11 maggio. Quando i Carabinieri gli hanno intimato di aprire la porta per una perquisizione, non ci ha pensato due volte e ha cercato di fuggire buttandosi dal balcone di casa sua, al primo piano. L’uomo, probabilmente clandestino, nella caduta si è fratturato il femore e ha riportato diverse altre lesioni, tra cui una al cranio.
10 maggio. Tempo di bilanci per l’Autodetector, dispositivo che fa di Torino l’avanguardia nella repressione di chi circola con la patente senza punti, su un’auto rubata o gravata da ganasce fiscali. Nel 2012 sono state 164 le vetture bloccate perché risultavano oggetto di un provvedimento di fermo. L’occhio elettronico a bordo delle auto dei civich filma le targhe delle auto, le manda a un database e controlla la loro situazione. Nei casi ordinari, si accontenta di una multa, in quelli già citati, del sequestro. Ogni giorno, sono circa 5000 le targhe controllate.

Dopo gli sgomberi di martedì, da questa mattina all’alba c’è una nuova occupazione abitativa in città. In corso Principe Oddone 94/bis, in una zona in piena riqualificazione forzata, a pochi metri dal fantasma della vecchia Stazione Dora. Gli occupanti invitano tutti i solidali ad andare a trovarli. E mentre il leghista Ricca invoca, a tempi di record, lo sgombero immediato voi leggetevi invece il volantino con il quale gli occupanti si sono presentati al quartiere.
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Ogni sfratto, una barricata!
Ogni sgombero, una casa occupata!
Marianna libera!
Presidio
Sabato 11 maggio, ore 16:00
Giardini di via Montanaro
corso Giulio Cesare fermata Lauro Rossi
(Pare che alla stessa ora i fascisti di Forza Nuova si ritroveranno in piazza Derna per sfilare in Barriera di Milano dove, secondo loro, «gli italiani ormai sono stranieri a casa propria.» Una curiosa coincidenza, e una buona occasione per riaffermare che – in Barriera e un po’ dappertutto a Torino – per difendersi proprio la casa immigrati e italiani sotto sfratto lottano insieme contro banche, padroni, ufficiali giudiziari e polizia.)
Nella situazione concitata dell’altro giorno, nel breve racconto che vi abbiamo fatto delle cariche a Porta Palazzo abbiamo trascurato di segnalarvi un episodio che col senno di poi ci pare invece sugoso.
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9 maggio. Nella notte ignoti lasciano sui muri della stazione della Metro “Pozzo Strada” diverse scritte contro gli sgomberi e gli arresti dei giorni precedenti.
Sullo slancio delle cariche in piazza della Repubblica di ieri pomeriggio, la polizia ha sgomberato stamattina la casa occupata di via Aosta, la più piccola delle occupazioni abitative della zona. Al momento, una compagna è ancora trattenuta nella casa dagli agenti.
Quindi, la polizia ha cinto d’assedio il tratto di via Foggia dove si trovano la Miccia Squat e un’altra occupazione abitativa. In questo momento sappiamo che gli agenti sono riusciti ad entrare nella casa occupata; nulla si sa invece della situazione alla Miccia.
Dei due fermati di ieri, invece, è confermato l’arresto: per loro è stata fissata l’udienza del processo per direttissima domani mattina, mercoledì 8 maggio.
Aggiornamento ore 16. I tre sgomberi sono terminati, ma alcune camionette rimangono ancora intorno a via Foggia mentre altre sono parcheggiate nei Commissariati vicini, coi motori accesi: da un rapido calcolo, nell’operazione di stamattina ne sono state impiegate una ventina. In nessuna delle case gli occupanti sono riusciti ad opporre resistenza, ed in almeno un caso i poliziotti hanno occupato il tetto prima che la gente potesse salirvi. Dei fermati durante lo sgombero, mancano ancora all’appello due dei compagni della Miccia, ancora trattenuti in Questura.
Se volete scrivere ai due arrestati per le cariche di piazza della Repubblica, potete farlo a questo indirizzo:
Marco Pisano
Paolo Milan
c/o Casa Circondariale “Lorusso e Cotugno”
via Pianezza 300
10151 Torino
Aggiornamento 8 maggio. Dei fermati durante gli sgomberi di ieri nessuno è più in Questura, già dalla serata di ieri. Questa mattina, invece, si è aperto in Tribunale il processo per direttissima contro Marco e Paolo, in un aula colma di solidali – arrivati di corsa da un picchetto antisfratto appena terminato – e poliziotti. Il giudice ha disposto la loro scarcerazione (solo Paolo dovrà firmare tre volte alla settimana) e ha aggiornato il processo a metà giugno. I due, dunque, usciranno dalle Vallette nelle prossime ore.

Dopo un’assemblea volante per discutere dell’arresto di Marianna e per organizzare la solidarietà, un piccolo corteo comincia a percorrere le strade della Barriera di Milano. Una settantina di persone, tra compagni, gente delle case occupate del quartiere e sfrattati. Le stesse piazze di sempre, i discorsi abituali sulla resistenza agli sfratti, tanti slogan e manifesti sui muri; Barriera ha visto cortei più partecipati di questo e cortei più piccolini, altri più o meno vivaci e rumorosi. Una situazione tranquilla, insomma, con gente all’angolo che si aggiunge e altra che ti accompagna un pezzo e poi se ne va. Poi si va verso Porta Palazzo, si attraversa veloci la piazza e si gira verso il Commissariato delle Porte Palatine. Una quaratina di persone rasenta il Commissariato, dove qualcuno prova ad attaccare un manifesto, altri a fare una scritta; ci sono dei piccoli parapiglia con i funzionari in borghese che sono nervosissimi e provano a brancare le persone al volo, minacciando di morte i volti noti e… chiamando la Celere che arriva in un minuto. La prima carica è immediata e respinge la gente fino alla piazza; la seconda oltre corso Regina. I fermati sono otto.
Nel corso del pomeriggio vengono rilasciate prima tre compagni, poi altri tre. Qualcuno si è preso un po’ di manganellate, ma nessuno ha una denuncia in tasca. Ora, che sono le otto e un quarto di sera, nelle mani dei questurini ci sono ancora due persone. A presto aggiornamenti.
6 maggio. Dopo una settimana passata a dormire sotto ai portici di piazza Palazzo di Città, gli sfrattati del 16 aprile tolgono le tende: l’ennesimo sottopiffero comunale ha fissato per loro appuntamento tra due giorni, durante il quale sarà discussa una “soluzione per tutti”.
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Sabato mattina la polizia ha nuovamente arrestato Marianna, una delle tre compagne finite in carcere in seguito all’occupazione dell’Unep dell’11 marzo. Il giudice ha sostituito l’obbligo di firma quotidiana – misura cui Marianna era sottoposta da quando era stata scarcerata – con la custodia cautelare in carcere. Secondo pm e polizia, a quanto pare, una denuncia per resistenza e lesioni risalente a due settimane fa dimostrerebbe che una firma al giorno non è sufficiente a tenerla a bada.
Per chi volesse scriverle, l’indirizzo è
Marianna Valenti
c/o Casa Circondariale “Lorusso e Cotugno”
via Pianezza 300
10151 Torino