Terroristi…
3 gennaio. Milano. «PD, terroristi siete voi!», questa la scritta scoperta in mattinata sulle serrande del circolo Romana-Calvairate del Partito
Democratico meneghino.
3 gennaio. Milano. «PD, terroristi siete voi!», questa la scritta scoperta in mattinata sulle serrande del circolo Romana-Calvairate del Partito
Democratico meneghino.
31 dicembre. Alle sette di sera una quarantina di solidali si trova sotto le mura del Cie di Torino per salutare i reclusi con slogan, battiture, botti e fuochi artificiali. I reclusi e le recluse rispondono urlando, e dalle aree bianca e gialla si levano colonne di fumo bianco: nel cortile bruciano materassi e coperte. Un recluso tenta la fuga aprendosi un buco tra le sbarre, ma viene fermato dalla polizia prima di riuscire a scavalcare il muro di cinta. Contattate al telefono, le recluse raccontano che il giorno prima una ragazza cinese si era tagliata le vene così a fondo da dover essere ricoverata in ospedale.
Da affiggere, appiccicare o spedire, un po’ di materiale intorno agli arresti di Mattia, Claudio, Chiara e Niccolò.
«“Il Cie di Modena non riaprirà”: l’annuncio della Prefettura
Il ministero dell’Interno ha sopresso per sempre la struttura, attiva dal 2002
Modena, 29 dicembre 2013
Il ministero dell’Interno ha soppresso il Cie di Modena. Lo annuncia la Prefettura della città emiliana. La struttura aveva iniziato la sua attività nel novembre del 2002 con una capienza complessiva massima di sessanta
posti ed ha funzionato ininterrottamente per oltre dieci anni, fino a quando, nell’agosto scorso, è stata disposta la temporanea sospensione della sua attività per consentire non rinviabili lavori di ristrutturazione e di adeguamento, necessari anche a seguito dei ripetuti danneggiamenti provocati dai trattenuti. La Prefettura ha avviato le procedure per la disdetta del contratto di locazione dell’immobile e dei contratti di manutenzione per la gestione degli impianti del Centro.»
«Cie di via Corelli chiude: ristrutturazione, poi parte la nuova gestione
Chiude il centro, i lavori iniziano l’1 gennaio. Gli ospiti saranno trasferiti in altri centri. Fra una settimana verrà assegnato l’appalto per la gestione in via provvisioria ai vincitori
Milano, 29 dicembre 2013
Una nuova iniziativa, questa volta a Torino, in solidarietà con Claudio, Nicco, Mattia e Chiara, in carcere oramai da quasi tre settimane, e contro la costruzione del treno superveloce in Val di Susa. Una quarantina di Notav e di solidali entrano poco prima delle sei del pomeriggio nella stazione di Porta Nuova e si piazzano, bandiere alla mano, in mezzo al binario 17 dove il Frecciarossa per Roma sta per partire. Appendono uno striscione tra i pali («Il Tav è ovunque: blocchiamolo – libertà per Claudio, Nicco, Mattia e Chiara»), intonano slogan (tra cui «il sabotaggio non è sbagliato: terrorista è lo Stato»), distribuiscono volantini ai passeggeri; la circolazione è bloccata e ne fa le spese anche il treno che dovrebbe partire dal binario accanto, un Frecciarossa che pure va a Roma ma fermandosi a Bologna e Firenze. Poco prima Piero Fassino era stato avvistato in biglietteria: chissà su quale dei due treni avrebbe dovuto salire. Sta di fatto che il sindaco sulla banchina neanche si fa vedere e dopo un quarto d’ora i manifestanti liberano i binari, anche se la circolazione rimarrà bloccata per un’altra trentina di minuti. Dopo un po’ verso la stazione arriva una camionetta delle Celere, ma i nostri oramai si sono dileguati.
E sempre sabato, alla Gare du Lyon di Parigi, tutti i viaggiatori dei TGV delle 6.40, 10.40 e 14.40 diretti a Torino e Milano hanno avuto tutto il tempo di leggere un volantino sugli arresti del 9 dicembre, distribuito da una quindicina di solidali, in francese e in italiano.
Una cinquantina di solidali con le lotte dei reclusi dei CIE ha occupato per alcune ore la sede del Comitato Regionale della Croce Rossa a Napoli, dedicando l’iniziativa in particolare ai reclusi di Roma con le bocche cucite e ai rivoltosi di Bari. Girando per gli uffici, gli occupanti hanno avuto la fortuna di incontrare Paolo Monorchio, l’ex direttore crocerossino del CIE di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta. Nei giorni dell’inaugurazione, nel lontano aprile 2011, aveva definito il lager campano «un campo all’avanguardia, probabilmente il migliore d’Italia», augurandosi comunque per i reclusi una «permanenza più breve possibile». Profetico come Cassandra, Monorchio aveva ragione su tutto: il primo CIE della Campania era talmente all’avanguardia da restare aperto appena due mesi, distrutto in un grande incendio appiccato dai reclusi al culmine una rivolta.
