Alcune notizie dalla Grecia

La mattina di venerdì 23 dicembre, a Patrasso, si è tenuta una manifestazione organizzata dopo che un ragazzino afgano di 16 anni è stato gravemente ferito durante un’operazione di polizia in un accampamento abusivo di rifugiati afgani a Rio, un paese lì vicino. Il corteo è partito da una fabbrica abbandonata usata come rifugio dagli afgani. Circa 400 persone, soprattutto immigrati e solidali, hanno partecipato alla manifestazione che è durata 2 ore e mezza, attraversando diversi quartieri fino al centro di Patrasso, tutto decorato per il Natale. Gli immigrati esibivano degli striscioni, che dicevano: “Che ne sarà del nostro futuro e del nostro destino?”, “Anche noi siamo umani e abbiamo il diritto di vivere”, “Stop alla violenza poliziesca, vogliamo vivere sicuri, abbiamo bisogno di diritti umani”.

Nel frattempo…

Uno dei 300 immigrati che avevano portato avanti il vittorioso sciopero della fame tra gennaio e marzo 2011 è stato deportato. La polizia sosteneva che aveva un decreto di espulsione dall’Italia. Gli avvocati e i gruppi di solidali hanno provato inutilmente a impedire la deportazione.

Il 22 dicembre il cadavere di un uomo tra i 25 e 30 anni di età è stato trovato vicino a Peplos, nella regione di confine tra la Turchia e la Grecia. Ha perso la vita affogando nel fiume Evros, cercando di attraversare a nuoto il confine.

Da Ottobre 2011 un edificio nel centro di Tessaloniki di proprietà della Chiesa Cattolica Francese, abbandonato da circa un decennio, è stato occupato da oltre 40 senza-casa greci, immigrati e solidali. “Epivosi” (cioè “Sopravvivenza” in greco) è stata il primo esperimento di occupazioni di questo tipo in Grecia. Era uno spazio aperto con un assemblea generale, dove chiunque fosse senza casa poteva ristrutturare una stanza con l’aiuto collettivo. Si servivano pasti comuni e si organizzavano lezioni di greco. E’ stato sgomberato, su pressione dello Stato francese, il 13 dicembre.

Il 12 dicembre, l’assemblea generale degli ambulanti dal Bangladesh, Pakistan, Senegal, Nigeria, Turchia e altri paesi ha fatto irruzione nel municipio di Tessaloniki durante il consiglio comunale e si è rivolta direttamente al sindaco. Uno degli ambulanti ha letto ad alta voce un documento, per chiedere che il Consiglio Comunale ponga fine agli attacchi della polizia contro gli ambulanti, affermando inoltre di non essere disposti a diventare i capri espiatori della crisi.

Il 7 dicembre, il giorno seguente l’anniversario dell’omicidio di Alexandros Grigoropoulos per mano di un poliziotto nel 2008 (in occasione del quale sono state indette manifestazioni in tutta la Grecia) un gruppo di ambulanti africani è stato attaccato dalla polizia municipale di Atene nella centralissima via Patision. Tali attacchi non sono rari, così come non lo sono le reazioni. In questo caso gli ambulanti hanno risposto con rabbia, obbligando la polizia municipale a ritirarsi e a chiedere rinforzo alle squadre anti-sommossa. Gli immigrati hanno contrattaccato ancora, riuscendo a respingere il nuovo attacco. Scioccati da quel che stavano vedendo, alcuni destroidi alla finestra hanno ripreso la ritirata della polizia antisommossa e hanno caricato il video su Youtube, permettendo a tutti di godersi la scena.

Tradotto dal blog Clandestina – Immigrazione e lotta in Grecia
http://clandestinenglish.wordpress.com/

Sommossa al Cie di Restinco

Lunedì 26 Dicembre, Brindisi

«Ancora tensioni al centro Cara-Cie di Restinco a Brindisi. Durante la notte di Natale, gli extracomunitari ospitati nel Centro di Identificazione ed espulsione, hanno messo in atto una sassaiola contro le forze dell’ordine e i militari, che cercavano di impedire l’ennesima fuga di massa. A quanto si è appreso dalle forze dell’ordine, non ci sarebbero stati feriti.»

