In fuga da Brindisi e da Lampedusa

Brindisi, 29 agosto
«Tentata fuga di massa dal Cie di Brindisi,
In sei si sono dileguati, mentre gli altri sono stati trattenuti. La sommossa nel pomeriggio di ieri, quando circa 45 ospiti della struttura hanno cercato di sfuggire ai controlli

Un tentativo di fuga di massa si è verificato ieri pomeriggio nel Centro di identificazione ed espulsione di Restinco, a Brindisi, con i 45 ospiti della struttura che hanno cercato di eludere la sorveglianza. Erano le 16.30 quando, in massa – secondo quanto si è saputo – gli immigrati hanno sfondato il cancello che li separa dal Cara, il Centro di accoglienza richiedenti asilo, per poi tentare la fuga da lì. Immediatamente, però, è scattato l’allarme e sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato. In sei sono riusciti a scappare, 20 sono stati bloccati quando erano ancora nel Cara, mentre con la restante parte è stata avviata una trattativa che è andata avanti sino alle 20.30, quando è stata ripristinata la calma e gli immigrati sono rientrati. Non si sono registrano feriti e neanche danni alla struttura.»

la Repubblica – Bari

Lampedusa, 29 agosto (ore 18:16)

«Lampedusa, 150 tunisini fuggono dai Cie gridando “liberté, liberté”
Gli immigrati protestano contro il previsto rimpatrio

Sono in tutto 150 gli immigrati tunisini fuggiti dalle strutture d’accoglienza dell’isola di Lampedusa. Al grido “liberté, liberté” si stanno dirigendo in massa verso il porto, in segno di protesta contro la notizia di un nuovo rimpatrio, misura prevista dal decreto firmato dal governo italiano in collaborazione con quello tunisino.
Nell’isola la tensione è iniziata in mattinata, con la fuga di una decina di immigrati prontamente bloccata dalle forze dell’ordine e con tafferugli scoppiati nei centri d’accoglienza. I carabinieri dell’isola stanno lavorando assiduamente per riportare la calma.»

Tgcom

Lampedusa, 30 agosto

«Proseguono le proteste a Lampedusa

Sono rientrati la scorsa notte nel centro accoglienza di Lampedusa i 160 tunisini che ieri hanno protestato contro l’imminente rimpatrio bloccando l’entrata del molo Favaloro. Dopo una lunga protesta i migranti si sono fatti riaccompagnare pacificamente dalle forze dell’ordine nel Cie di contrada Imbriacola a bordo di alcuni bus.
Nel centro, però, vi è stata un’appendice della protesta che ha visto come sfortunati protagonisti un carabiniere ed un finanziere rimasti feriti, i due militari hanno avuto bisogno delle cure dei medici del poliambulatorio. La rissa all’interno del centro accoglienza è stata sedata solo a tarda notte, la protesta è scoppiata veemente dopo che alcuni immigrati hanno ricevuto delle telefonate da altri loro compagni che erano già stati rimpatriati in Tunisia.»

Hercole.it

Misteri

29 agosto. Chissà dove era diretta la gazzella che correva veloce su Corso Giulio. Probabilmente non lo sapremo mai, ma di sicuro non ci è arrivata, dal momento che, all’incrocio con Corso Palermo, si è stampata contro il 4. I due agenti a bordo dell’auto sono stati portati al Pronto Soccorso del S. Giovanni Bosco, da cui sono stati dimessi nel pomeriggio.

Saturn

29 agosto. Un cittadino egiziano senza permesso di soggiorno è stato arrestato dentro il centro commerciale 8 Gallery. Nel marsupio aveva del materiale elettronico sottratto al Saturn, da cui era uscito senza far suonare l’allarme, avendo rimosso le placche antitaccheggio. Gli addetti alla sicurezza del negozio della famosa catena di elettronica di consumo, però, l’hanno notato e con zelo hanno provveduto a chiamare la polizia.

