25 gennaio. Ancora una volta gli abitanti di Barriera vengono svegliati all’alba dalla Polizia. Due palazzi rastrellati, quaranta appartamenti perquisiti e un centinaio di persone identificate, di cui cinque portate in questura perché senza documenti.

L’operazione – in cui sono stati impiegati poliziotti, pompieri, vigili urbani, tecnici del gas, impiegati dell’ASL e dell’Ufficio Tecnico – è stata motivata ufficialmente dalla presenza di “clandestini e spacciatori”, segnalati da “residenti della zona”. Guarda a caso, la prima a gioire è stata proprio la residente per eccellenza Patrizia Alessi: «Questo risultato è stato possibile grazie alla determinazione con cui abbiamo lottato per difendere il nostro quartiere. Non abbiamo vinto la guerra ma una piccola battaglia.» Praticamente, una firma in calce.
24 gennaio. Camionisti e venditori ambulanti bloccano la tangenziale di Torino e diversi altri snodi in provincia, per protestare contro le misure di austerità del Governo. Bloccati i mercati generali, bloccato l’interporto di Orbassano, blocchi a Santena, Villanova d’Asti, Asti, Serravalle e Tortona. Lo stesso giorno, diverse centinaia di lavoratori della De Tommaso (ex Pininfarina) sfilano in corteo da Grugliasco fino in piazza Castello per protestare contro l’agonia della loro fabbrica. Circolazione bloccata in via Tirreno, corso Trapani, via Monginevro, via Di Nanni, corso Vittorio Emanuele e via Roma.
23 gennaio. Il processo contro i dieci harraga arrestati per la rivolta del 22 settembre al Cie di Torino si conclude con dieci condanne dai 5 ai 10 mesi per resistenza e lesioni. Per sei di loro la pena è sospesa, e saranno probabilmente trasferiti di nuovo al Cie, mentre gli altri quattro restano in carcere.
22 gennaio. Dopo un presidio di due ore, caratterizzato da interventi al microfono, musiche della rivoluzione tunisina, slogan e interviste in arabo, dirette con radio blackout, battiture, lanci di palline da tennis con messaggi di solidarietà, i reclusi del Cie di Torino sono prima saliti sui tetti delle sezioni, e poi hanno cominciato una lunga e rumorosa battitura. In serata hanno proclamato uno sciopero della fame, durato 24 ore.

Durante il presidio sarà trasmessa una traduzione in arabo dell’intervista con gli evasi di Natale e Capodanno:
- [audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/intervista_arabo_1.mp3]
- [audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/intervista_arabo_2.mp3]
- [audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/intervista_arabo_3.mp3]
- [audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/intervista_arabo_4.mp3]
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«Solite sono le perquisizioni seguite da violenti pestaggi. Nella mattinata del 16/12/2011 in una sezione un recluso, appena arrivato, incendia la camera e viene portato via, purtroppo non si riesce a risalire né al nome né se sia stato arrestato o portato altrove.
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Milano, 15 gennaio
«Rivolta al Cie in via Corelli. Incendiato un settore della struttura. Arrestati 27 stranieri
La protesta dopo un controllo di routine della polizia
Gli immigrati, tutti nordafricani, portati a San Vittore
Un incendio è stato appiccato, nel primo pomeriggio, nel Cie di via Corelli a Milano. La polizia ha arrestato 27 stranieri, tutti nordafricani. Non si registrano feriti. Secondo quanto riferito dalla questura, infatti, sarebbero stati proprio loro a causare l’incendio per ritorsione contro un controllo di routine eseguito, sempre stamani, intorno alle 13, dalla polizia.
Si tratta di ispezioni che vengono fatte nelle camerate per sequestrare coltelli o altri oggetti pericolosi, oltre a pile e bulloni che spesso gli stranieri ingoiano per essere ricoverati e uscire dal centro. Dopo il controllo, i nordafricani presenti nel settore E avrebbero dato in escandescenze e incendiando i materassi. Poi le fiamme si sono estese, rendendo inagibile tutto il settore, composto di cinque camerate. I vigili del fuoco hanno domato l’incendio e la polizia ha identificato i presunti responsabili, portandoli in questura.»
Il Corriere della Sera
12 gennaio. Al termine di un’assemblea, gli studenti rimasti senza borsa di studio dell’Edisu, il traballante Ente per il diritto allo studio, decidono di occupare una residenza universitaria da 200 posti, chiusa e in attesa di restauro. Ottima la sintesi di uno degli occupanti: «Sono un terrone, sono uguale a un pakistano e la Regione non ci vuole.» Lo stesso giorno, in mattinata, due studenti tunisini del Politecnico erano stati cacciati, con l’aiuto della Polizia, dalla residenza “Borsellino”: anche loro avevano perso la borsa di studio.
Questa mattina su Radio Blackout 105.250FM, durante la trasmissione Macerie (su Macerie) in onda tutti i giovedì dalle 10.30 alle 12.30, sono state mandate in onda due interviste a tre evasi dal Cie di Torino a Natale, e ad un altro evaso a Capodanno.
Registrate in momenti e luoghi top-secret, queste testimonianze raccontano la rabbia e i conflitti quotidiani che si sviluppano ogni giorno dentro al Cie (come prende un caffè un poliziotto?), aneddoti divertenti accaduti durante le evasioni (garitte spostate, militari innaffiati, dentifrici rubati), alcuni aspetti organizzativi (come si discute tra reclusi? ci sono capi? come si fa con i confidenti della polizia?), le differenze tra l’evasione di Natale e quella di Capodanno, e altro ancora.
Per una volta, lasciamo da parte miseria, sofferenza, disperazione. Per una volta, gustiamoci la rivincita e assaporiamo la libertà, riconquistata con intelligenza, coraggio e altruismo. Buon ascolto, davvero.
Ascolta la prima parte dell’intervista con tre reclusi evasi a Natale (9 min)
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_12012012_evasione_natale_1.mp3]
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Ascolta la seconda parte dell’intervista con tre reclusi evasi a Natale (9 min)
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_12012012_evasione_natale_2.mp3]
Scarica il file MP3 [9 MB]
Ascolta l’intervista con un recluso evaso a Capodanno (11 min)
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_12012012_evasione_capodanno.mp3]
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- In questa pagina, puoi ascoltare anche una traduzione in arabo di questa intervista
«Nadia è una ragazza di 19 anni che è detenuta da due mesi nel Cie di Ponte Galeria, il lager alle porte di Roma in cui lo stato italiano rinchiude le persone immigrate senza il permesso di soggiorno.
Ma Nadia in realtà non è “propriamente” un’immigrata: è un’italiana che vive sotto il ricatto del permesso di soggiorno. Lo stato la considera una straniera, da rinchiudere ed espellere, perché è nata in Italia da genitori marocchini.
Una doppia violenza, che si aggiunge a quella patriarcale subita all’interno delle mura domestiche.
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