SenzaColonne.it

Natale al Cie

 Reti di Natale

È la notte di Natale, e dentro al Centro si riaccende la battaglia che era rimasta sopita da qualche settimana. Intorno all’una di notte, probabilmente in seguito ad un tentativo di fuga, la polizia ha attaccato i reclusi dell’area rossa con gli idranti e ne ha picchiati duramente almeno tre. Non sappiamo al momento quale sia la situazione nelle altre aree. A presto dettagli e aggiornamenti.

Aggiornamento 25 dicembre. Sono le nove e mezza di sera e parte un’evasione di massa. Non si sa quante aree abbia coinvolto, né quanta gente sia riuscita a scavalcare le recinzioni. Dopo un’oretta i reclusi ripresi sembra siano due.

Aggiornamento 26 dicembre.  Iniziano a circolare i primi dettagli della grande evasione di Natale dal Cie di Torino. Approfittando delle festività natalizie (molti dei militari, poliziotti e crocerossini di stanza al Centro erano alle prese col panettone, e nessun fabbro era intervenuto per riparare le serrature scassate la notte della vigilia) i reclusi di diverse aree sono usciti dalle sezioni e si sono dispersi lungo il perimetro delle recinzioni. Le poche guardie presenti, per paura della massa, si sono rifugiate negli sgabbiotti in attesa di rinforzi. Nel frattempo i reclusi hanno cominciato a scavalcare reti e muri contemporaneamente da ogni lato, sbucando su corso Brunelleschi e su via Mazzarello. Alcuni per scavalcare meglio si sono perfino serviti di una garitta dei militari spostata di peso a ridosso del muro. Almeno un fuggitivo si è ferito nella caduta ed è stato subito catturato. Altri tre sono stati presi all’interno di un capannone nei pressi del Centro, in cui si erano rifugiati. Pare che la loro cattura sia stata favorita dalla segnalazione di un residente e dalla collaborazione attiva dei Vigili del Fuoco. In tutto, avrebbero partecipato all’evasione una sessantina di reclusi. Il numero esatto dei fuggitivi riacciuffati al momento non è noto, mentre quelli che sicuramente ce l’hanno fatta sono almeno una ventina. Questa mattina, la polizia sta effettuando la conta dei reclusi per capire il numero degli evasi.

Mentre il primo comunicato ufficiale della Questura parla di 21 evasi, continuano ad emergere altri dettagli sulla fuga di Natale. Innanzitutto, al tentativo di fuga hanno partecipato tutti gli uomini rinchiusi nel centro. Alcuni di loro hanno cercato di aprire le sezioni femminili per far scappare anche le donne, ma purtroppo le serrature hanno resistito agli sforzi. Inoltre, quando la polizia è intervenuta per bloccare i fuggiaschi ha utilizzato anche lacrimogeni (con tiri tesi e ad altezza d’uomo, “alla valsusina”) e idranti, ma un recluso è riuscito a strapparne uno di mano alle guardie, e ha inondato la guardiola in cui si trovava un militare. Infine, un recluso che cadendo dall’altra parte del muro si è fratturato entrambe le gambe, e che era stato riacciuffato, oggi verrà rilasciato dal Centro con un foglio di via. Pare che però i feriti, per le cadute e anche per le botte delle forze dell’ordine, siano diversi, alcuni anche gravi.

Aggiornamento 26 dicembre, ore 16,45. Arriva la vendetta dei militari e dei poliziotti, dopo i fatti della nottata.In questo momento stanno entrando nelle gabbie, con intenzioni minacciose. Non si sa se si tratta di una perquisizione o di un pestaggio.

Aggiornamento 26 dicembre, ore 18,44. Alla fine, l’irruzione della polizia nelle aree era finalizzata a riparare i buchi nelle reti. Ovviamente, gli agenti ne hanno approfittato per pigliarsi qualche soddisfazione sulla pelle di alcuni dei reclusi dando un po’ di botte a destra e a manca.

