Parcheggi

Macchine comune bruciate

14 giugno. Sono quattro le macchine di proprietà del Municipio (due Panda, una Doblò e una Fiat Punto, per essere precisi) a bruciare nella notte in un parcheggio comunale di via Bologna, nella zona di Regio Parco. Da parte loro, i giornali si dicono certi della natura dolosa dell’incendio, e lo ricollegano agli sgomberi di questi giorni.

Occupazione (e sgombero) in via Pisa

Sono le due e mezza di giovedì, quando il tam-tam dei solidali di Barriera e Porta Palazzo annuncia una nuova occupazione. È al numero 18 di via Pisa, in piena Aurora. È una struttura abbastanza grossa, con vari piani di uffici e due capannoni annessi, abbandonati da un bel po’: un bel posto per far rinascere “La Miccia”, sgomberata poco più di un mese fa. Passa poco più di un’ora, giusto il tempo di cominciare qualche lavoro e di far radunare un po’ di compagni davanti al portone quando, sorpresa!, arrivano le prime camionette. Uno sgombero deciso ed organizzato su due piedi: non si ha memoria di una situazione del genere in città in questi ultimi anni, e quindi occupanti e solidali vengono colti impreparati. Le camionette chiudono i quattro lati di via Pisa e di via Perugia intorno all’occupazione, la celere avanza a passo veloce verso la gente in strada, che non ha modo di difendersi e viene circondata facilmente. Gli occupanti salgono veloci sul tetto, ma le barricate non sono ancora pronte ed il tetto per di più è piatto e non consente alcuna resistenza ai celerini in arrivo. Nel giro di un’ora dall’arrivo della polizia è tutto finito, con poco meno di trenta persone identificate sul posto, le camionette che faranno la guardia all’edificio sgomberato ancora fino al giorno dopo, e la Digos a ronzare intorno ai luoghi di ritrovo dei compagni per tutta la notte. In serata, un piccolo corteo di compagni percorrerà le strade intorno per protestare – e questa volta la polizia si terrà lontana.

È presto, forse, per tirar fuori valutazioni definitive da questo episodio. Potrebbe essere, in effetti, che i questurini abbiano mangiato la foglia per tempo e abbiano avuto modo di organizzarsi con calma – e questo direbbe qualcosa sul livello di controllo messo in campo dalla repressione in città. Oppure potrebbe essere ancora che l’edificio in questione rivesta una qualche particolare importanza, che ignoriamo, giustificando un intervento tanto tempestivo – e questo direbbe qualcosa sulle capacità da parte della repressione di tutelare efficacemente e in qualsiasi momento snodi critici delle infrastrutture cittadine. Oppure, ancora, che in questo momento la Questura ha i mezzi a disposizione (almeno sei-otto camionette pronte ad intervenire, nel nostro caso) e l’ordine perentorio di stroncare subito ogni ripresa della lotta per le occupazioni e contro gli sfratti in quartiere, lotta sotto attacco già da un mese e mezzo. Ci sarà senz’altro occasione di farsi un’idea più chiara, e di riparlarne.

Cie di Caltanissetta, fuga con pietre, acqua e candeggina

Caltanissetta, 13 giugno 2013

«Rivolta al Cie di Caltanissetta con pietre, acqua e candeggina
I migranti tentano la fuga e lanciano sassi e il micidiale miscuglio contro le forze dell’ordine. Quattro agenti feriti, due algerini arrestati

 

Un gruppo di migranti, poco dopo la mezzanotte, ha tentato di scavalcare la recinzione. Nel frattempo, per favorire la fuga, altri stranieri hanno lanciato sassi e un miscuglio di acqua e candeggina contro le forze dell’ordine.

Tre agenti contusi, uno raggiunto agli occhi dalla candeggina e due algerini arrestati è il bilancio della rivolta. Cinque immigrati sono riusciti a scavalcare la recinzione alta circa 10 metri, con l’obiettivo di sparire nelle campagne.
Quattro di loro sono stati bloccati dopo avere sferrato calci e pugni agli agenti, costretti a ricorrere alle cure sanitarie presso l’ospedale Sant’Elia. Due algerini di 22 e 30 anni, tra i più violenti, sono stati arrestati per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, mentre altri due sono stati denunciati a piede libero.

Repubblica Palermo

 

Ancora uno sfratto a sorpresa

Alle nove di mattina di martedì 11 giugno, due camionette della polizia si schierano in via Bibiana, in Borgo Vittoria, di fronte a un appartamento sotto sfratto. Nei mesi scorsi gli inquilini avevano già resistito a diversi tentativi di sfratto: l’ultima volta, tre mesi fa, avevano ottenuto in rinvio a luglio. Evidentemente, anche in questo caso qualche giudice ha concesso l’autorizzazione a eseguire uno sfratto a sorpresa. Ma gli inquilini riescono a barricarsi in casa e chiamano i solidali. Nel giro di pochi minuti, una trentina di persone si radunano in via Bibiana, e la polizia si schiera in mezzo alla strada per tenerli distanti. Ma poco dopo, gli inquilini escono in strada: una donna anziana viene portata via in taxi, e la polizia impedisce agli altri sfrattati di avvicinarsi ai solidali, per cui non si sa esattamente cosa sia successo. La polizia ha sfondato la porta? O sono bastate le minacce a farla aprire? Comunque sia, lo sfratto è ormai eseguito, e allora il presidio si allontana percorrendo in corteo le strade lì attorno, scandendo slogan, bloccando il traffico e informando i vicini di che cosa è appena accaduto quella mattina.

