25 gennaio. Un avventore abituale di un bar che si affaccia su piazza della Repubblica entra nel locale lamentandosi del costo delle medicine per curare l’influenza del piccolo figlio. Ordina il solito whiskey e sovrappone al vociare del bar il racconto di ciò che ha appena visto in strada:
– Hanno bloccato il Rondò della Forca. (more…)
Carcere “Lorusso e Cotugno”, si dimette il direttore Giuseppe Forte
„24 gennaio. Da oggi, Giuseppe Forte, (ex) direttore del carcere delle Vallette, tornerà alla scuola di formazione del personale penitenziario di Cairo Montenotte. Al suo posto si insedia Rosalia Marino, già numero uno del carcere di Novara. Il Dap ha poi disposto il trasferimento definitivo per il comandante della polizia penitenziaria Gianluca Colella, da sette anni al vertice dei 600 agenti torinesi, a causa della sua “eccessiva durezza nei confronti dei sottoposti” (sic!). Al posto di Colella è stato nominato il commissario Pio Mancini, che arriva dal carcere di Ascoli.

23 gennaio. Bergamo. Alcuni autobus delle linee urbane vengono tappezzati di cartelloni in solidarietà con i quattro arrestati.

23 gennaio. Torino. Nella notte i muri e le serrande della sede del Partito Democratico di Barriera di Milano, in Via Cervino, sono stati riempiti di scritte in solidarietà agli arrestati No Tav e di insulti per il partito politico promotore della linea ad Alta Velocità.

23 gennaio. Trento. Danneggiati sette bancomat della Banca di Trento e Bolzano, appartenente al gruppo Intesa San Paolo, con olio esausto, colla e silicone nelle serrature. Danneggiate anche le telecamere e tracciate sui muri e sulle vetrate scritte in solidarietà ai No Tav arrestati.
22 gennaio. Torino. Mentre si svolgono al Palagiustizia gli interrogatori dei quattro compagni e un gran numero di celerini e agenti in borghese presidiano il Tribunale e la stazione di Porta Nuova, una trentina di compagni con striscioni, cassonetti e cavi d’acciaio, blocca la grande rotonda davanti alla Stazione Dora. Alcune scritte fatte sui pannelli attorno spiegano come il blocco sia una risposta alla sospensione dei colloqui decisa dai Pm.
22 gennaio. Dopo gli incendi dell’ultima settimana che avevano danneggiato diverse camerate del CIE di Torino, rendendole di fatto inagibili, i funzionari dell’Ufficio Immigrazione hanno deciso di alleggerire la pressione. Oggi hanno disposto il trasferimento di una decina di reclusi versi altri Centri, in particolare quelli di Roma e Bari.

«Finalità investigative». Queste le ermetiche motivazioni, che tutto spiegano senza nulla spiegare, fornite dai PM Rinaudo e Padalino riguardo la decisione di bloccare i colloqui dei compagni e familiari con Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò. Del resto la procura, fino alla conclusione delle indagini preliminari, può fare e disfare a proprio piacimento riguardo la concessione dei colloqui, senza neanche fornire una precisa motivazione. Non si sa quindi oltre al perché neanche quanto durerà questa sospensione che di fatto isola completamente i quattro arrestati dal mondo esterno. (more…)
Ma esiste ancora il “terzo martedì del mese”, il giorno in cui la Questura di Torino per più di un anno ha concentrato gli sfratti per tentare di eseguirli tutti assieme con camionette e celerini?
Ce lo chiedevamo giusto due mesi fa, quando in zona San Paolo, in corso Agnelli e a San Salvario tre picchetti contemporanei avevano bloccato altrettanti tentativi di cacciare in strada inquilini morosi. Al tempo non siamo riusciti a darci una risposta giacché in quel giorno di novembre di camionette non se ne erano viste e intanto, almeno in Barriera, gli ufficiali giudiziari continuavano ad evitare sistematicamente di rinviare gli accessi in quella data – preferendo di gran lunga scappare a gambe levate per chiedere ai giudici di autorizzare lo sfratto a sorpresa. Solo un ufficiale giudiziario, rimasto bloccato da un picchetto in Borgo Aurora, proprio in quei giorni aveva mormorato: «Oggi ve lo dò il rinvio, ma al terzo martedì di gennaio…». E così, incerti su quel che potesse frullar nella testa dei Questurini e per mettersi le spalle al sicuro, questa mattina, terzo martedì di gennaio, un bel gruppone persone – tra partecipanti all’assemblea contro gli sfratti di Porta Palazzo, amici e solidali – si è radunato all’alba di fronte ad un portone di una palazzina di via Parma ad aspettar l’ufficiale giudiziario e le camionette. Palazzina di ringhiera, tipica delle nostre barriere operaie, scrostata e coi cessi sul ballatoio, che il proprietario sta tentando di svuotare a forza di sfratti probabilmente per ristrutturarla e trasformarla in una lucida capponaia per ricchi – come la costruzione accanto, che da piccolo stabilimento industriale si è trasformato in un palazzone di uffici e loft con tanto di piscina in cortile. (more…)
Dopo le rivolte del 16 e del 19 gennaio che hanno distrutto tre sezioni del Cie di Torino, i prigionieri sono costretti a dormire per terra nella sala mensa, senza armadi né brandine, e a farsi la doccia nei bagni delle camerate, rese inagibili dal fuoco. Questo video è stato girato dai reclusi stessi, a insaputa delle guardie.