6 marzo. Massicci controlli al campo nomadi di Lungo Stura Lazio: 120 le persone identificate, di cui 28 vengono portate in Questura per accertamenti. Un rumeno che stava bruciando dei fili elettrici per estrarne rame viene denunciato per emissione di fumi pericolosi.

6 marzo. Torino. Mentre Caselli e soci, su invito dell’Anpi, discutono di “terrorismo, mafia, anarco-insurrezionalisti e No Tav” in una sala blindata da camionette e cordoni di celerini, a poche decine di metri di distanza un centinaio di No Tav replica con un fragoroso presidio. (more…)

C’è una nuova occupazione a Torino, da questa mattina, proprio in fondo a via Cuneo quasi sulle sponde della Dora. Cinque famiglie e i solidali dell’assemblea contro gli sfratti di Porta Palazzo, tra di loro i due recenti sfrattati “a sorpresa” di Borgo Vittoria e di Barriera. La nuova casa è un bell’edificio, già svuotato da qualche anno dal palazzinaro di turno e in attesa di riqualificazione: un buon posto per dire ai padroni della città che la lotta contro gli sfratti e per la casa è viva e vegeta e che nessuno si è fatto intimorire dagli sgomberi dell’ultimo mese. Ascolta una diretta andata in onda sulle onde di Radio Blackout:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/20140306-via-cuneo-45.mp3]
La mattinata passa veloce tra i primi lavori e le chiacchiere con i nuovi vicini di casa; nel pomeriggio, invece, gli occupanti e i loro compagni di lotta improvvisano un piccolo corteo su via Cecchi e via Cigna, giù fino a via del Fortino dove, nel chiuso dell’Hotel Pacific, si sta tenendo in questi giorni il Congresso della Cgil. Per oggi è annunciata la presenza di Elide Tisi, vicesindaco di Torino con delega alle politiche abitative.
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Giovedì sera, sei di marzo, il giudice in pensione Giancarlo Caselli è stato invitato in una sala di via Leoncavallo, in mezzo alla Barriera di Milano. Insieme a lui Dino Sanlorenzo, storico parlamentare del Pci torinese, la presidente della circoscrizione Nadia Conticelli e Francesco Vercillo, presidente della sezione dell’Anpi dedicata a Renato Martorelli.
Un giudice di sinistra, uno stagionato stalinista, una rampante amministratrice cittadina in quota Pd e il difensore ufficiale delle memorie partigiane del quartiere. Di cosa parleranno? Di “mafia”, di “frange anarco-insurrezionaliste”, di “movimento No Tav” e del pericolo del ritorno del “terrorismo” in Italia. Niente male come scaletta di discussione per una serata sola, e niente male la combriccola.
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4 marzo. Al tribunale di Torino una mezza dozzina di amici e solidali saluta Niccolò, seduto dietro il gabbione degli imputati per una violazione del foglio di via dalla Valsusa, con slogan, cartelli e addirittura un bacio sulle labbra schioccato attraverso il cordone di secondini che lo sorvegliava. Al termine dell’udienza il furgone della penitenziaria che probabilmente lo riportava ad Alessandria viene inseguito in mezzo al traffico da un’auto di solidali al grido di “Nico libero!”
3 marzo, Venezia. Nella notte quattro bottiglie di liquido infiammabile collegate ad un timer vengono lasciate sotto due trivelle della NCB Scrl di Torre di Mosto, ditta specializzata nella costruzione delle macchine perforatrici utilizzate, tra l’altro, al cantiere di Chiomonte. Forse a causa delle forti piogge, l’innesco non è scattato. Non lontano vengono ritrovate alcune scritte contro l’Alta Velocità.
3 marzo. A larghissima maggioranza, il consiglio comunale approva una mozione di Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) che chiede la promozione dei controllori della Gtt al rango di Pubblici Ufficiali, per garantir loro «status, addestramento e strumenti per affrontare un compito che è di polizia» Compito di polizia che sovente, com’è noto, viene accolto con insulti, sputi e botte da parte dei passeggeri.

L’udienza del cosiddetto processone NoTav, in programma per il 28 febbraio, è iniziata e si è conclusa in maniera un po’ diversa dal solito. C’è un gran numero di solidali ad affollare la parte dell’aula bunker riservata al pubblico, quando un compagno dal banco degli imputati prende la parola e annuncia che in due hanno deciso di revocare definitivamente il mandato ai propri avvocati. Non certo per sfiducia nei confronti dei propri difensori ma perché ritengono del tutto inutile continuare a difendersi in un processo in cui è sempre più difficile notare la differenza tra i giudici e i Pm. Terminata questa dichiarazione ne inizia subito un’altra, nella quale, per gli stessi motivi, tutti e 53 gli imputati annunciano che stanno per abbandonare l’aula per recarsi al cantiere di Chiomonte. Con cori, slogan e insulti contro i Pm si esce quindi dall’aula bunker e si sale sulle auto e sui pullman. Direzione Valsusa.
Alle 12 e 30, dietro uno striscione in solidarietà con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, un lungo serpentone molto rumoroso si incammina lungo la mulattiera di Giaglione e si ferma solo davanti a un folto gruppo di celerini che, a ridosso dell’area del cantiere, sbarra la strada. Faccia a faccia con i celerini continuano gli slogan e i cori anche quando, uno sputo su un casco blu fa vibrare qualche manganellata. Dopo un paio d’ore si ritorna quindi indietro per la mulattiera dell’andata continuando senza sosta a intonare canti contro il cantiere e le forze dell’ordine.
Ascolta un resoconto della giornata dai microfoni di Radio Blackout, oppure scarica il file mp3.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/macerie_28022014_da_giaglione.mp3]
27 febbraio. Poco prima delle otto di sera una ventina di solidali si radunano fuori dalle mura del Cie di corso Brunelleschi per salutare i reclusi. Un quarto d’ora abbondante di baccano, condito da battiture, slogan, petardoni, fumogeni e grida dei reclusi del Centro.
Il 24 febbraio il tribunale di Modena, per mano del giudice Manuela Cortelloni, ha condannato tre compagni accusati di aver danneggiato il Cie di Modena al termine di un presidio di solidarietà con i reclusi il 16 giugno scorso. Le pene vanno dagli 8 mesi a 1 anno senza condizionale. Due imputati si trovano tuttora sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di dimora con restrizioni notturne. Nel frattempo, com’è noto, il Cie di Modena ha chiuso i battenti, grazie ai danneggiamenti provocati dai reclusi.
1 marzo. Ad Alba Adriatica, in provincia di Teramo, alcuni mezzi della Croce Rossa sono stati imbrattati con scritte come «Fuoco ai CIE», «Complici dei lager», «Solidali con Andrea, Sabbo, Gabriele», rovinando la presentazione del calendario 2014 organizzata dal comitato locale.

Aggiornamento 2 marzo. Revocati gli obblighi di dimora, Sabbo e Andrea dovranno firmare due volte a settimana.