7 dicembre. È un Baldacci smagrito ed invecchiato quello che si è presentato in via Santa Teresa alla presentazione del rapporto Betwixt and Between: Turin’s CIE A human rights investigation into Turin’s immigration detention centre. Evidentemente dirigere un Cie, oltreché alla coscienza, fa male alla salute. E di pesi sulla coscienza Antonio Baldacci ne avrà accumulati tanti in tutti questi anni di onorato servizio di carceriere umanitario, così come ne avrà accumulati tanti Rosanna Lavezzaro, vicequestore responsabile dell’Ufficio immigrazione e firma in calce a tutti i decreti di espulsione emessi in città, pure lei presente all’incontro.
(more…)
6 dicembre. Nuova manifestazione di Soccorso Tricolore sulla questione casa. A due mesi dal presidio sotto al Comune, non avendo ricevuto nessuna risposta dal sindaco Fassino, una ventina di militanti si ritrovano al fondo di Corso Giulio Cesare. Per mezz’ora bloccano l’imbocco della Tangenziale, sempre armati di tricolori, striscioni e fumogeni. Questa volta niente bambini e disabili, ma sempre presenti in prima fila i consiglieri Boffa, Alessi e Marrone. Quest’ultimo, criticato dai suoi compagni di partito per le modalità della protesta, si difende così: «Si è trattato di una manifestazione autorizzata e condotta con le forze dell’ordine e anche il disagio è stato minimo».
Da un po’ di tempo non si sentiva più parlare del Cie di corso Brunelleschi a Torino: a parte qualche “ordinaria” storia di violenza e soprusi polizieschi, nessuna protesta dentro, nessuna iniziativa fuori, niente di niente. Eppure, è bastata una piccola iniziativa fuori dalle mura del centro, una quarantina di persone riunite per festeggiare i 10 anni della Samba Band, per riattizzare quella fame di libertà che, evidentemente, i sonniferi della Croce Rossa non riescono a placare, e che aspettava solo l’occasione giusta per scatenarsi.
Al suono dei tamburi, i reclusi hanno risposto subito cercando di sfondare le porte delle gabbie, prima in una sezione, poi in un’altra, e alla fine tutto il centro – donne incluse – era in subbuglio. La polizia interviene prima con gli idranti, poi entrando nelle sezioni più calde per placare gli animi a suon di manganellate. Quando il presidio si sposta davanti all’ingresso del Centro, arriva la notizia di cinque feriti nell’area viola. E quando il presidio ritorna su corso Brunelleschi, bloccando il traffico su via Mazzarello e su via Monginevro l’aria è pregna dell’odore dei lacrimogeni lanciati contro i rivoltosi. Alcuni riescono a salire sui tetti dell’area blu, e da lì salutano i manifestanti.
Ascolta l’intervista a un recluso, al telefono con Radio Blackout 105.250 Fm
[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/cietorino30.11.mp3]

Un’altra giornata di resistenza nella Barriera di Milano a Torino, con picchetti e barricate in via Sesia, via Feletto e via Candia. All’alba di martedì 20 novembre 2012 un centinaio di inquilini e solidali si danno appuntamento davanti alle case sotto sfratto per aspettare l’arrivo degli ufficiali giudiziari e, prima di loro, quello dei furgoni della polizia antisommossa. Come al solito, i cassonetti vengono incatenati e spostati in mezzo alla strada e davanti ai portoni per costruire delle barricate che si aprono solo per lasciar passare i vicini che vanno a lavorare. Striscioni, cartelli e volantini spiegano ai passanti cosa sta succedendo, ma molti lo sanno già, e comunque nessuno si lamenta per il disagio. Intanto, da Borgo San Paolo arriva la notizia di due altri picchetti antisfratto, ben nutriti e determinati.
(more…)
8 novembre. A poco più di una settimana dallo sgombero della residenza universitaria occupata di via Verdi 15, in mattinata gli studenti sono entrati in un altro edificio abbandonato da anni. Si tratta dei laboratori delle ex scuole San Carlo, in vicolo Benevello, all’angolo con via Verdi, a pochi passi da Palazzo Nuovo.

(In poco più di un anno e mezzo, con l’energia presa dalla lotta contro gli sfratti, a Torino sono nate otto occupazioni abitative, distribuite tra San Paolo, Porta Palazzo e la Barriera di Milano. Con oggi fanno nove: l’ultima in via Foggia 17, in mezzo ad Aurora, giusto dietro a corso Palermo. Qui sopra, il volantino con il quale gli occupanti si sono presentati ai vicini di casa.)
31 ottobre. Nel pomeriggio alcune decine di studenti vanno a far visita a due uffici dell’EDISU. In quello di Via Verdi (“sportello casa”) viene sottolineata la presenza di volantini pubblicitari della San Paolo che invitano gli studenti a aprirsi conti correnti e munirsi di carte di credito di tale banca, o ancora a indebitarsi chiedendo prestiti dedicati agli universitari. Tali pubblicità sono presenti anche all’interno delle sedi delle varie facoltà, ora che i fondi della banca torinese sono sempre più vitali per l’università cittadina. Un altro gruppo, contemporaneamente, occupa gli uffici amministrativi dell’EDISU in via Madama Cristina, sottolineando le responsabilità del presidente Trabucco nello sgombero della residenza Verdi15 occupata.
30 ottobre. In mattinata i reparti della celere fanno irruzione nella residenza universitaria occupata di Via Verdi 15 e eseguono lo sgombero. Il presidio che si forma lì davanti si trasforma presto in corteo e si dirige verso Via Milano, dove c’è il Comune, e poi torna verso Piazza Castello. La polizia schierata in difesa del palazzo della Regione carica ripetutamente gli studenti, ferisce alcuni tra i manifestanti, ma riceve in cambio un lancio di oggetti vari. Ma non è finita. Gli studenti vanno da un altro dei mandanti dello sgombero: l’ente proprietario della residenza. La mensa dell’EDISU viene saccheggiata. In serata da Palazzo Nuovo un bel gruppo di ragazzi si sposta a Porta Nuova dove rallenta il traffico ferroviario e ripiega poi verso la sede delle facoltà umanistiche, occupata in seguito allo sgombero.
Caltanissetta, 25 ottobre 2012
«Un volo di 5 metri per fuggire dal Cie. Poi colpisce gli agenti. Arrestato tunisino
Mercoledì sera a Caltanissetta, personale della Sezione Volanti ha tratto in arresto, nella flagranza dei reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale: H.J. nato in Tunisia, classe 92, clandestino ospite presso il C.I.E. di Pian del Lago. Il ventenne tunisino era riuscito a scavalcare la cancellata del Centro e con un balzo di oltre 5 metri è riuscito ad allontanarsi. Rintracciato nelle vicinanze, non si è arreso all’arresto e nell’opporre resistenza ha scagliato una pietra di grosse dimensioni colpendo al ginocchio un ispettore di polizia. Giunta sul posto una pattuglia il giovane ha ingaggiato una colluttazione anche con gli agenti e infine è stato immobilizzato e ammanettato. Adesso si trova in carcere con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Sono infatti due gli agenti refertati al pronto soccorso con 7 giorni di prognosi».
RadioCl1
24 ottobre. Alcuni reclusi dell’area viola del Cie di Torino incendiano qualche materasso. Non protestano solo per il freddo, come riportano i giornali, ma più in generale per le condizioni di detenzione, per i maltrattamenti, e per il sospetto che alcuni di loro che vorrebbero essere deportati siano tenuti prigionieri al solo scopo di incrementare gli introiti del gestore.