15 maggio. Terminato il Salone del Libro al Lingotto Fiere, è tempo di bilanci. Anche quest’anno molti sono stati i big ospiti della kermesse, e non a tutti è andata liscia. Il Ministro dell’Istruzione Profumo è stato contestato davanti all’ingresso dagli studenti universitari della città per i tagli continui alla ricerca e all’istruzione. L’ex rettore del Politecnico, col suo solito slang, ha dispensato consigli ai manifestanti: “guardino soprattutto alle valutazioni che vengono da fuori, dall’estero, dove i nostri ragazzi sono molto quotati”. I poliziotti schierati a difesa del Ministro hanno espresso la loro valutazione col loro solito slang, caricando i ragazzi. Stefano Esposito, invece, pensava di presentare il suo libro “Tav Sì”, a Torino, a due passi dalla ValSusa, senza problemi. Ovviamente non ci è riuscito. Neanche gli ambientalisti sono rimasti con le mani in mano e hanno portato le loro proteste agli stand degli editori Giunti e Rizzoli per l’utilizzo di alberi provenienti da foreste tropicali per la stampa dei loro libri.
Questa mattina alle 10 e 30 abbiamo ricevuto una chiamata da due reclusi del Cie che con voce concitata e spaventata ci informavano di un feroce pestaggio in corso. La polizia era entrata nelle celle della sezione maschile per fare delle perquisizioni sfociate in violenza, in particolare da parte de “l’ispettore”, una figura che ci era già stata segnalata in passato per essersi distinta nelle aggressioni fisiche sui detenuti. I ragazzi ci hanno parlato di volti e denti spaccati a calci e di un ferito per emorragia interna, trasportato in ospedale. Altri quattro erano stati appena portati in questura.
Alcuni solidali si sono recati quindi sotto la questura per portare il loro sostegno, mentre altri si sono recati al Sant’Orsola per accertarsi delle condizioni del ferito. Si è saputo così che il ragazzo era già stato dimesso e che era stato arrestato insieme agli altri quattro.
Nel pomeriggio i reclusi ci hanno informato di un secondo pestaggio e della permanenza di tre camionette della polizia all’interno. Inoltre già dal pasto di mezzogiorno avevano iniziato uno sciopero della fame perché preoccupati della sorte dei loro compagni, con la richiesta che venissero liberati.
Successivamente qualcuno è passato fuori dalle mura per fare un saluto e per dire loro che quanto stava accadendo dentro aveva già fatto il giro della città, attraverso le radio locali e gli interventi sotto la questura.
Nell’ultimo mese le rivolte e le evasioni non sono mai cessate tanto che in 18 sono riusciti a riprendere la libertà. Per far fronte a questa situazione molti dei reclusi sono stati trasferiti in altri Cie (per esempio a Trapani) o deportati. In questo momento nella sezione maschile sono rimasti in 16 quando di solito il numero non è inferiore ai 60.
Solidali con i reclusi nei Cie
da Informa-azione.info
È da una settimana che dentro al Cie di corso Brunelleschi scoppiano piccoli incendi. Va a fuoco un materasso al giorno, un giorno dopo l’altro, nelle celle dell’area rossa e in quelle dell’area gialla. Un materasso al giorno, spento regolarmente e senza grossi sforzi dai militari della Croce Rossa. Questa notte, invece, i fuochi sono stati molti: una settantina di reclusi, divisi tra le due aree, di materassi ne hanno bruciati parecchi, insieme ad altre masserizie. Qualche ora di casino per protestare contro i Giudice di Pace che, un mese dopo l’altro, rinnovano l’autorizzazione a tenere ogni singolo prigioniero qualche mese in più dentro le gabbie. Anche questa volta la Croce Rossa è arrivata, ha spento i fuochi, e tutto è tornato alla solita calma apparente. Eppure, rinnovo dopo rinnovo, c’è gente che è dentro da quasi sei mesi e, un materasso dopo l’altro, la tensione dentro al Centro monta.
Modena, 13 maggio 2012
«Rivolta al Cie, fuoco e scontri Militari aggrediti con spranghe
Quattro ore di tensione al centro di espulsione. Coperte date alle fiamme
Hanno cominciato lanciando le sbarre di ferro smontate dai letti contro i militari in servizio, poi sono passati al fuoco, incendiando le coperte e dando vita a una decina di focolai nei vari blocchi, tanto che il fumo si vedeva levarsi dall’esterno della struttura. Siamo al Cie (centro identifcazioni ed espulsioni) di via Lamarmora. Ore 21.30 dell’altro ieri: qui è andata in scena l’ennesima rivolta dei clandestini rinchiusi nella struttura e che chiedono la libertà. Ieri alle 20, poi, le forze dell’ordine sono tornate al centro per una seconda sommossa.
