16 aprile. Damiano De Padova, “assistente alla clientela” GTT e dirigente del sindacato autonomo dei trasporti, rende noto che dall’inizio dell’anno ci sono state 30 aggressioni a controllori e bigliettai (questi ultimi impegnati, sulle linee 3 e 4, a far pagare un ticket con maggiorazione a chi non l’ha comprato a terra). Dagli insulti alle ombrellate, passando per spintoni e semplice rifiuto di fornire le proprie generalità, il mestiere di fare le multe incontra una multiforme resistenza, ed è sempre più difficile.
15 aprile. Nella notte ignoti vandalizzano una filiale dell’Unicredit in corso Brescia. Accanto alle vetrine in frantumi, la scritta “fuoco alle galere”. Per gli inquirenti il gesto sarebbe da ricollegare ai tre arresti avvenuti a Torino giovedì.

14 aprile. “Due giorni di fuoco per il Ferrante Aporti”, così si è pronunciato Leo Beneduci, segretario del sindacato autonomo Polizia Penitenziaria OSAPP. Sabato, un giovane detenuto ha aggredito un secondino del carcere minorile, procurandogli una contusione guaribile in due settimane. La notte seguente, un improvviso black out ha reso più difficoltoso del solito il turno di servizio per il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Aggiornamenti da Corso Brunelleschi. Dopo le rivolte che hanno distrutto buona parte del Cie di Torino, riducendone la capienza, le stanze bruciate durante le rivolte rimangono chiuse ed inutilizzate. Ad oggi gli uomini in tutto sono 27, una decina le donne. Nonostante questo, gli ingressi sono lentamente ripresi. La “tattica” è un ricambio continuo tramite l’aumento dei rilasci con fogli di via ed espulsioni più veloci.
Mercoledì, in piena notte, un grosso numero di forze dell’ordine irrompe nelle aree per un’espulsione di massa. Almeno 4 donne e 3 uomini nigeriani vengono violentemente caricati nei furgoni per essere portati a Roma e da lì espulsi verso il loro paese.
Qualche ora prima, verso mezzanotte, la Croce Rossa dà ennesima prova di tutta la sua dedizione. Una donna mangia qualcosa che le provoca una forte reazione allergica. La risposta alle sue richieste di aiuto è che “è troppo tardi”, e che per qualsiasi intervento se ne riparla la mattina, dopo colazione.
13 aprile. Porta Palazzo, arrestato con documenti falsi
„Un uomo di origini polacche è stato arrestato in mattinata nella zona di Porta Palazzo in seguito ad un controllo effettuato dalla Polizia Municipale. Scettici riguardo all’autenticità dei documenti dell’uomo, i poliziotti hanno inviato la carta di identità e la patente al LAD – Laboratorio Analisi Documentali, che si serve di software sofisticati e innovativi, ed è presente in sole 3 città italiane, tra cui, appunto, Torino -, che le ha giudicate contraffatte. Di qui il fermo del veicolo sul quale viaggiava, il trasporto al Comando di Polizia e, infine, l’arresto.
12 aprile. Lui e lei tornano a casa nel loro appartamento nel quartiere Lingotto, dopo il lavoro, e decidono di andare a cena fuori. Solo che lui è sottufficiale della Finanza e lei maresciallo della stessa Arma, e un proiettile le passa da una parte all’altra del viso, mentre si stanno preparando. Stando alle dichiarazioni, il finanziere, appena rientrato da un’operazione, si era dimenticato di svuotare il caricatore, lasciando un colpo in canna, che, accidentalmente, è partito. La donna è viva ma in situazioni critiche.

