Inseguimento in Barriera

17 febbraio. Inizia in Via Cravero, non si ferma a un blocco in Corso Giulio e finisce sulla cancellata di una concessionaria sul lungo Stura la fuga della Fiat Marea con alle calcagna una volante della Polizia. Alla guida un ragazzo di 16 anni già con qualche conto in sospeso con la giustizia, che Inseguimento in via Cravero e via Pergolesi a Torino: arrestato sedicenne
dovrà rispondere di
Inseguimento in via Cravero e via Pergolesi a Torino: arrestato sedicenne
tentato omicidio, omissione di soccorso, violenza e resistenza a pubblico ufficiale per aver tentato di investire due poliziotti lungo la corsa, oltre che
Inseguimento in via Cravero e via Pergolesi a Torino: arrestato sedicenne
di possesso ingiustificato di chiavi alterate e grimaldelli e guida senza patente.
Inseguimento in via Cravero e via Pergolesi a Torino: arrestato sedicenne
A bordo della Fiat Marea sono stati rinvenuti due paia di guanti da lavoro, due paia di forbici, un cacciavite e dei carnet di assegni. L’altro ragazzo a bordo, invece, è riuscito a darsela a gambe tra le sterpaglie verso lo Stura.

Inseguimento a Porta Palazzo

16 febbraio. Al mercato della frutta di Porta Palazzo, a fine mattinata, il pattuglione misto alpini-poliziotti-vigili urbani si mette all’inseguimento di due ragazzi di colore. Una ragazza, adocchiata la scena, si piazza tra inseguiti ed inseguitori; a precisa richiesta non si sposta, si rifiuta pure di dare i documenti, e gli inseguitori perdono tempo prezioso. Così, dei due inseguiti, uno riesce a dileguarsi. Per vendetta gli alpini portano la ragazza in commissariato e cominciano a riempirla di denunce. Vorrebbero pure accompagnarla in Questura, prenderle le impronte digitali e fotosegnalarla ma intanto, fuori dal Commissariato, si è formato un piccolo assembramento di amici e compagni della fermata; i più vivaci sono alcuni bambini, che battono sui pali reclamando a gran voce la sua liberazione. È una scena un po’ surreale ma efficace: gli agenti abbandonano l’idea di far foto e prendere impronte alla fermata e la rilasciano in tutta fretta.

Tre arresti al Carrefour

16 febbraio. Due ragazze che si sono infilate nelle borse una lima per unghie e una pinzetta per le sopracciglia sono state arrestate per rapina al Carrefour di Via Agricola, mentre in quello di Corso Montecucco l’arresto è toccato a un ragazzo che si era impossessato di un paio di scarpe, dopo aver loro tolto la placca antitaccheggio. In entrambi i casi gli addetti alla sicurezza denunciano di essere stati aggrediti e malmenati.

Invisibili in marcia

14 febbraio. La marcia dei cosiddetti “invisibili”, annunciata da giorni con interviste ai quotidiani locali e volantini nei dormitori, parte dalla mensa delle suore vincenziane in via Nizza e arriva fino al Comune. «Non vogliamo politici né centri sociali, ma speriamo si uniscano a noi tutte le persone a rischio sfratto», avrebbero detto ai giornalisti alcuni degli organizzatori della manifestazione. In realtà alla fine si ritrovano in poche decine, in maggioranza senzatetto accompagnati da qualche operatore sociale. E mentre il presidio infreddolito si scioglie lentamente, una delegazione viene ricevuta al caldo negli uffici dell’assessore alla casa Elide Tisi.

In tangenziale

14 gennaio. Almeno trecento operai della Magnetto Wheels, azienda dell’indotto Fiat che produce cerchioni per auto, hanno scioperato contro la possibile cassa integrazione proposta dai manager dell’azienda. Hanno prima manifestato in Corso Allamano, arrivando fino alla tangenziale, bloccandola per alcune ore.

Bianco, Rosso e… Marrone

Vota Alba Marrone

Sabato in mattinata si diffonde la voce che il neonato movimento Fratelli d’Italia, con gli esponenti Marrone e Ghiglia in testa, ha intenzione di manifestare tra le strade del mercato del Balon per protestare contro la “degradante presenza di abusivi”. In poche ore grazie al passaparola una ventina di compagni si ritrovano in via San Pietro in Vincoli per ostacolare i fascisti.

Sul luogo sono già presenti una decina di sbirri in borghese, del commissariato di Porta Palazzo e della digos, e una quarantina di celerini. Non appena i fascisti, una ventina circa, fanno la loro comparsa srotolando lo striscione e impugnando le bandiere, la celere si schiera subito per difenderli.

Cori ironici e interventi che spiegano chi sono questi Fratelli d’Italia attirano l’attenzione di diversi abusivi e passanti che si fermano a chiacchierare con i compagni, altri invece osservano più distanti la scena per vedere come va a finire. Il dirigente di piazza non stacca un momento l’orecchio dal telefono chiedendo con tutta probabilità ai propri superiori rinforzi e lumi sul da farsi, in evidente difficoltà.