Nel corso della giornata poi, arrivano notizie da altri due sfratti per cui erano stati organizzati dei picchetti: uno a Lingotto, rinviato al terzo martedì di settembre; e uno a San Paolo, sospeso e quindi rimesso nelle mani di un giudice.

Caltanissetta, tentativo di fuga

Caltanissetta, 10 giugno 2013

«Caltanissetta, tentativo di fuga: è quasi sommossa a «Pian del Lago»

Sventato dalla polizia un tentativo di fuga al centro d’accoglienza di Pian del Lago. L’episodio ieri mattina quando quindici extracomunitari ospiti del Centro identificazione ed espulsione si sono arrampicati alla sbarre della struttura con il chiaro obiettivo di scavalcarle. E’ subito scattata la mobilitazione delle forze dell’ordine attorno alla struttura per rintuzzare l’iniziativa messa in atto dal drappello di disperati rimasti appesi alla rete di recinzione per oltre un’ora prima di scendere e rientrare nei padiglioni. Ci sono stati momenti concitati ma non si registrano feriti o danni alle strutture. Il Cie, come è noto, è la struttura più sorvegliata del centro di Pian del Lago. Al suo interno una settantina di di extracomunitari, molti dei quali provenienti dai circuiti carcerai e ormai in procinto di essere espulsi per far ritorno in patria. Evento fra i più temuti dagli ospiti che spesso inscenano tentativi di fughe. In questo momento il centro di permanenza di Pian del Lago ospita 480 profughi, oltre quattrocento dei quali richiedenti asilo. L’emergenza immigrati scoppiata a Pian del Lago continua, purtroppo, a riservare colpi di scena. Non bastassero l’occupazione degli impianti sportivi e i tanti extracomunitari costretti a dormire all’addiaccio per mancanza di posti al centro d’accoglienza, ecco spuntare problemi di sicurezza all’interno dei bus urbani che collegano la contrada con il centro storico. E l’altro ieri si è reso necessario il massiccio intervento delle forze dell’ordine per riportare la calma in un mezzo dove era salito un gruppetto di nordafricani per dirigersi verso il centro città».

Il Giornale di Sicilia

 

Non basta una firma – Capitolo 3

Dopo Marianna e Camille, ancora una volta la misura dell’obbligo di firma quotidiana in questura è stata tramutata in arresti, questa volta domiciliari. Da venerdì pomeriggio Simona, una compagna alle firme da marzo in seguito all’occupazione della sede degli ufficiali giudiziari, è stata messa ai domiciliari con tutte le restrizioni. La ragione? Una denuncia per aver resistito alla polizia durante un picchetto contro gli sfatti l’ultimo terzo martedì di maggio.

Le due facce della smart city

6 giugno. Da oggi Piazza San Carlo, con la collaborazione del gruppo Olicar, Selex Es e Iride, si è dotata di lampioni “intelligenti”. Se all’apparenza nulla è cambiato, i lampioni ora sono invece in grado di filmare tutto quello che succede al di sotto di loro. Contemporaneamente, trasmettono segnali a smartphone e computer che possono navigare gratuitamente sul web da tutta la piazza.

Misure cautelari

Mercoledì mattina gli agenti della Digos hanno portato Michele in questura con la scusa di dovergli notificare degli atti e l’hanno poi arrestato. L’accusa è di aver impedito l’arresto di un’amica, in concorso con Marianna (che rimane agli arresti domiciliari senza poter né vedere, né sentire nessuno) e un’altra persona, ancora ricercata dalla Polizia. Anche Camille, già sottoposta a misure cautelari, subisce una restrizione degli arresti domiciliari con le stesse accuse: non potrà più ricevere visite o comunicare con l’esterno, via telefono e posta.

Per scrivere a Michele:
Michele Garau
c/o Casa Circondariale “Lorusso e Cotugno”
via Pianezza 300
10151 Torino

Niente spedizioni

6 giugno. Sciopero compatto alla TNT di Orbassano. Dall’alba e per tutto il giorno una quarantina di lavoratori della cooperativa 3M e alcuni solidali hanno picchettato gli ingressi dello stabilimento, bloccando di fatto tutte le spedizioni.

Disoccupato e portoghese

6 giugno. Dopo aver pizzicato un viaggiatore con l’abbonamento scaduto a bordo del tram 4 in Barriera di Milano, un controllore pensa bene di fargli la multa. Il portoghese ha prima spiegato di essere disoccupato, ma visto che il controllore non voleva sentire ragioni ha deciso di reagire con forza per evitare la multa: il controllore finisce contuso e il suo cellulare e il verificatore elettronico dei biglietti rimangono completamente distrutti.