Come sempre, venerdì sera è bastato un pretesto per scaldare gli animi: una perquisizione del blocco sgradita, il cibo insipido, perfino il Corano. Per gli immigrati, quasi tutti nordafricani, ogni scusa è buona per dare vita alla protesta violenta e organizzata. Per calmare i 60 clandestini sono dovute intervenire tutte le Volanti della polizia, i carabinieri con più equipaggi e la guardia di finanza. Non solo, stavolta è servito anche l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno spento i focolai alimentati con carta e coperte (che ora saranno ricomprate a spese dei contribuenti, ndr) prima che gli incendi si propagassero al resto degli arredi.
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Caltanissetta, 11 maggio
«Caltanissetta: un immigrato tenta di fuggire dal CIE, arrestato
Un immigrato che ha aggredito la polizia mentre assieme ad altri extracomunitari tentava di fuggire dal CIE di Pian del Lago a Caltanissetta è stato arrestato con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento di beni dello Stato. Quest’ultima accusa si riferisce ad atti vandalici contro un’auto di servizio della polizia. L’arrestato, il tunisino Hajji Abdelfatteh, 26 anni, è stato trasferito nel carcere di Caltanissetta. Un agente nella colluttazione per bloccarlo ha subito una contusione al naso giudicata guaribile in 10 giorni.»
Strettoweb News
Bologna, 7 maggio 2012
«Immigrazione: sei persone fuggite ieri dal Cie di Bologna
Un immigrato è invece stato bloccato dalle forze dell’ordine
Sei immigrati sono riusciti a fuggire ieri dal Cie di Bologna. I sei (quattro algerini, un tunisino e un marocchino) si sono allontanati attorno alle 14.15 scavalcando una recinzione. Un altro immigrato, un marocchino, e’ stato invece bloccato dalla forze dell’ordine durante il tentativo di allontanarsi. E’ l’ultimo di una serie di ‘evasioni’ tentate e riuscite negli ultimi giorni: venerdi’ due tunisini avevano cercato di allontanarsi, mentre il primo maggio erano riusciti a fuggire in cinque.»
Ansa
Bologna, 4 maggio 2012
«Tenta di fuggire dal Cie – Cade e si rompe la caviglia
Trasportato al Sant’Orsola nel cuore della notte. Ancora materassi dati alle fiamme e oggetti lanciati contro i militari
Si è rotto una caviglia, cadendo dalla recinzione del Cie di Bologna, mentre tentava la fuga con un connazionale. E’ successo la scorsa notte, verso le 4, a un tunisino di 36 anni che stava cercando di scappare dal centro di via Mattei. Insieme ad un altro tunisino di 34, è stato portato all’ospedale Sant’Orsola. Prima, verso l’una, c’era stato l’ennesimo tentativo di rivolta ed ‘evasione’ dalla struttura, con materassi dati alle fiamme e lanci di oggetti e pietre contro le forze dell’ordine. Nessuno, secondo quanto si è appreso, è riuscito nell’intento di scavalcare i cancelli. Soltanto due giorni fa cinque persone trattenute nella struttura di via Mattei erano invece riuscite a fuggire.»
Repubblica Bologna
5 maggio. L’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) lamenta un’aggressione da parte di un detenuto del Lorusso e Cotugno ai danni di una guardia, la quale per un mesetto non potrà prestare servizio. A quanto riferisce il sindacato, al momento della zuffa, avvenuta mercoledì nel blocco “C” del carcere torinese, nel padiglione erano presenti solo due agenti per controllare quattro sezioni detentive con piu’ di 160 detenuti.
3 maggio. Il capo della Polizia Antonio Manganelli, il questore di Torino Aldo Faraoni, tutti i dirigenti, i funzionari ed il personale di Polizia della Provincia di Torino esprimono il loro profondo cordoglio per la morte di un poliziotto del Commissariato di Ivrea e di Don Stefano, parroco e giornalista, cappellano regionale dell’Arma dei Carabinieri. I due viaggiavano insieme a bordo di un’auto di servizio nei pressi di Ivrea. Il ventenne che guidava l’altra auto coinvolta nell’incidente è fortunatamente fuori pericolo.
Bologna, 3 maggio 2012
«Fuggono in cinque dal Cie di via Mattei, rivolta nella notte
Sono scappati tre marocchini, un algerino e un tunisino. I carabinieri li stanno cercando.
Cinque persone sono riuscite a fuggire ieri dal Cie di Bologna. Verso le 11.30, un algerino di 32 anni ha scavalcato le recinzioni del centro di via Mattei, dirigendosi verso la vicina stazione ferroviaria. Durante la notte, poi c’è stata l’ennesima rivolta con lancio di oggetti contro una vettura dei carabinieri: sono scappati in tre, un tunisino di 22 anni e due marocchini di 29 e 30. Infine, alle quattro del mattino, anche un altro marocchino di 23 anni si è fatto di nebbia.»
Il Salvagente – Bologna