2 giugno. I giornali locali riferiscono che un’altra casa è stata occupata da alcuni “anarchici e senzatetto” nel quartiere di Barriera di Milano. Ai muri della palazzina sono stati appesi due striscioni: “La casa si prende, l’affitto non si paga” e “Le case vuote si occupano”. Mentre le reazioni dei politici di tutti gli schieramenti vanno dal preoccupato all’isterico, pare che i vicini abbiano accolto molto bene la nuova occupazione.
A quanto pare, dopo quella tra domenica e lunedì, un’altra grande fuga ha scosso le gabbie di Trapani-Milo giusto la notte successiva. Non abbiamo alcun dettaglio adesso come adesso, se non un numero che si vocifera: altri sessanta evasi.
29 maggio. Una ventina di giovani si raduna di fronte alla caserma dei Carabinieri di largo Palermo in Barriera di Milano e comincia a battere sui pali della luce, scandendo tutti assieme “Libertà! Libertà!” Molti passanti si fermano e guardano incuriositi, altri accorrono attirati dal baccano, tutti chiedono cosa stia succedendo. Qualcuno spiega che un’ora prima, tre loro amici erano stati fermati per il furto di una dozzina di bottiglie di alcolici nel supermercato Il Gigante di corso Mortara. Nel frattempo, dentro la caserma protetta da un cordone di Alpini, i Carabinieri corrono da un ufficio all’altro cercando di sbrigare il prima possibile le pratiche per la denuncia e lasciar andare i tre, in maniera da far cessare il baccano. Quando i tre taccheggiatori vengono liberati, il presidio li accoglie con un grido di gioia, e si scioglie.
Da questo pomeriggio cinque reclusi se ne stanno appollaiati sul tetto del Cie di corso Brunelleschi a Torino. Sono stufi della vita nel Centro e si rifiutano di scendere, nonostante la polizia li abbia bersagliati con gli idranti riuscendo a tirare giù due altri prigionieri che erano saliti con loro. Intanto il Centro si è riempito di camionette della polizia e, in serata, un presidio improvvisato ma abbastanza folto ha portato la propria solidarietà sotto alle mura.
Questa nuova iniziativa di lotta è arrivata dopo qualche giorno di calma, dopo che nella notte tra giovedì e venerdì scorsi in tre aree c’è stata una piccola battaglia tra reclusi e militari combattuta a lanci di bottiglie di plastica e frutta da una parte e idranti dall’altra.
Ora sono le 23, e i cinque – determinati e ben organizzati – sono ancora sul tetto.
A presto aggiornamenti.
Aggiornamento 29 febbraio, ore 11,30. I cinque sono ancora sul tetto, in sciopero della fame; anche i compagni della loro area, la rossa, stanno scioperando con loro. Un particolare nuovo sulla scintilla che, ieri pomeriggio, ha fatto accendere gli animi: la polizia aveva tentato di far entrare nell’area un fabbro, incaricato di rimettere a posto una porta che i reclusi avevano danneggiato nei giorni precedenti. Ovviamente il fabbro è stato cacciato, la polizia ha reagito e da lì sono cominciati i balli.
Aggiornamento ore 22.00. Nel primo pomeriggio i cinque sono scesi dal tetto, con le loro gambe, ma hanno trovato la loro camerata chiusa giacché intanto era stata dichiarata inagibile. Pezzo a pezzo, piccolo danneggiamento dopo piccolo danneggiamento, l’area rossa sta diventando sempre più piccola.
Ancora un’evasione di massa dal CIE di Trapani Milo, la terza dell’anno – per quanto ne sappiamo – dopo quella di febbraio e le due di aprile. In attesa di racconti più dettagliati o di conferme ufficiali, riportiamo quello che ci hanno raccontato alcuni degli evasi. Nella notte tra domenica e lunedì, dopo aver tagliato le prime reti, i reclusi hanno dato vita ad una sommossa. Il copione è sempre più o meno lo stesso, con decine di uomini che cercano di scappare e travolgono tutto quello che si trovano davanti. Questa volta ne hanno fatto le spese diversi poliziotti feriti, di cui uno abbastanza seriamente, e un’auto della polizia, pesantemente danneggiata. Alla fine sembra che almeno sessanta siano di nuovo liberi.
Solo oggi veniamo a sapere che sabato due reclusi sono scappati da Gradisca, a poche settimane dal suo allargamento, dopo i costosi lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza. La notizia, questa volta, è riportata da alcuni quotidiani locali.
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26 maggio. L’ex distributore di benzina dei giardini di via Montanaro, già occupato dai giovani del Pdl e rinominato “Spazio sociale Giulio Cesare”, viene ricoperto dalla grande scritta “Nessuno spazio ai fascisti”.

Se vi volete garantire qualche istante di buon umore, leggete qui come hanno raccontato questa iniziativa ai loro danni i nostri piccoli aspiranti legionari.
25 maggio. Ancora un picchetto antisfratto vittorioso che si trasforma in un intervento al mercato per protestare contro l’assedio di via Leinì. Questa volta nel cuore di Borgo Vittoria.
25 maggio. Ancora un picchetto antisfratto vittorioso che si trasforma in un intervento al mercato per protestare contro l’assedio di via Leinì. Questa volta nel cuore di Borgo Vittoria.
25 maggio. Ancora un picchetto antisfratto vittorioso che si trasforma in un intervento al mercato per protestare contro l’assedio di via Leinì. Questa volta nel cuore di Borgo Vittoria.
25 maggio. Ancora un picchetto antisfratto vittorioso che si trasforma in un intervento al mercato per protestare contro l’assedio di via Leinì. Questa volta nel cuore di Borgo Vittoria.