Stanze

Nel Cie di Torino ogni area è suddivisa in più stanze. Ogni stanza ospita cinque persone. Pochi giorni fa un fabbro ha saldato i portoni in ferro massiccio di due stanze dell’area rossa, decretate inagibili. Infatti durante i numerosi momenti di agitazione e protesta delle settimane scorse alcuni ragazzi avevano divelto i bagni e spaccato i muri per farne dei calcinacci, pronti all’uso. Un danno consistente, a quanto pare, e pure un buon modo per prepararsi a difendersi quando la polizia minaccia di entrare nelle gabbie. Un ragazzo dell’area rossa dice, al telefono, che ora dieci persone in più potranno scampare la reclusione nel Centro. Inoltre ricorda che questa pratica era già stata usata nell’area bianca, tutt’ora interamente inagibile.

Oggi un naso rotto, domani chi lo sa…

Vi ricordate la storia di quei fascisti cacciati da piazza della Repubblica ai primi di gennaio? Ne abbiamo parlato qui. Ebbene, tre mesi dopo i fatti, venerdì la polizia e la magistratura vendicano l’offesa e l’onta subita dai due camerati, arrestando due compagni, Fabi e Luca.

Sabato pomeriggio una cinquantina fra compagni e solidali sfilano in un piccolo ma vivace corteo a Porta Palazzo, un giro di piazza della Repubblica e poi giù per corso Giulio Cesare. Lungo il percorso si dà un taglio ai fili di diverse telecamere di videosorveglianza, e i muri e i tram bloccati vengono ricoperti di scritte e di manifesti. Questo che segue è il testo del volantino distribuito ai curiosi e ai passanti.

«Il 3 gennaio i dirigenti torinesi del movimento fascista Fiamma Tricolore, Andrea Prato ed Emanuele Cavallo, denunciano di essere stati malmenati da una decina di anarchici a Porta Palazzo, mentre volantinavano “contro il precariato giovanile”. Andrea Prato, dopo aver cercato rifugio dietro una guardia giurata di una banca, si è ritrovato con una frattura al setto nasale.

Il 30 marzo il pubblico ministero Enrico Arnaldi di Balme e il giudice per le indagini preliminari Alessandra Bassi ordinano alla polizia di arrestare due compagni, Fabi e Luca. La prima ora si trova agli arresti domiciliari, il secondo al carcere delle Vallette a Torino. A loro va tutta la nostra stima, il nostro affetto, la nostra solidarietà.

Ancora una volta le istituzioni democratiche colpiscono a freddo chi attacca i fascisti direttamente, con forza e senza tante chiacchiere. E non ci si può aspettare nient’altro, dagli zelanti interpreti di un codice penale che definisce la “resistenza” un reato.

D’altra parte, la società democratica contiene in sé tutti gli elementi della menzogna fascista. Una continua guerra ai poveri spacciata per sicurezza; uno sfruttamento senza limiti spacciato per ripresa economica; nazionalismo, corporativismo e collaborazione di classe spacciate per difesa del “sistema Italia”; guerre imperialiste spacciate per missioni di pace.

Per questo i vari gruppi neofascisti non sono solo delle folkloristiche associazioni di nostalgici del Duce. In tempi turbolenti come quello che viviamo, il loro compito è ben altro: cavalcare i movimenti di protesta per distogliere l’attenzione degli sfruttati dai loro veri nemici, i padroni. Per questo i fascisti si nascondono dietro parole d’ordine come contro il precariato giovanile, contro le banche, per la casa, eccetera. Tutto fa brodo per queste “zecche di stato”.

Lottare contro i padroni e contro i governi che li proteggono significa anche combattere l’infiltrazione fascista. E oggi il fascismo ha mille nasi, oltre a quello di Andrea Prato. Rompiamoglieli tutti.»

FUORI I FASCISTI DALLE CITTÀ
FABI E LUCA LIBERI!

Anarchici

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L’inaugurazione

A 10 giorni dall’inizio dell’occupazione, i nuovi abitanti di corso Novara 9 si prendono una giornata di pausa dai lavori per inaugurare la casa con una bella festicciola. Tanti abitanti del quartiere – uomini donne e bambini –  passano per dare un’occhiata agli interni dell’edificio, per fare quattro chiacchiere, per ballare o per giocare. E molti tra loro chiedono informazioni su come si resiste a uno sfratto, su come si occupa una casa,  e se e quando se ne prenderà un’altra…

Ascolta una diretta telefonica con uno degli occupanti ai microfoni di Radio Blackout 105.250 FM

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/festa-in-corso-novara.mp3]

Ticket

Breve protesta ieri pomeriggio nel Cie di corso Brunelleschi, a dimostrazione che il clima dentro le gabbie è ancora caldo, dopo la battaglia di inizio mese. La protesta è iniziata perché da una settimana l’addetto alla spesa – “spesino”, si direbbe, nel gergo carcerario – non si fa vedere e quindi i reclusi non possono effettuare quei piccoli acquisti che sono loro necessari quotidianamente. Del resto, è da un po’ che la Croce Rossa non rilascia neanche i ticket per la spesa cui i reclusi avrebbero diritto secondo il Capitolato stipulato con la Prefettura. Poche cose e pochissimi soldi, per carità, ma bastanti per far saltare un’altra volta il tappo della sopportazione. E così, prima di cena, nell’area rossa e in quella blu i reclusi hanno incendiato masserizie e oggetti sia nella stanza della mensa che nei cortili. Dopo una mezz’oretta, il personale del Centro ha spento i fuochi e la protesta si è placata. Almeno per ora.