Si è affievolita, per ora, la protesta dentro al Centro di Corso Brunelleschi. Tra ieri sera e questa mattina i reclusi hanno ricominciato a mangiare, mentre non si hanno notizie precise della ragazza niegeriana accusata di aver morso un agente e trasferita in isolamento. In uno dei blocchi maschili, invece, un recluso ha ingoiato delle batterie per protesta: è stato portato al Pronto Soccorso, gli son state somministrate alcune compresse, e quindi è stato riportatato al Centro. Intanto però qualcuno ha pensato bene di fare visita alla sede regionale della Croce Rossa, in via Bologna: scritte e secchiate di vernice in solidarietà con le ragazze pestate dagli agenti l’altroieri – giusto per dire, evidentemente, che i responsabili dell’oscenità dei Cie si possono trovare sempre e facilmente.
A Roma, invece, dopo le bocche cucite e i trasferimenti forzati, per domani si annuncia una protesta fuori dalle mura: dalle 17, presidio davanti al Cie di Ponte Galeria. Ascolta qui la presentazione dell’iniziativa.
In quanto a proteste e rivolte, intanto, il testimone è passato decisamente a Bari-Palese, dove un bel tentativo di evasione di massa si è trasformato in una rivolta, durante la quale un gruppone di reclusi ha prima allagato una sezione e poi dato fuoco a materassi e suppellettili. A detta della Questura la situazione ora è “tranquilla”, anche perché le Forze dell’Ordine presidiano in massa l’esterno del Centro. Non ci sono stati arresti anche se, da quel che dicono i questurini, le posizioni di alcuni rivoltosi sono “al vaglio” degli inquirenti.
È bastato che il TG2 mettesse in onda un breve video girato a metà dicembre nel CSPA di Lampedusa per far tornare alla ribalta sui media nazionali la questione dei senza-documenti e delle loro condizioni di detenzione nei diversi Centri sparsi per il Paese. Come tutti sapranno, dieci giorni fa veniva trasmesso un breve video che riprende una procedura di disinfestazione anti-scabbia, con alcuni richiedenti asilo costretti a spogliarsi davanti agli operatori per essere innaffiati da una soluzione disinfettante. Crediamo che quest’ultimo scoop non sia nulla di sconvolgente, soprattutto per chi in tutti questi anni ha avuto il fegato di guardare le foto e i video usciti dai Centri per senza-documenti. Se nei CIE non venissero sistematicamente distrutte le telecamere dei cellulari dei reclusi, ne avremmo viste anche di peggio. E comunque nonostante la censura preventiva imposta dalla Polizia e dai gestori dei Centri, in tutti questi anni non sono mancati video e foto pieni di sangue, con corpi tagliati e pestaggi di polizia e militari, bocche cucite, senza dubbio ben più scioccanti dell’ultimo video arrivato da Lampedusa. Eppure questa volta è scoppiato il caso. Sarà che proprio in quei giorni cadeva l’inutile celebrazione della Giornata internazionale del Migrante, sarà che la situazione dei Centri per senza documenti non è delle migliori e sono passati pochi mesi dalle ultime grandi rivolte di Gradisca e Milano, sarà che la macchina delle espulsioni è in ristrutturazione e gli interessi in ballo sono tanti, sta di fatto che in pochi giorni si è letto e sentito di tutto. Siamo sicuri che questa nuova bolla si sgonfierà in breve tempo, e presto si parlerà d’altro, ma vale pur sempre la pena di fare qualche considerazione.
24 dicembre. In via Garibaldi un venditore ambulante tenta di riprendersi la merce sequestrata dai vigili urbani, e ne nasce una colluttazione. Sorpresi ma pur sempre quattro contro uno, i vigili riescono ad atterrare l’ambulante, mentre la folla raccoltasi intorno grida «buffoni, buffoni!» Per riuscire a terminare l’operazione vengono chiamati i rinforzi, e arrivano alcuni agenti in borghese, tre motociclisti e pure l’unità cinofila. Alla fine, l’ambulante viene arrestato per resistenza e lesioni, e quattro i agenti passano dall’ospedale a farsi fare un bel refertino.
Mentre i riflettori sono puntati sullo “sgombero” di Lampedusa, nel Cie di corso Brunelleschi a Torino una donna nigeriana è chiusa in cella di isolamento da ieri sera, mentre nel resto del Centro continua lo sciopero della fame di tutti i prigionieri. Non si fermano dunque le proteste in seguito al violento pestaggio nella sezione femminile da parte della celere, chiamata dalla Croce Rossa per placare gli animi delle recluse. Nella gara al massimo ribasso per stabilire chi sia il peggior gestore delle prigioni per senza-documenti, la Croce Rossa e la Questura di Torino si aggiudicano per ora la maglia rosa della violenza contro le donne. E dopo aver sentito le parole di suore, dipendenti interinali e funzionari sindacali della polizia, ascolta il racconto della giornata di ieri, dalla voce di una reclusa del Cie di Torino, oppure scarica il file mp3.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/cie_to_pestaggio_donne.mp3]