
Dal 22 settembre scorso dieci harraga ribelli sono rinchiusi nel carcere delle Vallette, accusati di aver dato vita ad una delle più grandi rivolte (con evasione) nella storia del Centro di corso Brunelleschi. I giudici hanno convalidato il loro arresto, e il Tribunale del Riesame lo ha confermato senza battere ciglio: una punizione per loro, colpevoli di avere sfidato con il ferro e con il fuoco la macchina delle espulsioni; un ammonimento per tutti i senza-documenti ancora rinchiusi nel Centro, affinché nessuno segua il loro esempio.
In queste settimane, gruppi di nemici delle espulsioni e svariati abitanti di Porta Palazzo stanno dando vita ad una serie di iniziative per gli arrestati, partendo da quelle più spicciole: cene e concerti per raccogliere fondi, sostegno legale, presidi in piazza, volantini (1, 2) e manifesti. Domenica prossima, il presidio sotto al Centro sarà anche per ricordare quella rivolta e quegli arresti – oltre a quello di Osmane della settimana scorsa.
E poi una serie di cartoline da inviare alle Vallette ai dieci, per ribadire loro che chi si ribella dentro ai Centri non è mai solo: da Porta Palazzo ne sono già state inviate parecchie, fate anche voi altrettanto…
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Attenzione! Vista la pioggia, il presidio è rimandato a domenica prossima.
Bologna, 30 ottobre
«Tafferugli al Cie, scappa un immigrato
Si è lanciato da cinque metri d’altezza
In quindici hanno tentato di fuggire
Feriti tre operatori delle forze dell’ordine e tre immigrati del Centro di identificazione e espulsione di via Mattei a Bologna durante il contatto avvenuto per impedire il tentativo di fuga di una quindicina di immigrati, uno dei quali è riuscito a scappare.
E’ successo poco dopo le 17, quando un gruppetto di immigrati ha rotto una cancellata che separa gli alloggi dai campi di calcio. Uno di loro, un tunisino di 26 anni, salendo su una pensilina e usando un palo è riuscito a raggiungere la cima del muro di recinzione e a scappare dopo essersi lanciato da un’altezza di cinque metri, senza riportare danni. Al Cie sono giunti uomini della polizia e dei carabinieri e ci sono stati tafferugli. Tre tra agenti e militari e due stranieri sono stati portati al pronto soccorso per lievi contusioni. un altro immigrato è stato medicato sul posto. I tre immigrati, dopo le medicazioni, sono stati arrestati per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.»
Il Resto del Carlino
Giusto l’altroieri sera, sul tardi, un ragazzo senegalese imprigionato dentro al Cie di Torino ha avuto un piccolo malore. Soccorso dai militari di guardia è stato portato fuori dal Centro, all’ospedale. Da lì, dicono i suoi compagni di cella, non è più tornato. E in effetti, da quel che riporta un lancio d’agenzia, quel ragazzo è stato arrestato: giusto dopo la visita all’ospedale ha tentato di fuggire, ma purtroppo senza riuscirci. E ora, anziché al Cie è alle Vallette.
Se raccoglieremo qualche notizia in più, di questo tentativo di fuga abortito tanto presto, ve la riferiremo. Per ora, vi basti come racconta questo episodio l’AdnKronos.
Torino, 29 ott.
«Immigrati: Torino, dopo malore al Cie tenta fuga da ospedale, arrestato
E’ stato portato dal Cie di Torino al pronto soccorso per una presunta crisi respiratoria ma, al momento di essere dimesso, ha tentato di scappare ferendo i dei due agenti di polizia che lo scortavano prima di essere arrestato. (more…)
Dieci a dieci, quindici a quindici, sono continuate in queste settimane le deportazioni degli ultimi “tunisini di Lampedusa” che ancora se ne stavano stipati nei Cie italiani. Anche se il Ministero, come vi avevamo già raccontato, aveva annunciato la fine delle operazioni concordate con il governo tunisino già all’inizio di ottobre, gli ultimi viaggi – coatti, ovviamente, e “di massa” – ci sono stati segnalati ancora pochi giorni fa.
