delinquenti, animali da covo sovversivo, mostri, anarchici folli, non sono come gli altri, vogliono abbattere l’ordine democratico!”.
Intanto il rumore della gru nel cortile dell’Asilo che distrugge incalza insieme a colpi inferti contro chissà cosa là dentro, e viene da chiedersi se poi a questa democrazia di lacrime e sangue, di stragi in mare, di lavoro con paghe da fame, affitti che stritolano, bollette ogni mese, ambienti avvelenati e chemioterapia, sempre più individui opporranno altro.
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