Quel che mancava

La libertà brucia

Verso le 8 di domenica sera i reclusi dell’area gialla completano il lavoro cominciato nei giorni scorsi dai prigionieri del Cie di Torino, incendiando tutta la sezione. L’intervento della polizia con gli idranti è servito solo a far cessare il fumo, perché le fiamme avevano già bruciato tutto ciò che poteva bruciare. Ora i 35 prigionieri dell’area gialla, alcuni dei quali appena trasferiti lì dalle altre sezioni già bruciate, si trovano sotto la pioggia nel cortile della sezione, perché dentro non è possibile stare.

Aggiornamento ore 22.30. Nell’area gialla rimangono agibili solo due  camere, e per «ripristinare la piena funzionalità» (come ama dire la questura) una ventina di reclusi sono stati sistemati nella sala da pranzo adibita a dormitorio. Pare inoltre che la polizia non sia intervenuta per malmenare i prigionieri. Un veloce presidio di solidarietà si è formato per salutare i reclusi e il calore dimostrato in questi giorni, e da fuori le mura si sentiva fortissimo un unico coro proveniente da tutte le sezioni: “Libertà! Libertà!”

Dopo le fiamme: solidarietà e vendetta

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Un partecipato presidio ha salutato sabato pomeriggio i prigionieri del Cie di Torino, reduci da una notte di rivolta. La solidarietà dei manifestanti si è fatta sentire con musica, interventi al microfono in italiano e in arabo, battiture sui pali della luce, lanci di palline da tennis contenenti messaggi di solidarietà e i tamburi della Samba Band. La polizia, nonostante fosse presente in forze, non è tuttavia riuscita ad impedire che il presidio si trasformasse in un corteo attorno le mura del centro, fino davanti all’ingresso del Centro e poi di nuovo indietro, bloccando il traffico su via Monginevro e via Mazzarello.

Una volta sciolto il presidio, arriva la notizia che la polizia ha arrestato un recluso dell’area viola, colpevole di esser salito sul tetto per salutare i manifestanti. Assieme ai quattro arresti di ieri, con quest’ultimo sale quindi a 5 il numero di reclusi trasferiti nel carcere delle Vallette.

Ascolta una diretta dal presidio al telefono con Radio Blackout 105.250, oppure scarica il file mp3.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_23022013_cie_to_presidio.mp3]

Ascolta un intervento in arabo registrato da un ex recluso del Cie di Roma liberato dopo la rivolta di lunedì, oppure scarica il file mp3.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/cie_to_messaggio_hargo.mp3]

Gita in collina

23 febbraio. Nel primo pomeriggio qualche antirazzista con la memoria di ferro si aggira tra le villette della collina torinese. Per capire il motivo della gita silenziosa basta leggere lo striscione lasciato sul posto: «Baldacci ti ricordi di Fatih? Croce Rossa assassina!». Proprio lì, precisamente a Chieri in via Riccardo Zandonai 8, vive infatti il colonnello Antonio Baldacci, da molto tempo direttore della Croce Rossa militare del CIE di Torino. Il messaggio avrà forse fatto ritornare alla mente di Baldacci e famiglia la rumorosa contestazione che quasi cinque anni fa li aveva disturbati durante una tranquilla mattina di festa, pochi giorni dopo la morte di un recluso.

La libertà brucia

Grossa rivolta al Cie di corso Brunelleschi a Torino. Tutto comincia verso le 9 di sera, quando alcuni reclusi tentano di scappare scavalcando le alte grate, ma vengono ripresi dalla polizia appena prima dell’ultimo muro. Immediatamente scoppia la rabbia in tutto il Centro: alcuni reclusi salgono sui tetti e altri incendiano le camerate di alcune sezioni. La reazione della polizia è durissima, con un massiccio uso di gas lacrimogeni che rendono l’aria irrespirabile anche oltre le mura. Un presidio di solidarietà viene caricato a più riprese lungo via Monginevro, e i celerini rimediano qualche bottigliata e un paio di bombe carta.

Ascolta una diretta su Radio Blackout 105.250 con il presidio subito prima della carica, oppure scarica il file mp3.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_22022013_cie_to_1_carica.mp3]

Ascolta una diretta subito dopo la carica, oppure scarica il file mp3.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_22022013_cie_to_2_dopo_la_carica.mp3]

Dentro, i reclusi raccontano di persone picchiate ed altre ammanettate, forse già pronte per essere arrestate e trasferite al carcere delle Vallette. Mentre siamo in attesa di ulteriori notizie, vi ricordiamo il presidio indetto per sabato pomeriggio alle ore 16 in corso Brunelleschi.