Ascolta il racconto trasmesso ai microfoni di Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/spesino-al-cie.mp3]

Contrattacco

Ad una settimana dall’assedio di Borgo Dora, dove un centinaio di agenti sono riusciti a buttare in strada una famiglia che da oltre un anno resisteva in via Mameli, è partito il contrattacco. Ieri mattina, venerdì, un gruppo di famiglie e di singoli che in questi mesi stanno resistendo tutti assieme agli sfratti sono entrati in una sfarzosa palazzina di corso Novara 9 – quasi all’angolo con corso Giulio Cesare. Una nuova occupazione abitativa nel mezzo del quartiere Aurora, a quattro passi da Porta Palazzo. Arrivata dopo una mezz’oretta, la polizia non ha potuto fare altro che prendere atto della situazione ed andarsene.

Vuota da oltre dieci anni, la palazzina di corso Novara era stata sequestrata ad una famiglia accusata di essere in odore di Mafia e poi assegnata al Ministero degli Interni, che l’ha poi abbandonata al suo destino. Scampata al pericolo mortale di diventare un tetro mini-commissariato, la palazzina ora è una casa viva ed allegra ed ospiterà uomini, donne e bambini che in comune hanno almeno una cosa: la determinazione a resistere, e a lottare.

Ascolta il racconto di uno degli occupanti ad occupazione appena avvenuta…

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/diretta-corso-novara.mp3]

…e quello dopo il primo fine settimana di vita nella “casa nuova”, che racconta in brevissime parole il percorso che ha portato all’occupazione e la reazione solidale del quartiere. Alla fine, il saluto ad un volto noto della lotta in Valsusa – a testimonianza del reticolo dei rapporti, spesso casuale e sotterraneo, che intreccia le lotte, e dà loro slancio e determinazione.

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/occupazione-corso-novara_lunedi.mp3]

Leggi il testo distribuito ai vicini.

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Il cielo sopra Torino

16 marzo. L’Alenia, dopo lo sconcerto degli ultimi giorni, rassicura i torinesi circa il velivolo militare che sorvola la città a velocità supersonica accompagnato da un boato infernale: non c’è da preoccuparsi, si tratta di voli di prova a bassa quota sulla città del caccia militare multiruolo Euro Fighter Typhoon.

LD Market

12 marzo. Un agente della Ferdy Investigazioni di Fernando Mimmo ha intercettato una coppia di rumeni all’uscita dal discount “LD” di Via De Sanctis con qualche decina di euro in generi alimentari nascosta sotto le giacche. Come è politica aziendale, l’addetto alla sicurezza ha chiamato i Carabinieri, che hanno poi arrestato i due per furto.

…e due!

9 marzo. Il Freccia Rossa per Roma delle 18.02 parte con mezz’ora di ritardo a causa di un improvviso blitz di una trentina di No Tav. Dopo quello della mattina degli studenti, è il secondo blocco in un giorno nella stazione di Torino Porta Nuova.

Studenti sui binari

9 marzo. Gli studenti tornano in piazza per contestare i tagli all’istruzione. Ma non lasciano a casa le bandiere No Tav, ricordando i costi enormi per la realizzazione dell’opera. Occupano per mezzora i binari dell’Alta Velocità a Porta Nuova e proseguono in corteo fino all’arco del Valentino, causando disagi alla circolazione nel centro cittadino.

L’assedio di Borgo Dora

assedio borgo dora

Sono le sette meno venti quando hanno inizio le operazioni. A Borgo Dora arrivano le camionette una dopo l’altra e si dispongono ad occupare le strade. Sono colme di poliziotti e carabinieri, almeno un’ottantina, già pronti con gli scudi e i manganelli, e poi ci sono gli agenti in borghese del Commissariato delle Porte Palatine, gli ispettori della polizia politica, i Vigili urbani a bloccare il traffico e i pompieri con l’autoscala. Cingono d’assedio il lato Sud del quartiere, bloccando via Mameli proprio dove si incontra con la piazza del mercato, via Borgo Dora all’altezza della vecchia trattoria sulla salita che porta in Corso Giulio, e poi via Lanino e poi di nuovo via Mameli giusto prima della scuola materna. Nessuno può più passare, neanche a piedi, neanche se spergiura di abitare nella zona sotto attacco: gli unici che dopo qualche insistenza hanno libero transito sono alcuni macellai della Tettoia che hanno i magazzini in quei cortili.

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