23 ottobre. Dopo un’assemblea per fare il punto sui tagli all’istruzione, svoltasi a Palazzo Nuovo, circa 200 insegnanti partono in corteo e bloccano il traffico sul ponte di Piazza Vittorio per qualche minuto, distribuendo a tutti i passanti volantini con le motivazioni della protesta.
23 ottobre. Incollate diverse serrature di SUV in zona Santa Rita e di due vetture della polizia in corso Cosenza.
22 ottobre. A metà mattina la ronda interforze si intrufola in un bar gestito da cinesi di Piazza della Repubblica per controlli. Vengono richiesti i documenti agli avventori, che vengono tutti fatti accomodare nel dehor, e ai gestori del locale. Il barista viene colpito da un poliziotto, probabilmente stizzito dalla reazione poco collaborativa dell’uomo. La moglie, che cercava di filmare la scena col cellulare, viene afferrata per un braccio e fatta cadere. Mentre due uomini, tra cui il barista, vengono condotti al commissariato da parte della ronda per accertamenti, fuori dal bar lievita una folla di curiosi. In breve quaranta persone circondano i due alpini e il poliziotto, pare proprio quello delle botte; gli insulti, da timidi e sporadici, si fanno decisi e minacciosi, tanto da farli rientrare velocemente verso il vicino commissariato. La gente li insegue, vola qualche sputo e il gruppone si ferma solo sotto al commissariato, chiedendo a gran voce la liberazione dei fermati. All’arrivo di un blindato di celere, si sposta di nuovo attorno al mercato, raccontando l’accaduto. Per la cronaca, si è saputo in serata che il barista è stato arrestato.
20 ottobre. In risposta alle reiterate ipotesi di sgombero del Gabrio da parte dell’amministrazione comunale, un migliaio di manifestanti sfilano per le vie di San Paolo, passando per le cinque occupazioni abitative del quartiere. A conclusione del corteo viene occupata l’area ex Diatto, tra via Frejus e via Revello.
19 ottobre. In mattinata diversi occupanti di case e solidali occupano per due ore gli uffici della Circoscrizione 3, per protestare contro la minaccia di sgombero annunciata del presidente, Daniele Valle.
19 ottobre. Nella notte 4 McDonald’s nella zona nord di Torino vengono danneggiati: vetrine spaccate, serrature incollate e scritte come “Carne uguale morte” e “Assassini”.
Lamezia Terme, 19 ottobre
«Hanno chiuso il Cie di Lamezia Terme
E’ stato svuotato e sono stati messi i sigilli per decisione della Prefettura di Catanzaro, su disposizione del Viminale. Era gestito dalla cooperativa Malgrado Tutto, al centro di interrogazioni parlamentari, dopo la denuncia di violazioni del team di Medici per i diritti umani che aveva trovato: una gabbia in cui rinchiudere le persone che volevano farsi la barba, un disabile che faceva fisioterapia con una bottiglia d’acqua legata al piede e una cella di isolamento terapeutico chiusa da lucchetti e filo spinato
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«Ancora una storia di resistenza dentro le mura del CIE di Torino. Ieri un immigrato è salito sul tetto di una delle aree del centro di corso Brunelleschi temendo l’espulsione in Marocco. In Italia da 13 anni, ha sempre lavorato come pizzaiolo finchè avendo perso il lavoro è finito al centro con i documenti scaduti. Dopo otto mesi di detenzione, in attesa dell’udienza di proroga in cui il giudice di pace deve decidere se prolungare o meno la reclusione, gli ispettori di polizia gli hanno annuciato il probabile rimpatrio nonostante abbia qui una figlia di quasi quattro anni e una sorella cittadina italiana. Questa mattina è sceso dal tetto, ma è pronto a risalirvi se le cose si mettono male per opporsi in qualche modo, a testa alta, alla cieca prepotenza della macchina delle espulsioni.»
Ascolta l’intervista sul sito di Radio Blackout 105.250 Fm
17 ottobre. In mattinata è stata letta la sentenza del processo alla resistenza allo sgombero delLOStile di corso Vercelli, nel pomeriggio una trentina di persone si dà appuntamento proprio alla palazzina e rimuove i pannelli metallici che, dall’ultimo sgombero (gennaio 2010), circondavano l’edificio.

All’alba è già tutto pronto: barricate di cassonetti di fronte ai portoni, porte e finestre sbarrate e rinforzate, presidi ben nutriti negli androni e nei cortili. È l’inizio di una nuova giornata contro gli sfratti, l’appuntamento fissato ogni terzo martedì del mese dalla Questura nella speranza, finora vana, di fiaccare i picchetti e la resistenza.
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