Girotondo

16 marzo.  Dopo due mesi di esilio tra le stradine del Balon, o a San Pietro in Vincoli o, peggio ancora, dentro il gabbione dietro al Cortile del Maglio, il mercato abusivo della domenica di Porta Palazzo torna in piazza della Repubblica. È dall’inizio dell’anno che tutte le domeniche notte i Vigili occupano ogni angolo della piazza per toglier spazio agli abusivi sospingendoli altrove, ma oggi che i pizzardoni avevano l’ordine di liberare il Balon e San Pietro in Vincoli gli abusivi… si son rimessi in piazza. Troppe poche pattuglie per presidiare tutto il quartiere? Timore di disordini all’alba del giorno del Signore? Qualche nuova diabolica strategia per dividere e disperdere i poveri in eccesso? Una gentile e temporanea concessione? Sta il fatto che il mercato è tornato dov’era l’anno passato: più piccolo rispetto agli spazi occupati in seguito alla semi-legalizzazione con la quale il Comune aveva risposto alle resistenze di quattro anni fa, ma di nuovo nel centro di Porta Palazzo.

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«In carcere ci sono i nostri amici e le nostre amiche, i nostri parenti e i nostri affetti. La galera è una discarica in cui escluderli, nasconderli e spaventarli. Non serve certo ad eliminare la povertà, le ingiustizie, i privilegi e le cause sociali che portano o costringono uomini e donne a compiere scelte di vita etichettate come “criminali”. Mentre coloro che concentrano nelle loro mani ricchezze assurde, distruggono interi territori in nome del progresso, scatenano guerre per conquistare le risorse di un paese, uccidono tra le mura di una caserma, dormono sonni tranquilli nelle proprie case.

Essere per mesi e anni rinchiusi in una cella non è solo orribile in sé. A questo si aggiunge la privazione delle relazioni che sono controllate nei tempi e nei modi, spesso negate. Le condizioni igieniche e sanitarie, la fatiscenza delle strutture, il sovraffollamento, le violenze e gli abusi sono spesso da tutti taciute e nascoste. Ma anche i tentativi dignitosi di protesta e ribellione, individuali o collettivi, non trovano modo di scavalcare il conƒ ne delle recinzioni. Sta a tutti e tutte noi da fuori rompere questo muro e non lasciare che il silenzio sulla vita dentro le galere diventi una seconda condanna. Non abbiamo bisogno della benevolenza della grande stampa per raccontare le storie dei nostri amici e dei nostri cari, né per far uscire direttamente la loro voce.»

Aria, foglio anticarcerario torinese. Scarica e distribuisci i numeri 1, 2, 3, 4, 5 e 6

Un presidio, e nuovi incendi

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Ricoperta di scritte e completamente circondata da celerini, carabinieri, investigatori in borghese e pure vigili urbani: così si presentava questo pomeriggio la sede regionale della Croce Rossa piemontese durante le due ore di presidio in solidarietà con la lotta dei prigionieri di Corso Brunelleschi.

Cinquanta nemici delle espulsioni, tanti striscioni, battiture, discorsi al microfono e una bella serie di registrazioni di testimonianze da dentro che hanno illustrato cosa ci stiano a fare veramente i crocerossini dentro ai Centri. A metà presidio, una bella notizia scalda l’animo dei presenti: telefonano da Corso Brunelleschi per annunciare in diretta che, dopo i roghi dell’altra domenica, due altre stanze dell’isolamento sono appena andate a fuoco.

Alle otto di sera un gruppo di solidali si ritrova fuori dal Cie di corso Brunelleschi per salutare con slogan, petardoni e fuochi artificiali l’ultimo incendio. Nel frattempo, da dentro i reclusi raccontano che la polizia ha prelevato un ragazzo dall’isolamento per portarlo non si sa dove.

Aggiornamento – 16 marzo. Nel primo pomeriggio i reclusi dell’area rossa danno alle fiamme l’ultima camera che era rimasta agibile. E mentre non si hanno ancora notizie del ragazzo portato via ieri sera dalla polizia, i reclusi dell’isolamento hanno cominciato a inveire contro i crocerossini e a spaccare suppellettili, perché da troppo tempo non vengono fatti uscire all’aria aperta. In serata, invece, è l’ultima camera agibile dell’area viola ad andare in fumo. Alle undici di sera, le prospettive per la notte sembra che siano queste: i prigionieri dell’area rossa dormiranno su dei materassi in cortile, quelli della viola invece nella camera, pur danneggiata, della mensa ma senza materassi.