E tre! Nuova evasione da Ponte Galeria

Nuova evasione di massa dal Cie di Roma Ponte Galeria, la terza in tre settimane. Il Centro della capitale, gestito dalla cooperativa Auxilium, è il più grande in Italia con i suoi oltre 300 posti e sembra diventato un vero e proprio colabrodo. Per anni tutti i reclusi che erano passati dalla struttura avevano detto che da lì era impossibile scappare, ma evidentemente nulla è impossibile. Agli inizi di agosto erano riusciti a scappare in trenta, la scorsa settimana più di venti, ma negli ultimi giorni il Centro si era di nuovo riempito con l’arrivo di uomini e donne sbarcati a Lampedusa nelle scorse settimane. Quella di ieri sera ha tutta l’aria di essere stata un evasione da record: più di cento reclusi sono riusciti ad evadere e sono finalmente liberi. La notizia, come quella della evasione della scorsa settimana, non è ancora stata confermata ufficialmente dalla Questura. In giro per la rete si trova soltanto un comunicato del fantomatico PDM (Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia) che esprime solidarietà alle forze dell’ordine e ai militari rimasti feriti durante non meglio specificati scontri tra guardie e reclusi armati di sassi e bottiglie di vetro.

A confermare la fuga sono i racconti degli evasi, che per ovvi motivi preferiscono non rilasciare interviste almeno per qualche giorno. Come le volte precedenti, anche ieri sera i reclusi delle sezioni maschili hanno deciso di provarci tutti assieme: poco prima di mezzanotte sono saliti sui tetti e hanno scavalcato le prime recinzioni. Poliziotti e militari di guardia, troppo pochi per gestire la situazione, hanno chiesto subito rinforzi perchè fermare duecento persone che scappano non è facile, anche se si è armati di scudi, caschi e manganelli. Qualche fuggitivo è stato bloccato subito fuori dalle mura del Centro, ma dai primi conti sembra che ce l’abbiano fatta in 110. Dietro di loro lasciano un Centro abbastanza danneggiato, mezzo vuoto, e un bel po’ di guardie contuse.

Sempre nella notte di ieri, c’è stato un tentativo di fuga dal Cie di Bari Palese. Putroppo nessuno ce l’ha fatta, perchè la polizia è intervenuta in tempo riuscendo a fermare anche gli unici due ragazzi che erano riusciti a scavalcare una rete. Sono stati arrestati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, assieme ad altri due ragazzi rimasti feriti nella fuga. Non stupisce quindi che di fronte a un evasione fallita gli uomini di Maroni, fieri del loro sporco lavoro, abbiano prontamente diramato dei comunicati stampa per raccontare la loro versione dei fatti.

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L’agosto caldo dei Centri

Sommosse e tentativi di fuga, in tanti Centri della penisola. Probabilmente questo innalzamento della tensione nei Centri per senzadocumenti è un effetto ritardato della legge dei 18 mesi.  Approvata definitivamente dal Senato già da tre settimane, finora è stata applicata, per quanto ne sappiamo, in ben pochi casi. Ma tra i reclusi c’è un clima di attesa e preoccupazione, alimentato anche dalle false voci sulla legge messe in giro da Polizia, Croce Rossa e Misericordie varie che gestiscono i Centri. Tanti, come Ahmed, sono stati rimpatriati allo scadere, altri sono stati liberati senza richieste di proroga. In più, ed è notizia di ieri, un Giudice di Pace di Torino non ha concesso la proroga del trattenimento a un recluso che si era già fatto 6 mesi nel Centro, nonostante la Questura avesse richiesto di tenerlo almeno altri due mesi. Il Giudice ha accolto le richieste dell’avvocato, che aveva protestato contro l’applicazione retroattiva della legge. Il ragazzo è stato quindi liberato, con il classico foglio che gli intima di lasciare l’Italia entro sette giorni. Assieme a lui sono stati liberati altri tre reclusi protagonisti delle proteste dei giorni precedenti, ufficialente per indisponibilità di posti, e ieri anche a Milano ci sono state una dozzina di liberazioni. Probabilmente si tratta di una mossa per far spazio ai tanti sbarcati a Lampedusa dopo ferragosto, che in questi giorni vengono quotidianamente trasferiti nei diversi Centri italiani. Uomini e donne che saranno esplusi o dovranno farsi 18 mesi nei Centri, se non riusciranno a trovare un modo di scappare prima, come successo a Pozzallo la scorsa settimana.

