25 gennaio. Nella notte, una trentina di persone a volto coperto percorre alcune strade della Barriera di Milano. Il piccolo corteo lascia dietro di sé molte scritte contro le banche, i padroni, lo Stato e le forze dell’ordine. Imbrattate almeno due filiali bancarie (l’Intesa Sanpaolo di piazza Crispi e il Credito Piemontese in corso Giulio Cesare), danneggiate le telecamere di videosorveglianza e i bancomat, ricoperta di scritte anche la futura stazione dei Carabinieri di via Banfo.

(more…)
23 gennaio. Nel primo pomeriggio un manipolo di carabineri in borghese decide di far visita alle occupazioni abitative di via Frejus e via Monginevro, nel quartiere San Paolo. Bussano alla porta, ma visto che nessuno gli apre i militari scavalcano un muretto e forzano porte e finestre. Viene lanciato l’allarme, alcuni solidali raggiungono le occupazioni e i carabinieri se ne vanno senza identificare nessuno, minacciando però di ritornare presto. Prima di sera gli occupanti decidono di rispondere all’intimidazione: assieme a diversi solidali arrabbiati raggiungono la Circoscrizione Tre e occupano per alcune ore gli uffici del presidente.

Martedì 22 gennaio 2013: almeno una dozzina di sfratti in un giorno, nove picchetti barricati, nove rinvii conquistati con la lotta. Il primo “terzo martedì del mese” dell’anno (anche se oggi era il quarto, ma cambia poco) più che la strategia per cui la Questura concentra gli sfratti, sembra quella grazie alla quale si concentrano… le proroghe. Una vera e propria sagra del cassonetto diffusa per la città, con barricate da San Donato a Borgo Vittoria in via Bongiovanni, da Aurora in via Gerdil a Barriera in via Palestrina, via Feletto, via Elvo, via Soana e via Sesia fin sotto al Municipio in piazza Palazzo di Città. In tutti i casi, la polizia non interviene. E in molti, neanche si fa vedere. Ovunque, rinvii da 1 a 5 mesi – tutti, come immaginate, al terzo martedì di ogni mese – e si racconta che in Barriera, in almeno due sfratti dove non c’era neanche il picchetto, la Polizia ha accompagnato l’Ufficiale fino al portone solo per… concedere una proroga. Pare che l’ordine impartito dalla Questura sia uno solo: “Non sfrattare. Ripeto: non sfrattare”. Di certo non per le suppliche democratiche di una isterica Presidente di Circoscrizione che un giorno vuole il pugno di ferro e l’altro il guanto di velluto.
(more…)

Sabato pomeriggio un corteo di 300 persone ha attraversato Barriera di Milano, Aurora, Borgo Dora e Porta Palazzo per manifestare contro gli sfratti. Un corteo aperto da due cassonetti, simbolo delle barricate che difendono i picchetti dalla polizia, e da un grande striscione con un messaggio chiaro: «Basta sfratti!». Uno slogan che, da queste parti, più che una richiesta è praticamente un dato di fatto. Dietro l’impianto montato su una proletarissima apecar, un serpentone variopinto e allegro, composto da occupanti di case, sfrattandi che resistono, compagni, solidali e persone che si sono aggiunte durante il percorso. Tra volantini in italiano e in arabo, interventi al microfono e slogan come «Sfratto dopo sfratto, la rabbia dilaga, la casa si prende, l’affitto non si paga!»; «Padroni delle case e dell’energia, i poveri incazzati vi spazzeranno via!»; «Fabbri e ufficiali giudiziari, servi delle banche, di sbirri e proprietari!»; «Per ogni sfratto una barricata, per ogni sgombero una casa occupata!», la manifestazione ha comunicato le ragioni della resistenza agli sfratti, la sua forza, e chi sono i suoi nemici.
Al termine del corteo, infine, molta soddisfazione e la certezza che la lotta contro gli sfratti è da oggi ancora un po’ più forte. E tra sorrisi, abbracci, scherzi e baci, girava la voce di riposarsi qualche giorno in vista della sveglia all’alba di martedì prossimo, pronti a prendere un caffè al volo ascoltando Radio Blackout 105.250 per sapere a quale picchetto andare…
Ascolta Claudia, un’occupante, in diretta su Radio Blackout all’inizio del corteo, in corso Vercelli. Oppure scarica il file mp3.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_19012013_1600_claudia.mp3]
Ascolta Mohammed, uno sfrattando, e un commento di Medi, un piccolo occupante, a metà percorso in corso Giulio Cesare. Oppure scarica il file mp3.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_19012013_1700_mohammed_e_medi.mp3]
Ascolta Nico, un occupante, poco prima dello scioglimento del corteo in piazza della Repubblica. Oppure scarica il file mp3.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_19012013_1800_nico.mp3]
20 gennaio. Ennesima occupazione abitativa a Torino, al confine tra la Barriera di Milano e Falchera, quasi all’imbocco dell’autostrada A4. Quattro famiglie hanno occupato un ex comando dei vigili urbani abbandonato dal 2008 in corso Vercelli 440, e hanno appeso dai balconi gli striscioni «Senza casa non restiamo: occupiamo!» «Resistere agli sfratti! Casa per tutti».
17 gennaio. Nella notte, una dozzina di prigionieri del Cie di Torino, prelevati un po’ da tutte le aree, viene trasferita in aereo via Milano al Cie di Trapani-Milo. Si tratta probabilmente di una rappresaglia in seguito alle rivolte di domenica e di lunedi.
15 gennaio. Dopo un’altra notte di rivolta al Cie di Torino sedata a colpi di lacrimogeni, martedì mattina la polizia sveglia i prigionieri per una perquisizione area per area alla ricerca di oggetti di ferro. Diversi reclusi vengono spostati da un’area all’altra, e qualcuno viene anche picchiato brutalmente. Dalla rivolta di domenica, inoltre, i reclusi dormono per terra o sulle reti dei letti, visto che di materassi non ce ne sono più. Ascolta un’intervista di Radio Blackout 105.250 Fm a un’avvocato che ha visitato un prigioniero del Cie martedì pomeriggio.
15 gennaio. Nella notte ignoti hanno chiuso e ricoperto di cemento a presa rapida l’allaccio al gas che alimenta il riscaldamento del nuovo polo universitario di Scienze Politiche e Giurisprudenza, progettato dall’archistar Norman Foster. In base a quanto riportato da alcuni quotidiani, sono rimasti al freddo anche altri edifici tra cui due sedi sindacali (la Cgil di via Pedrotti e la Uil di Via Bologna), due banche (l’Intesa San Paolo di corso Brescia e la Société Générale di via Santa Chiara), la sede dei Vigili Urbani e la Circoscrizione 7 di corso Vercelli, la Smat di corso XI Febbraio. Secondo alcuni quotidiani, gli agenti della Digos non sanno se l’azione sia da collegare con le proteste causate dal distacco del gas nei due edifici occupati di via Foggia oppure all’ultima sommossa dei reclusi del Cie di Torino causata dai prolemi all’impianto di riscaldamento nel Centro.
14 gennaio. Nella notte qualcuno ha reso inutilizzabile la citofoniera dell’UEPE (Ufficio esecuzioni penali esterne) di Corso Traiano.