Sta il fatto che ora, dopo all’incirca otto caldissimi mesi, la presenza dei tunisini nei Centri è ritornata una presenza tra le tante. Svuotati di una parte consistente della gente appena sbarcata, ora dentro ai Centri ci stanno di nuovo soprattutto i senza-documenti catturati in mezzo alla strada: incappati in un posto di blocco o colti senza biglietto da un controllore zelante, svegliati da una retata dentro a qualche palazzo troppo fatiscente oppure ancora vittime di un qualche incidente stradale – e dell’inevitabile arrivo dei Vigili urbani.
Da una parte rimane congelata (per ora, e senza sapere che cosa indirettamente ancora scatenerà) la spinta enorme della rivoluzione tunisina che ha fatto tremare tutto il sistema della detenzione amministrativa in Italia. Dall’altra i Cie tornano ad essere quello che erano: una fetta, imprigionata, delle nostre città – con tutto quel che ne può conseguire come occasioni per contribuire a gettar ponti tra le lotte dentro e quelle fuori.
Intanto, a Torino le resistenze si sono mano a mano affievolite. Rimangono alcuni scioperi della fame individuali e più o meno a singhiozzo, e qualche protesta per casi specifici (in particolar modo il ragazzo che ha avuto la faccia spaccata dal lacrimogeno il tre di ottobre, che viene curato poco e male). Gli arrestati di fine settembre sono ancora dentro: in due puntate, anche il Tribunale del Riesame ha convalidato gli arresti e la loro permanenza in carcere. Nelle stanze della Procura si sta prepando un processo duro, impostato tutto sulla vendetta. Sembra proprio che ai dieci si voglia far pagare, più che atti singoli e singoli comportamenti, un’intera stagione di rivolte e tentativi di fuga. Non ci sono ancora le date del processo vero e proprio, e quando ci saranno ve le comunicheremo. Sappiate già da ora, però, che questa vicenda dei dieci è, tra le altre cose, una delle armi che utilizza la Questura per scongiurare ogni nuovo ammunitamento dentro le gabbie: “se protestate farete la loro fine: vedete, sono ancora dentro”, vanno dicendo in giro per il cortile gli ispettori e i sottopifferi di guardia.
A Milano, invece, c’è stata un po’ di tensione un paio di giorni fa, quando la polizia ha scovato e sequestrato dieci telefoni cellulari (che come sapete lì sono vietati): lanci di bottigliette d’acqua, urla, e uno sciopero della fame durato sino a ieri sera. Pure a Bologna sarebbe in corso uno sciopero della fame, a quanto riporta il tam-tam dei parenti e degli amici degli amici dei reclusi di laggiù: noi lo abbiamo saputo un po’ di traverso, senza conferme dirette o particolari in più e così ve lo riportiamo.
Bari, 20 ottobre
«CIE San Paolo, danneggiamento aggravato, fermati 4 tunisini
Alle ore 00.10 di ieri, in zona San Paolo, presso il Centro d’Identificazione ed Espulsione, personale della Polizia di Stato e dei Carabinieri in servizio di vigilanza hanno proceduto all’arresto di quattro tunisini, ospiti di quella struttura, M.B. di anni 24, N.S. di anni 23, H.N. di anni 18 e C.H. di anni 26, resisi responsabili in concorso tra loro di danneggiamento aggravato. I quattro all’interno del modulo abitativo n.5 danneggiavano una telecamera, due vetri corazzati della finestra della zona benessere del modulo stesso ed altri suppellettili utilizzando pezzi di cemento ricavati dal danneggiamento delle pareti. Gli arrestati , dopo le formalità di rito, venivano accompagnati nel carcere di Bari.»
