17 novembre. Gli studenti si danno appuntamento in piazza Arbarello e da lì si dividono in due serpentoni, che bloccano la città. La circolazione è seriamente compromessa, ma non basta: uno dei due cortei vuole entrare nella sede della Banca d’Italia. Non ci riesce per l’ingente schieramento di forze dell’ordine a difesa dell’istituto, al che ripiega sulla Mole, sulla quale viene issata la bandiera No Tav.

16 novembre. Dall’inizio dell’anno sono stati più di 20 i controlli nei campi nomadi della città. L’ultimo, progettato e pianificato daCorso Tazzoli, controlli al campo nomadi: arrestate due “super ladre”
„l Comando Provinciale Carabinieri e dal Prefetto di Torino Alberto Di Pace, si è rivelato diverso dagli altri per le modalità con cui è stato eseguito. I carabinieri si sono introdotti silenziosamente nell’accampamento di Corso Tazzoli intorno alle 23, per poi procedere all’identificazione di tutti i presenti. Due donne, destinatarie di un provvedimento di cattura, sono state in questo modo sorprese a tavola con i propri familiari.“
«Il 05/09/2011 c’è stata una rivolta al C.I.E. di via Corelli a Milano, dove una cinquantina di reclusi è salita sul tetto. L’intervento degli oppressori è stato tempestivo e per Nahed e Mohamed è scattato l’arresto, accusati di resistenza e lesioni a pubblici ufficiali e danneggiamenti. Nahed, racconta in una lettera, di essere stato pesantemente pestato dagli sbirri, in modo così violento da aver perso i sensi ed essersi ritrovato in ospedale, oltretutto aveva già una frattura al braccio, procuratasi da un incidente involontario avvenuto nei bagni del C.I.E..Ora Nahed e Mohamed si trovano nel carcere di San Vittore. Il 10/11/2011 ci doveva essere la sentenza, ma è stata rinviata al 15 novembre. (more…)
10 novembre. Pizzicata dai vigilantes della AK investigazioni all’uscita del Carrefour di Corso Montecucco, una donna viene arrestata per aver rubato dei preservativi.
10 novembre. L’ennesima rapina ai danni di un bancomat nella cintura torinese. Anche questa volta, a Piossasco, la miscela di acetilene e ossigeno usata per divellere la struttura metallica dello sportello automatico (questa volta si trattava della Banca di Savigliano) era eccessiva e, come nella notte tra venerdì e sabato scorsi a Settimo Torinese, i locali della banca sono e saranno inagibili per qualche tempo. Oltre al bottino, quindi, l’istituto di credito lamenta i danni per i documenti andati distrutti e l’impossibilità di riaprire fino a che i locali non saranno messi in sicurezza.
«Nella serata di martedì 8 novembre una quindicina di solidali hanno deciso di improvvisare un breve presidio rumoroso fuori dalle mura del c.i.e. di via Corelli a Milano, teatro negli ultimi mesi di tantissime rivolte e tentativi di evasione, come tutti gli altri centri d’Italia. (more…)
Giusto tre giorni dopo l’ultima fuga fallita, un’altra evasione mancata in corso Brunelleschi: nella notte tra martedì e mercoledì sei ragazzi hanno provato a scavalcare il recinto dell’area gialla. Ripresi tutti subito, uno di loro è stato accusato di aver insultato un – irascibile – ispettore e quindi malmenato. Nessuno dei sei è stato arrestato.
Vi ricordiamo che questa domenica, 13 novembre, dalle 14 in poi si terrà il presidio di fronte al Cie inizialmente previsto per domenica scorsa e poi slittato causa pioggia.
Aggiornamento 10 novembre. Questa notte, quattro dei sei ragazzi protagonisti del tentativo di fuga sono stati prelevati dalle loro celle e rimpatriati verso la Tunisia. Insieme a loro altri sei reclusi, sempre tunisini. Non sappiamo, ovviamente, se questa deportazione sia stata in qualche maniera una ritorsione per i fatti dell’altra notte o se fosse già programmata; è evidente, però, che stanno proseguendo i trasferimenti di massa verso la Tunisia, nonostante il Governo abbia annunciato la loro fine più di un mese fa.

A quasi sei mesi dalla retata del 27 di maggio si avvicina l’apertura del processo per la piccola “intifada antifa” del 26 febbraio precedente, quando un centinaio di compagni si sono messi in mezzo – nel senso più pratico del termine – per impedire l’apertura di una sede di Casa Pound nel centro di Cuneo. Vi ricordiamo che da allora due compagni torinesi, Fabio e Luca, sono agli arresti domiciliari (Luca, in verità, con un lungo intermezzo in carcere) e uno di Cuneo, Guido, è latitante.
Il 17 di novembre, dunque, dovrebbe tenersi l’udienza preliminare, al Tribunale di Cuneo. Vi alleghiamo qui sotto il volantino con le iniziative che si svolgeranno in città per l’occasione, dopo il presidio del 29 ottobre passato (alla fine del quale, come d’abitudine, i fascisti di Casa Pound hanno lamentato una non meglio precisata aggressione a loro militanti).
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Protesta, questa sera intorno alle otto e mezza, in due aree del Cie di Torino. Le urla sono quelle di sempre, quelle che esprimono in una parola sola la portata minima delle rivendicazioni delle lotte nei Centri: «Libertà! Libertà!». Nonostante la pioggia battente, pure la reazione degli agenti di guardia è stata la solita: botte a destra e a manca. Le notizie sono quelle che sono, per ora, e non sappiamo né se in mezzo ci sia stato un tentativo di mettere in pratica le urla di libertà, né se ci siano feriti. A presto aggiornamenti.
Aggiornamento ore 23,30. In effetti, cinque reclusi hanno provato a scappare dal Centro, purtroppo senza riuscirci: non sappiamo, per adesso, che fine abbiano fatto. Intanto alcuni solidali accorsi fuori dalle mura del Cie sono stati fermati dalla polizia e portati in Questura per essere identificati.
Aggiornamento 7 novembre.Eccovi i fatti di sabato sera, rimessi un po’ in ordine e con i particolari che mancavano. Sotto la pioggia battente, poco dopo le otto e mezza di sera, cinque reclusi provano a scappare dall’area viola del Centro. Intanto, i loro compagni della gialla e della blu urlano e battono: «Libertà!». Il tentativo di fuga fallisce subito, ma gli animi di tutti rimangono accesi. La polizia entra nelle aree a reprimere la protesta, accanendosi in particolar modo su di un recluso, circondato e picchiato per benino; le urla però continuano. Intanto un gruppo di solidali si raduna sotto alle mura del Centro, dove viene intercettato dalla volante che fa la ronda fuori dal perimetro, evidentemente per acciuffare nuovi ed eventuali aspiranti evasi. Due compagni vengono portati in Questura per l’identificazione, gli altri identificati sul posto. Dentro la protesta si riaccende, ma solo nell’area viola, dove tra le altre cose alcuni reclusi chiedono la liberazione dei due solidali fermati. La nottata finisce con i cinque evasi riportati in sezione e i due compagni rilasciati da via Grattoni.
4 novembre. Gli studenti delle scuole superiori sono scesi in piazza per protestare contro i tagli all’istruzione, ma non solo. Dal corteo sono piovute uova sulla sede dell’assessorato al lavoro della Regione Piemonte (in cui, al calduccio, gli assessori discutevano di diritto allo studio); ma i manifestanti non si sono dimenticati di colpire anche una banca, la BNL, imbrattata in Via XX settembre. Numerose, come sempre, le bandiere No Tav.“