Ascolta una delle tante dirette con i reclusi del Cie di Torino, dai microfoni di Radio Blackout 105.250 Fm

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_cie_to_26122011.mp3]

Oppure scarica il file mp3

Leggi la rassegna stampa sulla fuga di Natale dal Cie di Torino

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Notizie da Corelli

«Solite sono le perquisizioni seguite da violenti pestaggi. Nella mattinata del 16 dicembre in una sezione, un recluso, appena arrivato, incendia la camera e viene portato via, purtroppo non si riesce a risalire né al nome né se sia stato arrestato o portato altrove. Il 22 dicembre, alle due di notte, vengono bruciate due sezioni ed i bagni, una persona viene arrestata, stiamo attendendo ulteriori notizie dall’avvocato. Intanto 8 persone vengone espulse.»

Riceviamo e pubblichiamo, 23 dicembre

Aggiornamento 24 dicembre. «In queste ultime ore ci è giunta la notizia che la persona arrestata si trova a San Vittore, attendiamo ulteriori informazioni riguardo al processo.»

Di tetto in tetto (Wagon lits/3)

23 dicembre. Continua la protesta dei lavoratori Wagon lits, licenziati in seguito alla soppressione dei treni notturni. Per due giorni sono rimasti sul tetto del grattacielo Intesa-San Paolo, in costruzione. Dato che non credevano al comunicato stampa di Trenitalia, in cui l’azienda dichiarava la volontà di reintegrarli, è dovuto salire il sindaco per convincerli a scendere. Rimane, comunque, che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, e quindi gli ex lavoratori non sono tornati nelle loro case, bensì in una tenda montata nella stazione di Porta Nuova, dalla quale con striscioni e volantini spiegano le ragioni della protesta a chi viaggia e, spesso, ne raccolgono la solidarietà.

Vallette

19 dicembre. Un folto gruppo di persone si è ritrovato sul pratone dietro al carcere torinese per salutare con cori, petardi e fuochi artificiali tutti i reclusi. Con il microfono e uno striscione, poi, si è ricordato come la libertà non ami i confini e si è raccontata la rivolta che ha reso inagibile parte del CIE a inizio mese (i ribelli di quella notte si trovano ora alle Vallette) e le rivolte che hanno scosso i penitenziari di Ancona, Parma e Bologna negli ultimi giorni.

Un uomo sul tetto

Alle dieci di sera, ai microfoni di Radio Blackout, una voce dal Cie di Torino. È di un recluso dell’area bianca del Centro che racconta di come il suo compagno di cella Adil se ne stia appollaiato sul tetto dalle tre del pomeriggio. Proprio da quando i funzionari dell’Ufficio immigrazione gli hanno detto di prepararsi per il viaggio. Lui, che con tutti i parenti e tutta la vita in Italia non ne vuol sapere proprio di andarsene in Marocco, sul tetto prima ci è salito disperato per buttarsi: ma poi ci è rimasto per resistere. I poliziotti hanno fatto finta di niente e han fatto partire l’aereo senza di lui, sperando di vederlo ritornare veloce dentro alle gabbie. Ma lui è rimasto là in cima, armato solo delle coperte e del cibo che gli han passato i suoi compagni di prigionia, determinato a resistere ancora.

Ascolta il racconto trasmesso in diretta dalla radio:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/sul-tetto-di-torino.mp3]

Aggiornamento ore 2.00. Attorno all’una di notte, dentro al Centro sono arrivati i pompieri e hanno provato a fare scendere Adil. Lui ha spinto via la scala ed è rimasto dov’era, nonostante il freddo e tutto. Dopo una mezz’oretta un gruppone di solidali è andato a salutarlo rumorosamente di là dalle mura.

Aggiornamento 20 dicembre, ore 13.00. Adil è ancora sul tetto, dopo una nottata “tranquilla” ed una nuova mattinata: oramai sono ventidue ore che resiste.