Brindisi, 16 ottobre
«Ancora tensioni a Restinco
Fuggono 18 tunisini
Due feriti – uno tra le forze dell’ordine ed uno tra i fuggitivi – e diciotto tunisini scappati dal Cie di Restinco. E’ questo il bilancio di un’altra delle tante giornate di rabbia, disperazione e violenza vissute dalla struttura brindisina che ospita il Centro di identificazione ed espulsione insieme con il Centro di accoglienza per i richiedenti asilo. Questa mattina un gruppo di immigrati tunisini ha cercato di evadere dal Cie. Diciotto di loro sono riusciti ad allontanarsi e fuggire mentre uno si è fratturato una gamba tentando di saltare dall’alto muro di cinta che protegge il Centro di identificazione ed espulsione.»
Il Quotidiano di Puglia
Bari, 13 ottobre
«Alle ore 16.00 di ieri, in zona Bari Palese, presso il CIE – Centro di Identificazione ed Espulsione, il personale della Polizia di Stato in servizio di vigilanza ha arrestato un cittadino tunisino, A.K. di 23 anni, ospite del centro, resosi responsabile di danneggiamento aggravato.
L’uomo alle ore 15.30 subito dopo l’udienza innanzi al Giudice di Pace competente per territorio, durante la quale il tunisino ha ricevuto la proroga del trattenimento amministrativo per ulteriori 30 giorni, rientrato nel modulo abitativo, ha divelto la finestra di una stanza e, recatosi nel cortile della zona benessere, l’ha sbattuta violentemente per terra provocando la definitiva rottura del vetro e della struttura metallica.
L’uomo è stato arrestato e, dopo le formalità di rito, condotto nel carcere di Bari.»
BariLive
Non vedo l’ora di essere finalmente lontano dai poliziotti che mi conoscono per nome e mi sussurrano suadenti minacce nell’orecchio; non vedo l’ora di essere lontano dai capetti di movimento che non vorrebbero neanche una scritta ai “loro” cortei. E, contemporaneamente, non vedo l’ora di trovarmi vicino ai miei compagni di sempre e soprattutto vicino a migliaia di perfetti sconosciuti incazzati neri che, proprio come me, non vedono l’ora di piantare un bel po’ di merda… L’occasione è ghiotta, e farò benissimo ad andarci, comunque vada. D’altra parte, i corvi e le cornacchie ogni tanto e per fortuna vengono smentiti, e io lo so bene che talvolta la rabbia sociale esplode e travolge sia i piani dei politicanti che pensavano di aver organizzato una passeggiata politico-mediatica, sia i piani dell’apparato repressivo che ha avuto tutto il tempo di prepararsi ma ogni tanto viene colto alla sprovvista. Eppure… Non è il pericolo che non succeda nulla che mi inquieta, ma il rischio di “pendolare” tra la quiete della soddisfazione per aver appena partecipato a una tempesta, e l’attesa calma e piatta per non rischiare di perdersi il prossimo grande evento, già cerchiato sul calendario. E così il sabato a manifestare, la domenica il telegiornale, e il lunedì… si torna a studiare o a lavorare. La verità è che se c’è una cosa che non vedo l’ora di fare è quella di riuscire a non perdermi neanche una delle occasioni che la mia città mi offre, tutti i giorni. E vaffanculo al calendario.

(Abbiamo trovato in giro questi manifesti che invitano ad andare a Roma il prossimo sabato. Sono un po’ diversi dalle solite cose che si dicono in occasione delle “grandi scadenze”, diversi tanto per intendersi sia dalle centinaia di appelli politici da orticaria che pullulano sulla rete e sui muri, sia dal genere “Roma è ovunque” che a noi – da sempre affezionati all’idea di un attacco diffuso e capillare – rimane caro. Sono inviti aperti alla sommossa: per questo hanno suscitato la nostra curiosità, e la nostra attenzione.)
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11 ottobre. «Ho appreso con sgomento la notizia degli atti vandalici avvenuti questa notte ai danni di alcune auto dei Vigili». Ciò a cui fa riferimento l’assessore alla Polizia municipale Giuliana Tedesco è un incendio, di origine dolosa, che, intorno alle 2 di questa notte, ha carbonizzato due vetture dei civich parcheggiate in via Sansovino e ne ha danneggiate altre cinque.