Un’ottantina di persone, tra compagni e solidali, ha dato vita questa mattina ad un vivace corteo per le strade di Aurora e di Porta Palazzo. Non solo al grido di «Greg, Paolo e Marta liberi!», ma anche e soprattutto di «Basta polizia!»: già, perché se oggi come oggi un corteo non riusce certo a liberare tre persone dalla prigione, può riuscire invece a tenere lontana la polizia dal mercato più affollato – e militarizzato – della città. E così, alcuni agenti della Digos, inseguiti, se la sono dovuta dare a gambe; e pure qualche auto di pattuglia è stata costretta a ingranare la retromarcia precipitosamente, tra le risate dei passanti. Del solito pattuglione misto – alpini, vigili urbani e polizia – che setaccia tutti i giorni il mercato non si è vista neppure l’ombra dall’apparire in piazza del corteo in poi. E per finire pure la celere, arrivata in forze quando il corteo era oramai a metà del suo percorso, se ne è rimasta in disparte in via Milano – temendo probabilmente che la situazione divenisse ancora più incontrollabile. Fra tutti, la sorte peggiore è toccata ad un’auto del quotidiano “La Stampa”: colti a scattar foto di nascosto e quindi scambiati per poliziotti in borghese, i giornalisti sono stati inseguiti e la loro macchina ha avuto il lunotto infranto. Secondo alcune fonti, nascosto nell’auto ci sarebbe stato proprio Massimo Numa – il più bugiardo tra i redattori della busiarda. Per lo meno per qualche ora di questa mattina, insomma, niente polizia a Porta Palazzo.
I tre arrestati di ieri stanno tutti bene – anche quello picchiato durante l’arresto. Lunedì mattina saranno interrogati in carcere dal giudice. Dei due compagni ricercati, quello che aspettava solo la notifica del divieto di dimora è stato fermato questa mattina mentre passeggiava tranquillamente per il quartiere e liberato dopo poche ore. L’altro è ancora uccel di bosco: alle Vallette dovranno ancora aspettare.
E, a proposito di Vallette, nel tardo pomeriggio di venerdì una cinquantina di amici e solidali dei tre arrestati si raduna nel prato dietro il carcere per salutarli con striscioni, slogan e petardi. Quando alcuni si arrampicano sulle cancellate per salutare meglio i detenuti, una macchina della polizia penitenziaria si avvicina, ma viene allontanata a pietrate. Il saluto termina tra i fuochi artificiali, e i manifestanti si allontanano prima che la celere arrivata sul posto riesca a schierarsi.
Leggi il volantino distribuito durante il corteo di questa mattina.
Da un mese il CIE di Bologna è chiuso per lavori urgenti di ristrutturazione. E oggi sappiamo quale ditta si occuperà di questi lavori: l’azienda Impresa Aurora Costruzioni SAS, con sede in via Statale, 383/a a Dosso (FE). Sono loro ad essersi aggiudicati l’appalto per un importo di oltre 100mila euro per «lavori per interventi strutturali per il ripristino delle condizioni igienico sanitarie e la messa in sicurezza del Centro». Lo ha reso noto il Provveditorato Interregionale alle OO.PP. in Emilia Romagna e Marche. Se volete maggiori informazioni sulla gara d’appalto potete scaricarvi da qui il documento ufficiale.

Quattro mandati d’arresto e due divieti di dimora: queste le ordinanze emesse del giudice Giuseppe Salerno, e che la polizia sta tentando di eseguire a Torino questa mattina. I mandati sono stati emessi per il presidio al Cie del 28 febbraio scorso, presidio in sostegno di un recluso che stava resistendo all’espulsione e finito con un fotoreporter di Torino Cronaca giustamente maltrattato (qui trovate un esempio della sua prosa)
Fina ad ora la polizia è riuscita sicuramente ad eseguire solo due degli arresti e a notificare un divieto di dimora. Ci sono altri tre fermati, ma non è chiaro se siano tra i ricercati di stamattina o compagni presi perché trovati con gli arrestati: probabilmente, dunque, la polizia è ancora a caccia.
Aggiornamento. Due dei tre fermati sono stati rilasciati: uno era stato preso per sbaglio, nella fretta di abbandonare al più presto il quartiere di Porta Palazzo; a un’altra dovevano notificare solo un obbligo di firma per un furto in Autogrill al ritorno da una manifestazione No Tav. Il terzo invece è stato picchiato durante l’arresto: arrivato in questura senza maglia e con segni di botte, è stato portato prima in ospedale, e poi in carcere. Sono ancora irreperibili due compagni, destinatari rispettivamente di un mandato di arresto e di un divieto di dimora. Quindi al momento una compagna è stata bandita dalla provincia di Torino, e due compagni e una compagna sono al carcere delle Vallette. Per chi volesse scrivere lettere o telegrammi, qui trovate nomi e indirizzo.
(E per tirarvi un po’ su il morale dopo una giornata come questa pubblichiamo qui sotto un piccolo reportage fotografico che documenta in quale stato sia ridotto il Cie di Torino dopo gli ultimi mesi di resistenze, lotte e sommosse.)
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11 aprile. Un giovane detenuto ha appiccato il fuoco all’interno della sua cella. A renderlo noto è l’OSAPP, che ha fatto sapere che i secondini hanno tentato di spegnere le fiamme con i nuovi idranti ottenuti dalla ristrutturazione del carcere minorile (avvenuta circa un anno fa), i quali però non erano funzionanti. Le fiamme sono state comunque domate facendo ricorso agli estintori vecchi.