Natale a Caltanissetta

Caltanissetta, 27 dicembre 2012

«Sassaiole e tentativi di fuga: feste turbolente a Pian del Lago

Centro per extracomunitari sotto assedio.Per due notti consecutive un’autentica bolgia

Sassaiole, tentativi di fuga e mezzi della polizia danneggiati. Il centro di permanenza per extracomunitari a Pian del Lago per due notti consecutive è stato un’autentica bolgia dove qualcuno, nella confusione, è riuscito a scavalcare la rete di recinzione e ad allontanarsi. Non si sono registrati fortunatamente feriti, ma la situazione i diverse circostanze è stato sul punto di andare fuori controllo. Adesso si fa la conta sia all’interno dei padiglioni che dei mezzi delle forze dell’ordine ripetutamente centrati nel fitto lancio di sassi e suppellettili. Il tutto si è verificato – la notte fra il 24 e il 25 – al Cie (centro identificazione ed espulsione) la struttura dove i tentativi di fuga e gli atti di violenza contro le cose sono ormai quotidiana. Un gruppetto di immigrati si è avvicinato alla rete di recinzione e mentre alcuni iniziavano manovre di disturbo inscenando una fitta sassaiola, altri riuscivano a scavalcarlo scappando a gambe levate dal centro. Situazione fotocopia la notte di Natale, ad appena 24 ore di distanza dalla prima rivolta, quando è iniziata un’altra sassaiola contro i poliziotti impegnati a contenere l’ennesimo tentativo di fuga “pianificato” da altri immigrati. Nei due casi la situazione è tornata alla normalità quando a Pian del Lago sono arrivati altri poliziotti di Volanti e reparto prevenzione crimine.Sono in corso adesso gli accertamenti per arrivare all’identificazione dei rivoltosi. Il Cie a meno di un anno dalla sua riapertura è stato già teatro di una decina di tentativi di fuga che hanno già provocato danni notevoli ad un padiglione distrutto nel 2009 e poi ricostruito dal Ministero dell’Interno. Ospita 96 extracomunitari – molti dei quali provenienti da circuiti carcerari – molti dei quali in procinto di essere rispediti ai rispettivi paesi d’origine».

Il Giornale di Sicilia

Palline e rivolta – Natale al Cie di Modena

Modena, 25 dicembre 2012

«Via La Marmora: rivolta al Cie nella notte di Natale
Materassi gettati nel cortile interni e ore di tensione per gli ospiti della struttura ingannati da alcuni messaggi che annunciavano la liberazione per il giorno di Natale

Una rivolta al Cie di Modena dalla dinamica inusuale per lo meno per quel che riguarda “l’innesco”: nella giornata di ieri, alcune palline da tennis sono state lanciate da mani ignote dentro la struttura di via La Marmora e al loro interno erano presenti bigliettini recanti la dicitura “Liberi tutti” un numero di telefono. Sta di fatto che il messaggio giunto agli ospiti era quello di un’imminente liberazione, di un’apertura dei cancelli prevista per il giorno di Natale. Peccato però che la notizia fosse privo di ogni fondamento. La cosa ha quindi provocato malumore generale e la rabbia delle persone rinchiuse nel Cie è esplosa con una rivolta: decine di ospiti hanno gettato nel cortile interno del centro e hanno iniziato a inveire contro il personale e le forze dell’ordine presenti sul posto. Tre ospiti, colti dalla disperazione, hanno addirittura tentato il suicidio impiccandosi. La situazione, se così si può dire, è rientrata nei binari della normalità a notte fonda. Non sono stati registrati danni né feriti a personale e forze dell’ordine.
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Ikea

22 dicembre. Collegno. Esternalizzazioni, salari da fame e solidarietà con gli addetti al facchinaggio di Piacenza, queste le ragioni del breve blocco dell’ingresso clienti IKEA. Dopo l’arrivo dei Carabinieri i manifestanti hanno continuato a distribuire volantini per far conoscere le condizioni di lavoro nel colosso svedese dell’arredamento.

Shopping natalizio

22 dicembre. Sabato sera movimentato all’8 gallery. Un uomo di 28 anni, mescolandosi alla folla dovuta agli acquisti natalizi, ruba due giubbotti, ma viene scoperto dall’addetto della sicurezza del negozio, che dà l’allarme. Si mobilita il personale di sorveglianza del centro commerciale e il commissariato Nizza, mentre il ladro freddoloso si fa strada a fatica tra le persone per raggiungere l’uscita. Nel suo percorso, secondo le ricostruzioni, stende due guardie, ma si deve alla fine arrendere alla pattuglia di poliziotti che lo bracca nel parcheggio.

