Un pestaggio al Cie di Trapani

Venerdì, nel Cie di Trapani Milo, un recluso viene brutalmente picchiato dai poliziotti di guardia. Il medico, dopo aver visitato il pestato, assicura che non è nulla di grave. L’avvocato d’ufficio, “consigliato” direttamente dai poliziotti, non si capisce bene che cosa farà. Il direttore del centro (che si è fatto le ossa al Cie di Modena), dopo aver assistito al pestaggio, invita i prigionieri ad “avere pazienza”. Ma i reclusi di pazienza non ne hanno davvero più: fotografano il ferito, vogliono che si sappia in giro quel che succede a Trapani, e per protesta iniziano uno sciopero della fame, ben consapevoli che contro la prepotenza della polizia non rimane altro che “andare sotto e far casino”.

Aggiornamento 20 maggio. Lo sciopero della fame è stato interrotto. Domenica i reclusi hanno protestato rumorosamente salendo sui tetti del Centro.

Ascolta una telefonata con i reclusi del Cie di Trapani Milo, oppure scarica il file mp3.

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/cie_trapani_pestaggio_18052013.mp3]

Arresti a Casa Blatta

19 maggio. Due occupanti della Casa Blatta Liberata di via Cimarosa vengono arrestati dalla polizia a poca distanza dall’ingresso della casa. Due giorni prima ignoti si erano introdotti nell’occupazione per rubare un generatore e un computer e danneggiare il resto.

Non basta una firma – Capitolo 2

Mercoledì mattina la polizia ha arrestato Camille. Accusata di un furto in autogrill di ritorno da una manifestazione No Tav, da un mese era sottoposta all’obbligo di firma in attesa del processo. Come successo a Marianna meno di due settimane fa, anche a Camille un giudice ha sostituito l’obbligo di firma quotidiana con la custodia cautelare in carcere.

Per chi volesse scriverle, l’indirizzo è

Camille Casteran
c/o Casa Circondariale “Lorusso e Cotugno”
via Pianezza 300
10151 Torino

Al ristorante

15 maggio. Un gruppo di persone entra nel ristorante “Al Gufo Bianco” dove sta pranzando il presidente dell’ATC Elvi Rossi.  Dopo alcuni minuti di insulti e slogan contro gli sfratti il presidente e i due funzionari che lo accompagnavano preferiscono abbandonare il locale e si allontanano a bordo in un bel macchinone di grossa cilindrata.

Bari Palese, tocca a Connecting People

Bari, 14 maggio 2013

«Nuova gestione – CIE Connecting people

Un affare da 28 euro a migrante. Un milione, 140 mila e 552 euro iva esclusa. Tanto incasseranno ogni anno, e per tre anni, i nuovi gestori del Centro di identificazione e espulsione dei migranti a Bari. Che cosa sia di fatto cambiato all’interno del CIE è per ora impossibile rivelarlo perché entrare nei Centri d’identificazione rimane per i giornalisti un’impresa non da poco. Di certo è cambiato il manico, è una donna a guidare la gestione. Connecting People ha dovuto assorbire le sei figure stabilizzate dall’OER negli anni, la cronaca dice che è il consorzio che più di altri gestisce CIE, 17 appalti in tutto e con esiti controversi. Fa ancora rumore l’indagine della Procura di Gorizia che per il CIE di Gradisca, gemello di quello di Bari, sospetta che il denaro versato dallo Stato per gestire la struttura sia finito anche in tasche private».

VentidueTV

Sfratti a sorpresa

Non si ferma la rincorsa dei padroni della città, lanciatissimi (e bene armati) contro la resistenza agli sfratti a Torino. Dopo lo sfratto anticipato in via Renier e quello fuori orario in via Gaglianico nel mese di marzo in zona San Paolo; i due picchetti sfondati a San Salvario e alle Vallette ad aprile; l’ondata di sgomberi di aprile-maggio (l’appartamento Atc di corso Racconigi e le palazzine di via Foggia e via Aosta); il nuovo arresto di Marianna; i trucchetti con gli accampati di piazza Palazzo di Città – la polizia è ancora all’attacco, con due sfratti a sorpresa in Barriera di Milano e in Aurora.

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Contro arresti, sgomberi e…

Dopo un’oretta di presidio, raggiunte le centocinquanta persone abbondanti tra sgomberati di martedì, compagni, solidali della zona, occupanti di case e un po’ di famiglie sotto sfratto, la manifestazione indetta nei giardinetti di via Montanaro si trasforma in corteo. L’idea è quella di percorrere il quartiere per raccontare degli sgomberi dell’altro giorno e di Marianna in carcere, ma anche della nuova occupazione e della resistenza contro gli sfratti che non si è certo arrestata.

    Marianna libera

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Vita da secondini

11 maggio. L’OSAPP rende noto che un detenuto ha ferito al volto un sovrintendente capo della Polizia penitenziaria con una lama da rasoio che teneva nascosta in bocca.