Proprio un gruppo di donne appena trasferite da Lampedusa nel Centro di Torino, l’altra notte ha dato vita a una rumorosa battitura. Protestavano per i ritardi nei soccorsi, perchè una di loro ha problemi di salute aggravati dal lungo viaggio in mare dalla Tunisia. Militari e Croce Rossa però, dopo la sommossa della scorsa settiamana, non hanno nessuna intenzione di soccorrere chi sta male: questione di «priorità e disposizioni», per usare le parole di un finanziere che spiegava la situazione a un recluso. Nulla di nuovo, ma se vi interessa ascoltare come le guardie raccontano le proteste di pochi giorni fa, tra bottiglie di piscio e sputi in faccia, potete ascoltare questo breve audio:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/cie-torino-250811.mp3]

Ma dai Centri non si esce solo se la polizia ti libera. E, anche se Maroni e i suoi uomini vorrebbero far sembrare che la situazione sia sotto controllo, sommosse, tentativi di fuga e evasioni riuscite sono all’ordine del giorno. Anche se quasi nessuno ne parla, chi ha contatti con i reclusi dei vari Centri di storie da raccontare ne ha un sacco. In attesa di raccogliere testimonianze dirette che ci raccontino della seconda fuga di massa dal Cie di Roma, dal quale sarebbero scappati in 23 la settimana scorsa, ecco un paio di storie raccolte dal blog Fortress Europe.

A Cagliari, nel CPA di Elmas, c’è stata un tentativo di fuga di massa nella notte del 21 agosto. A quanto pare la scintilla che ha fatto scoppiare la sommossa è stato il rifiuto di ricoverare tre ragazzi che avevano bevuto dello shampoo. La polizia li ha fatti medicare all’interno del Centro, perchè aveva paura che scappassero dall’ospedale, proprio come avevano fatto la mattina altri due. Di fronte al rifiuto di ricoverare i ragazzi, tutti i 60 reclusi del Centro hanno cercato di sfondare i cancelli per scappare. Putroppo la polizia è riuscita a fermarli, e nessuno è riucito a guadagnarsi la libertà.

A Trapani, nel nuovo CIE di Milo gestito dalla cooperativa Insieme del consorzio Connecting People, c’è casino più o meno tutte le sere. Spesso i reclusi si lanciano in massa contro i cancelli del Centro e la polizia è costretta a caricare anche usando i lacrimogeni. Nella confusione, qualcuno riesce quasi sempre a scappare: un ragazzo il 22 agosto, cinque ragazzi un paio di giorni prima. Per prevenire le fuge, in attesa di rinforzi, la polizia ha sequestrato i lacci e tagliato le scarpe ai reclusi.