Un piccolo terzo martedì del mese

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Come vuole la recente tradizione di resistenza agli sfratti nella Barriera di Milano, il terzo martedì del mese è giornata di barricate. E quindi anche il 18 dicembre comincia presto con i cassonetti legati gli uni agli altri davanti a due portoni all’incrocio tra via Palestrina corso Vercelli. Ma quando arriva l’alba e ancora non si vedono i furgoni della celere e dei carabinieri, e della Digos neanche l’ombra, si teme che possa essere solo una giornata fredda e noiosa.L’attesa è rotta dalla telefonata di un inquilino sotto sfratto in via Cervino, che al primo accesso esecutivo si è trovato l’ufficiale giudiziario davanti alla porta, con tanto di fabbro al seguito. Immediatamente diversi sfrattandi e solidali si staccano dai due picchetti per impedire lo sfratto, che è solo a due isolati di distanza. Il fabbro viene fatto allontanare, l’avvocato del proprietario scappa, e l’ufficiale messo alle strette sul pianerottolo non può fare altro che concedere un rinvio di quattro mesi. «Questo sfratto non era nella lista ma ci sono quei “signori”!» si lamenta l’ufficiale al telefono con qualche superiore. Ma nessuno accorre in suo aiuto. Solo due donne lo prendono a braccetto mentre il gruppo lo accompagna agli altri due sfratti. E anche lì, in entrambi i casi, quattro mesi di rinvio.

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Consigli

18 dicembre. Poco dopo mezzogiorno il contenuto dei cassonetti dell’area intorno a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale, viene dato alle fiamme. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco, che spengono agevolmente le fiamme.

Delegazioni al caldo

17 dicembre. In occasione dell’ultimo consiglio comunale dell’anno, alcune decine di manifestanti italiani e stranieri si ritrovano davanti al Comune per chiedere salario garantito, assunzioni nei cantieri per disoccupati, blocco degli sfratti e pagamento delle bollette ai morosi. Il presidio, indetto dal sindacato SiCobas, si trasforma in un breve corteo quando i manifestanti, stanchi di aspettare al freddo, decidono di spostarsi di cinquecento metri fin sotto la Regione per poi ritornare indietro verso il municipio. Qui, il vicesindaco si dichiara disponibile a ricevere una delegazione: in pochi salgono al caldo negli uffici per incontrare le autorità, gli altri aspettano fuori al freddo. Dopo un’ora, quando la delegazione esce senza aver ricevuto risposte, la maggior parte dei manifestati è già tornata a casa.

Flambé

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A due settimane dalla rivolta del 30 novembre, una nuova protesta riscalda gli animi dei prigionieri del Cie di Torino. Ancora una volta, è bastato un piccolo saluto per accendere la miccia: quando, nel pomeriggio, una trentina di solidali si raduna fuori dal Centro, alcuni reclusi delle aree rossa, blu e viola salgono sui tetti e incendiano diversi materassi. Palloni da calcio e palline da tennis vengono lanciate oltre le mura, e un piccolo falò viene acceso sul marciapiede. La polizia interviene con gli idranti per spegnere gli incendi sui tetti e, a quanto pare, un muro interno dell’area rossa viene buttato giù per ricavarne pietre da gettare agli sbirri. A protesta terminata, la polizia perquisisce l’area rossa alla ricerca di pezzi di vetro (o di banane rinforzate?) e,  poco dopo, nell’area blu i reclusi lanciano bottiglie contro le guardie.

Banane

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Un bel cesto di Banane. Banane di Porta Palazzo, s’intende, banane ripiene di lime. Non un lime nel senso di frutto tropicale, ma proprio cinque seghetti da ferro, di quelli buoni per segare le sbarre. Le banane in questione erano in un pacco che un anarchico di Torino ha portato mercoledì pomeriggio all’ingresso del Cie di corso Brunelleschi, ma purtroppo le lime sono state beccate.

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Assalto all’Apple store

8 dicembre. Nella notte viene forzato l’ingresso principale dell’Apple store in via Roma. Il tutto dura pochi minuti, il tempo di prendere iPhone, iPad, iPod e computer per 50.000 euro e dileguarsi.