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Ponte Galeria: voci intorno a una rivolta

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Lunedì 18 febbraio, tarda mattinata. Nel Centro di Ponte Galeria, alle porte di Roma, un ragazzo nigeriano si ribella all’espulsione e viene menato dalla Polizia. I suoi compagni di gabbia assistono alla scena e decidono di reagire: in tutto il Centro scoppia la rivolta. Probabilmente cominciano i connazionali del ragazzo pestato, ma in breve tutti i reclusi del Centro, senza distinzione di nazionalità, si rivoltano. A farne le spese – la Questura riferirà di danni per oltre 100mila euro – le barriere di plexiglass installate davanti alle reti delle gabbie per scongiurare le evasioni. Ma non solo, dal momento che a ridosso dei pannelli incendiati si trovavano anche le telecamere e i cavi della videosorveglianza. Gli agenti a guardia del Centro – di cui un paio risultano feriti – erano impegnati in quel momento a intrattenersi con una delegazione di giornalisiti, e non sono riusciti a intervenire in tempo. Il fuoco ha così sciolto gran parte delle barriere di plexiglass e messo fuori uso tutto l’impianto di videosorveglianza.
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Presidio al Cie di Torino

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Ascolta la presentazione del presidio di sabato, con qualche racconto sulle lotte in corso al Cie di Torino e qualche considerazione generale, trasmessa da Radio Onda Rossa:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/130221_cietorino.mp3]

Rivolta con evasione a Gradisca

Gradisca d’Isonzo, 19 febbraio
«Magrebini minacciano con spranghe i vigilanti e scappano dal Cie di Gradisca
Altri ospiti hanno incendiato un cumulo di materassi nel tentativo di danneggiare tutta la struttura. Situazione sempre più grave e ormai insostenibile nel Centro

Tentata fuga e rivolta al Cie di Gradisca. Ennesima conferma della situazione infernale che si vive nel centro immigrati di Gradisca. Primo episodio. Secondo fonti della polizia una trentina di trattenuti servendosi delle chiavi, hanno tentato la fuga uscendo dall’ingresso principale e poi dividendosi in tutte le direzioni. Per cinque magrebini il tentativo è riuscito dopo avere affrontato il personale di vigilanza armati di spranghe. Secondo episodio. Un gruppo di immigrati ha dato fuoco ai materassi all’interno delle camere nel tentativo, non riuscito, di incendiare la struttura.
La situazione diventa ogni giorno più esplosiva e mette a repentaglio l’incolumità del personale che gestisce il centro-prigione. Anche le forze dell’ordine sono sotto pressione. Così il pronto soccorso dell’ospedale di Gorizia costantemente invaso da immigrati rinchiusi al Cie e che si producono in atti di autolesionismo nel tentativo di scappare.»

Il Piccolo

Architetti

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18 febbraio. Ricoperta di scritte la sede di Urban Barriera, progetto di riqualificazione del quartiere Barriera di Milano, in corso Palermo 122. Il presidente di Urban, l’architetto Luca Cianfriglia, aveva pubblicizzato nelle settimane precedenti una improbabile distribuzione gratuita di kit con pennelli, mascherine, solventi e vernici per incentivare i cittadini a cancellare le tante scritte che decorano i muri del quaritere. L’iniziativa non era andata al di là di una triste conferenza stampa, e le tante scritte sono rimaste dov’erano. A questo punto l’architetto e i suoi collaboratori potranno finalmente utilizzare tutta la vernice avanzata per ripulire da soli i muri e le serrande della loro sede.

Via Mantova

Da domenica scorsa c’è una nuova casa occupata in città. Questa volta in mezzo a Borgo Rossini, nel quartiere Aurora. Ascolta (qui) l’intervento con il quale gli occupanti si sono presentati agli ascoltatori di Radio Blackout e leggi qui sotto il volantino distribuito ai vicini di casa:

«Nasce una nuova occupazione nel quartiere Aurora. Sono numerose le case abbandonate che sono state occupate e rimesse a nuovo nei quartieri di Porta Palazzo, Barriera di Milano e Aurora negli ultimi mesi.
Le resistenze sempre più accese di famiglie e singoli che non si lasciano sfrattare dai padroni di casa, hanno reso sempre più possibile e diffusa l’idea che la casa è di chi l’abita e la difende, anche sfidando gli interessi economici dei padroni che gravano sugli abitanti. Molti da questa resistenza hanno imparato che se non piegano la testa di fronte al padrone riescono a tenersi la casa anche per molti mesi.
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