13 gennaio. A causa del freddo e della mancanza del riscaldamento, verso le 11 di notte i reclusi di tutte le sezioni del Cie di Torino bruciano i materassi in cortile. Altri salgono sui tetti delle camerate. Dopo l’appello di Radio Blackout 105.250 FM, diversi solidali si radunano di fronte alle mura per salutare i rivoltosi. Al termine delle proteste, una ventina di loro viene fermata da una dozzina di volanti in piazza Sabotino. Ma ancora, dopo l’allarme della radio e l’arrivo di altri solidali e un blocco stradale improvvisato, la polizia rilascia i fermati e se ne va.

Ascolta lo spottino (1’50”), oppure scarica il file mp3 (3.5 MB)
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/corteo_sfratti_19_gennaio.mp3]
E se vi interessa avere qualche elemento in più sulla lotta contro gli sfratti nella Barriera di Milano e sulla assemblea che contribuisce ad organizzarla, ascoltate questa intervista con Claudia, trasmessa su Radio Blackout dalla trasmissione Cattivi Pensieri:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/intervista-claudia.mp3]
9 gennaio. Sul 30 salgono tre controllori, chiedono i biglietti a tutti, ma un ragazzo e sua madre non ce l’hanno. Nasce così una discussione tra i “portoghesi”, che spiegano le loro ragioni, e i dipendenti GTT, che vogliono a tutti i costi multarli. I toni si alzano e ai controllori vengono addebitate, stando ai referti medici e alle denuncia delle forze dell’ordine, un paio di ferite guaribili in pochi giorni.
7 gennaio. In mattinata gli occupanti dell’ex Aspira iniziano a scavare un buco in corrispendenza dell’allaccio del gas tagliato qualche giorno prima. Intanto alcuni solidali entrano negli uffici dell’AES in corso Regina Margherita 52 per protestare contro l’intervento che ha lasciato gli occupanti al freddo. Nel pomeriggio la polizia si presenta di nuovo in via Foggia, questa volta in forze: una decina di blindati della celere e diversi agente in borghese sono lì per scortare i tecnici dell’AES che hanno l’ordine di chiudere il buco riaperto la mattina e togliere il gas anche all’altra occupazione di via Foggia, quella al civico 17. Mentre i tecnici lavorano e alcuni occupanti salgono sui tetti nel timore di uno sgombero, diverse decine di solidali si radunano in zona e bloccano corso Palermo. Dopo un’ora decidono di partire in corteo dietro lo striscione «Affitto, Luce, Gas: non li paghiamo più». La celere viene rapidamente spostata a protezione della sede dell’AES e il piccolo corteo si sposta veloce in corso Regina, piazza della Repubblica, Corso Giulio Cesare , Lungo Dora e via Bologna: slogan, interventi al megafono, molti cassonetti messi in mezzo alla strada e alcuni dati alle fiamme, petardi e qualche scritta. Prima di tornare in via Foggia, dove nel frattempo i lavori sono terminati, c’è il tempo anche per qualche battibecco l’autista di un furgonicino dell’AES, incrociato per caso lungo la strada e preso a male parole.
Giusto un paio di giorni fa un redattore di //Macerie e storie di Torino// si trovava a passare per piazza *** quando vi ha incrociato G., un compagno che è di casa in quel quartiere.
G. è giovane giovane, entusiasta di tutto e assetato di esperienze, non ancora intruppato in alcuna delle conventicole più o meno sovversive che punteggiano la città. A noi i giovani piacciono così: che saltellino a destra e a manca per un po’, che si affinino il naso nelle iniziative, e che scelgano con calma e a ragion veduta quali saranno i loro compagni senza stare a prestare giuramento alla prima bandiera incontrata per la via – tantomeno alla nostra, s’intende.
Contento di vederlo, il nostro redattore si è fermato a fare quattro chiacchiere con lui; e visto che quelle quattro chiacchiere han promesso subito di volgersi in qualcosa di più impegnativo, i due si sono accomodati dietro il bancone di uno dei bar della piazza. Il tema della discussione è presto detto: l’idea che sta circolando in queste settimane in alcuni degli ambienti militanti torinesi, raccontata da G., di costituire una rete che allarghi il fronte della resistenza agli sfratti in città. Una “Rete sociale” che dovrebbe arrivare a coprire ogni quartiere, con sportelli decentrati ma anche iniziative comuni. Non una cosa che nasce dal niente, per carità; di gruppi che si occupano di sfratti a Torino ce ne sono già e poi c’è a disposizione quella piccola galassia di collettivi, sezioni di partito e sindacati di base che abitualmente fanno altro ma che periodicamente si incontrano, si scontrano, si lasciano e si reincontrano: ognuno ora si vedrebbe assegnata una zona da seguire, pur sotto la supervisione “tecnica” di chi ha più esperienza in questo campo. Sarebbero già quasi pronti, da quel che si dice, manifesti e volantini; e pure si starebbe pensando a presentarsi al grande pubblico, indicendo già nelle prossime settimane un bel presidio sotto al Municipio.
(more…)
4 gennaio. Alcuni tecnici dell’AES iniziano a scavare un buco in via Foggia per staccare il gas all’ex fabbrica Aspira, occupata da tre mesi e ribattezzata La Miccia Squat. Quando gli occupanti se ne accorgono è tardi, il tubo è già stato staccato e resta solo da chiudere lo scavo in mezzo alla strada. Nel frattempo alcune decine di solidali si radunano fuori dall’occupazione e i tecnici sono costretti a scappare lasciando il lavoro a metà. La Digos, presente in zona per sorvegliare i lavori, chiama rinforzi e dopo un’ora arriva la celere: ne nascono alcuni fronteggiamenti con manganelli e lacrimogeni da una parte, estintori e lanci pietre dall’altra. Mentre i solidali rovesciano alcuni cassonetti e si disperdono, i tecnici dell’AES possono richiudere il buco.
Ultimo dell’anno ad altissima tensione al Cie di Gradisca. Una pesante rivolta si è consumata nella struttura isontina di identificazione ed espulsione nella serata di San Silvestro. La sommossa ha avuto per protagonisti circa 20 immigrati, per buona parte di etnia maghrebina: di questi, ben 7 sono riusciti ad evadere. E almeno sino al tardo pomeriggio di ieri non si è avuta notizia di un loro ritrovamento.
(more…)
1 gennaio. Approfittando del disordine dei botti di fine anno, una quarantina di solidali manifesta fuori dal Cie, con petardi, bombe carta, fumogeni e tamburi. All’interno del centro i reclusi rispondono animatamente, tanto da costringere la polizia ad intervenire.
«Ennesima rivolta al Cie di Bologna, anche durante l’ultima notte dell’anno: quattro nordafricani, ospiti della struttura di via Mattei, hanno tentato la fuga, ma la loro azione è stata bloccata dalla polizia. In due sono stati fermati quando avevano ormai scavalcato le recinzioni. È successo verso l’una e la calma e’ stata riportata verso le 2.30. C’è stato anche un lancio di oggetti verso le forze dell’ordine.»
Ansa, 1 gennaio 2013

28 dicembre. Nel pomeriggio alcuni reclusi del Cie di Torino incendiano alcuni materassi. La notte precedente, invece, dopo molto disordine nel centro, con urla e schiamazzi avvertiti distintamente dai residenti, un prigioniero si arrampica sul tetto di una sezione.