Aggiornamento – 17 marzo. Nel Cie di Torino restano agibili soltanto le cinque camerate dell’area femminile, una camerata dell’area blu e qualche cella di isolamento. Per un racconto di quest’ultima settimana di fuoco ascolta un’intervista andata in onda questa mattina su Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/cie-to-17marzo.mp3]

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A lavorare

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«Un parco divertimenti per delinquenti». Così viene definita durante un convegno del sindacato di polizia Sap la Valsusa, da tale Pierfranco Bertolino, uno dei legali delle forze dell’ordine al processone contro i No Tav. Secondo lui c’è ormai tanta «gente, che con la valle e il Tav non ha nulla a che vedere, che quando non sa cosa fare, va in valle». Niente di nuovo né di particolarmente interessante, una divisione tra buoni e cattivi e tra valligiani e gente di fuori che è stata ormai smentita talmente tante volte, a parole e nei fatti, da non meritare grandi attenzioni. (more…)

Pada down

15 marzo. Torino. I visitatori del sito del Tribunale di Torino si trovano di fronte ad un’ anomala schermata. Al posto della consueta home appaiono infatti insulti ai Pm Padalino e Rinaudo oltre agli storici slogan della lotta contro il Tav. Regalo degli hacker di Anonymous che hanno oscurato il sito per diverse ore dando così il loro contributo alla causa NoTav.

Continuazione interna

15 marzo. Ultima udienza del processo contro Paolo e Forgi, due No Tav fermati lo scorso agosto su una macchina che trasportava materiale per un’iniziativa contro il cantiere di Chiomonte. L’immancabile duo Padalino-Rinaudo richiede una condanna a 6 anni di reclusione e diecimila euro di multa, sottolineando la pericolosità dell’armamentario sequestrato. Dopo l’arringa della difesa, in serata arriva la sentenza. Pur convalidando l’impianto accusatorio dei Pm, il giudice riduce notevolmente l’entità delle condanne applicando il meccanismo della continuazione interna di reato. Paolo e Forgi sono condannati a 2 anni e 2 mesi e cinquemila euro di multa e al momento restano ai domiciliari.

Retata a Porta Palazzo e Barriera di Milano

14 marzo. Trenta immigrati identificati dalla Polizia tra Piazza della Repubblica e i giardini Alimonda. Sette vengono portati in Questura per accertamenti, due ricevono il foglio di via firmato dal Questore, due vengono arrestati per scontare una condanna definitiva, due per detenzione di stupefacenti e, per la prima volta dopo dieci giorni di rastrellamenti continui, due vengono arrestati per aver opposto resistenza ai controlli.

Mezzi incendiati

14 marzo. Rovigo. Incendiati nella notte due escavatori e tre trattori della Pato Perforazioni di Occhiobello, azienda coinvolta negli scavi del Tav. I danni ammontano a 250 mila euro.

La lotta…

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«La lotta paga», a volte, non è solo uno slogan. Si lotta perché è giusto, intanto, spesso perché si hanno le spalle al muro, o ancora perché si inseguono sogni belli e li si vuol rendere veri. Ma la lotta può pure migliorare immediatamente le condizioni di vita e spezzar le catene. È il caso di questi giorni in corso Brunelleschi dove, dopo gli incendi di domenica, non c’è più posto per tenere i prigionieri. E visto che pure negli altri Centri italiani son messi male e non c’è modo di effettuar trasferimenti, giorno dopo giorno, l’Ufficio immigrazione è costretto a liberar qualcuno: in sordina, perché non si sparga troppo la voce che per conquistarsi la libertà non serve aspettar le mene dei consigli comunali e dei sottopifferi ministeriali. I primi tre già lunedì, altri tre martedì, altrettanti ieri e uno oggi: sono una decina i prigionieri usciti dal Centro dal giorno della sommossa, e non è poco in proporzione viste le dimensioni cui si è ridotto il Cie negli ultimi mesi.

E intanto che preparate pentole, fischietti e miccette per far più baccano possibile questo sabato di fronte alla sede della Croce Rossa, ascoltatevi queste quattro chiacchiere intorno all’appalto per la gestione del Cie di Torino fatte con Davide Cadeddu – l’autore del volume “Cie e complicità delle organizzazioni umanitarie” – sulle frequenze di Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/davide-su-croce-rossa.mp3]

Retata a San Salvario (turna)

12 marzo. A 5 giorni di distanza, il commissariato di Barriera Nizza ha condotto una nuova maxi retata nel quartiere di San Salvario. La zona tra Via Galliari e Via Sant’Anselmo è stata blindata con diverse camionette e un centinaio di agenti, bloccando il traffico, e da lì si è proceduto con il controllo di locali e immigrati. Alcune persone hanno cercato rifugio nelle cantine degli stabili ma la polizia ha sfondato la porta. Il bilancio è di 56 persone  fermate, concentrate all’interno del civico 12 di Via Galliari, e da lì condotte al Commissariato. Due, alla fine, gli arrestati, per spaccio di droga. Non si hanno notizie di immigrati portati al CIE in Corso Brunelleschi, che presenta seri problemi di capienza dopo l’ultima rivolta.retata-san-salvario.jpg