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Caltanissetta, avanti un altro

Roma, 6 febbraio 2013

«Caltanissetta, aggiudicato l’appalto per la gestione dei centri accoglienza immigrati di Pian del Lago

I centri di accoglienza per immigrati (CDA, CARA e CIE) di contrada Pian del Lago (CL) saranno gestiti dal raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) Auxilium società cooperativa sociale (mandataria capogruppo) e Team Service società consortile a.r.l. (mandante). L’appalto, della durata di 3 anni, è stato aggiudicato in via definitiva dalla prefettura di Caltanissetta, con provvedimento del 22 gennaio scorso, dopo l’annullamento dell’aggiudicazione definitiva della gara al Rti Domus Caritatis società cooperativa sociale (mandataria capo gruppo): La Cascina Global Service s.r.l., Senis Hospes e Consorzio Sol. Calatino, società cooperative sociali (mandanti), a seguito della verifica del possesso dei requisiti prescritti».

NebrodiBlog

(Borgo) Vittoria in Barriera

31 gennaio. Se in corso Novara un nutrito picchetto accetta il lungo rinvio consegnato da uno sbrigativo ufficiale giudiziario, in via Sansovino un più esiguo numero di solidali viene allontanato da alcune pattuglie di carabinieri. Alla notizia di un fermo in quel di Borgo Vittoria, gli sfrattandi e solidali di Barriera improvvisano un piccolo corteo di solidarietà, che con megafono e striscione atttraversa i corsi e le vie, fino alla zona di piazza Crispi. Poco dopo si saprà che il ragazzo è stato mollato, e non solo, che la famiglia sotto sfratto in via Sansovino, barricatasi in casa, ha ottenuto un ulteriore rinvio.

Resistere alle espulsioni

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Jamal è da un mese prigioniero nel Cie di corso Brunelleschi a Torino. Non ha i documenti in regola, ma a Torino ha una moglie incinta di 8 mesi, tant’è che il suo avvocato aveva immediatamente presentato ricorso contro l’espulsione, e Jamal era in attesa fiducioso di essere liberato. Ma all’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino sono furbi, e ieri pomeriggio chiamano Jamal fuori dalla sezione per “notificargli qualcosa”. Negli uffici del Cie, Jamal capisce che quello che devono notificargli non è nè la liberazione, nè la proroga della reclusione, ma un biglietto di sola andata per il Marocco. Solo contro una decina di poliziotti, isolato dai suoi compagni di reclusione, Jamal capisce che è il momento di lottare: chiama la moglie, che lancia l’allarme all’avvocato e ad alcuni solidali.

La notizia rimbalza su Radio Blackout 105.250 Fm, e nel giro di poco si forma un presidio di fronte all’ingresso principale su via Mazzarello, e con slogan e battiture si attira l’attenzione dei passanti e dei reclusi, alcuni dei quali salgono sui tetti. L’avvocato manda un fax urgente in Questura per evitare l’espulsione, e attende la risposta. Poco dopo a difendere il Centro arriva la celere, e arriva anche la notizia che Jamal per evitare l’espulsione si è tagliato su tutto il corpo. Il presidio si trasforma in blocco stradale per intasare il traffico davanti all’ingresso, e la Celere quasi carica i manifestanti. Nel frattempo, arriva al Cie anche la moglie di Jamal, che riesce ad entrare per un colloquio. Verso le sei di pomeriggio, dal retro del Cie esce una camionetta a sirene spiegate con due reclusi: dovevano espellerne tre, e tra di loro Jamal non c’è, è ancora a colloquio con la moglie.

Quando la moglie esce e arriva la conferma che Jamal è stato medicato e riportato nella sezione e non in isolamento, il presidio si scioglie, con l’amaro in bocca per non essere stati abbastanza per riuscire a bloccare entrambe le uscite e tutte e tre le espulsioni, ma con la conferma che resistere alle espulsioni è possibile davvero, quando alla determinazione dentro si aggiunge la solidarietà vera e rapida fuori. E questa è una cosa su cui tutti i nemici delle espulsioni dovranno riflettere nei prossimi giorni.

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Scrivi, cancella e riscrivi

30 gennaio. L’ufficiale giudiziario arriva dalla famiglia sotto sfratto in via Parma, quartiere Aurora, con un rinvio precompilato dalla questura che fissa l’accesso successivo al terzo martedì di marzo. Ma non ogni proroga è ben accetta e l’ufficiale giudiziario non riuscirà ad andare via se non prima di aver concesso un rinvio che stesse bene al picchetto e alla famiglia sotto sfratto. I carabinieri, arrivati a cose quasi fatte, non fanno altro che assistere alla combattività del capannello in mezzo alla via.