Aggiornamento 20 dicembre, ore 23.00. Adil resiste sul tetto, dove è determinato ad attendere la risposta del giudice ad un suo ricorso che avrebbe dovuto essere discusso oggi. Nel pomeriggio, un gruppo di compagni è andato a portargli un saluto dalle panchine di corso Brunelleschi.

Aggiornamento 21 dicembre, ore 15.00. Un’altra notte sul tetto per Adil, ed un nuovo saluto volante – con urli e grida – da parte di un gruppone di compagni, nonostante la massiccia presenza di agenti di guardia fuori dal Centro.

Aggiornamento 21 dicembre, ore 22.00. Nel primo pomeriggio tornano i Vigili del fuoco a cercare di convincere Adil a scendere, poi ci riprovano gli agenti di polizia, a spiegargli che lo possono trattenere ancora un sacco di tempo e che quindi prima o poi riusciranno ad espellerlo. Solo verso le 18, dopo più di cinquanta ore di resistenza al freddo, Adil scende. Ora è nella sezione insieme agli altri reclusi.

Aggiornamento 22 dicembre, ore o1.00. Avanti un altro. Un ragazzo dell’area blu, che sa di dover essere deportato a breve, si è piazzato sul tetto per non essere portato via.

Aggiornamento 22 dicembre, ore 22.00. Anche il ragazzo dell’area blu è sceso dal tetto, all’alba. Nel primo pomeriggio, invece, è toccato ai reclusi dell’area gialla farsi sentire. Poco dopo pranzo c’è stata una vivace protesta per sostenere un ragazzo che aveva ingoiato sei bulloni per protesta e che la polizia si rifiutava di far curare.

Idranti

Un fine settimana di battaglia dentro al Cie di via Mattei, a Bologna. Intanto la fuga di venerdì sera, quando quattro reclusi riescono a scavalcare il muro e a guadagnare la libertà, mentre altri cinque vengono placcati dagli agenti di guardia ed uno ancora arrestato per resistenza. E poi sabato, quando inizia lo sciopero della fame ed altri prigionieri che danno l’assalto al muro vengono tirati giù di malagrazia col getto degli idranti – e uno si spacca la gamba nella caduta. Di nuovo idranti contro i prigionieri, poi, durante la notte di sabato, quando una ventina di reclusi sfidano apertamente gli agenti, coprendosi il volto e bersagliandoli di bottiglie. Idranti ancora domenica pomeriggio, di nuovo contro i reclusi che provano a saltare il muro e contro pure tutti gli altri nelle sezioni. Questa volta i feriti sembrano più gravi: un prigioniero in particolar modo che cadendo ha battuto la testa è rimasto per parecchio tempo in uno stato di semi-incoscienza, accudito solo dai suoi compagni di prigionia anche loro fradici di acqua. Ancora fino alla tarda serata di domenica la polizia subordinava la cura dei feriti al ripristino della calma delle sezioni.

Ascolta il riassunto di queste giornate in una telefonata con una solidale bolognese, trasmessa sulle frequenze di Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/bologna_18-dcembre_da-fuori.mp3]

E i racconti in diretta di due reclusi, che parlano quando ancora la polizia sta usando gli idranti contro i prigionieri. Il primo, trasmesso ancora da Radio Blackout…

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/bologna_18-dicembre_da-dentro.mp3]

…e il secondo, trasmesso a Roma da Radio Onda Rossa:

[audio:http://ia700805.us.archive.org/10/items/RepressioneNelCieDiBologna/20111218CorrispondenzaCie19e15.mp3]

Per domani pomeriggio, lunedì, alle 16, c’è un appuntamento dei solidali alla Facoltà di Lettere (via Zamboni 38), per discutere sul da farsi.

Wagon lits/2

9 dicembre. Non è così vero che con il Frecciarossa arrivi prima. Anche questa mattina i lavoratori della Wagon lits hanno impedito la partenza del treno che avrebbe dovuto sfrecciare sulle linee ad Alta Velocità tra Torino e Milano occupando i binari a Porta Nuova. Contemporaneamente altri dipendenti sono saliti su una delle torri-faro della stazione a una ventina di metri d’altezza.