Navi

«In questi giorni continuano a giungere sull’Isola di Lampedusa migliaia di immigrati dalle coste del nord Africa, riproponendo tutte le problematiche di profilassi sanitaria, sicurezza e ridislocazione degli stessi, sulle quali questa Segreteria Nazionale è più volte intervenuta.
Il Coisp ritiene che la sicurezza degli Appartenenti alla Polizia di Stato ed alle altre Forze di Polizia, debbano essere il primo e più importante punto che precede ogni pianificazione dei servizi di ordine e sicurezza necessari sull’Isola di Lampedusa, ma soprattutto durante i trasferimenti degli immigrati presso le altre strutture di accoglienza.
Le rivolte generalizzate che si sono succedute, e si stanno verificando anche oggi, nei CPSA, CARA e CIE in tutta Italia, fanno comprendere che gli “ospiti” dei Centri sono ben consapevoli delle procedure di rimpatrio che saranno attivate a loro carico, a cui cercano di sottrarsi provando in ogni modo la fuga dalle strutture.
I poliziotti si trovano perciò costretti ad opporsi fisicamente a questi tentativi di evasione, spesso senza mezzi ed in spaventosa inferiorità numerica.
Questi fatti, non più isolati, DEVONO essere tenuti in massima considerazione soprattutto quando vengono predisposti i servizi di trasferimento e specialmente quando questi avvengono via mare. Al contrario lo scorso 19 agosto, sulla neve-traghetto “Moby Fantasy”, sono stati imbarcati oltre 1200 clandestini, ma predisposto un servizio con soli 30 appartenenti alle Forze di Polizia, che si trovano ancora in navigazione!!!!!!!!!!
Appare evidente che tale sproporzione numerica equivale ad avere derogato ad ogni regola sulla tutela fisica del personale, ponendo in serio pericolo l’incolumità degli Operanti.
Se non il buon senso, almeno la prudenza dovrebbe consigliare di evitare di giocare alla roulette russa sulla pelle dei colleghi, mandati allo sbaraglio, a bordo di navi dove, oltretutto, risultano scadenti le condizioni igieniche, l’alloggio ed il vitto.
Il Coisp chiede un intervento immediato di codesto Ufficio che censuri l’attività di chi predispone questi servizi standosene seduto dietro ad una scrivania, e che invece riteniamo dovrebbero essere comandati a bordo dei traghetti per provare, di persona, gli effetti di giorni di navigazione nelle condizioni descritte.
Il Coisp non chiede solo una risposta sul singolo fatto denunciato, ma anche un’immediata inversione di mentalità che eviti, DA SUBITO, che si ripetano situazioni simili.
In attesa di cortese urgente riscontro, l’occasione è gradita per inviare i più Cordiali Saluti.»

 

La Segreteria Nazionale del COISP

Di nuovo, donne a Bologna

Bologna, 24 agosto
Protesta al Cie di via Mattei diversi agenti contusi
Una ventina di donne si è scagliata contro altre migranti e gli operatori della struttura: pareti annerite per l’incendio appiccato

«Ancora tensione al Cie di Bologna. La Questura riferisce che la protesta è scattata verso mezzogiorno senza un vero e proprio motivo scatenante: protagoniste circa 20 donne, in quel momento all’interno della mensa, che hanno cominciato a prendersela con le altre migranti presenti e con gli operatori della struttura. Quando le donne hanno cominciato a danneggiare sedie e tavoli gli operatori, non riuscendo a riportare la calma, hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. All’arrivo degli agenti le migranti hanno risposto con lanci di suppellettili e bottiglie di plastica, probabilmente piene di urina. Diversi gli agenti contusi. (more…)

Corna al cielo

Cie Torino - 210811 - Collage

Ieri sera diversi reclusi del Cie di Torino sono saliti nuovamente sui tetti delle camerate. Una protesta che, tra alti e bassi, va avanti ormai da tre giorni. Incendi di materassi, danneggiamenti delle strutture, scioperi della fame, battiture, sputi alle guardie, lanci di bottigliette d’acqua e piscio addosso ai militari e tentativi di fuga. Oltre quelle mura, a sostenere i reclusi, soltanto pochi solidali con saluti rumorosi più o meno improvvisati. Almeno per ora.

Ecco un breve video che mostra tre ragazzi dell’area bianca sui tetti della loro sezione: grida, corna al cielo e una maglietta con scritto: “Libertà per tutte”

Pozzallo: rivolta, fuga di massa e arresti

«Pozzallo, 21 agosto 2011
Guerriglia nel centro di accoglienza: in fuga 50 migranti, feriti 5 poliziotti

È stata una notte di guerriglia al centro di primo soccorso di Pozzallo (Ragusa) dove circa cento immigrati hanno cercato di fuggire dalla struttura usando pezzi di ferro staccati dai letti a castello per spaccare i vetri delle porte d’ingresso dell’edificio. A fronteggiare la rivolta una quindicina di agenti che poco hanno potuto fare per fermare gli extracomunitari, trasferiti a Pozzallo nei giorni scorsi da Lampedusa. Sedici dei fuggitivi sono stati rintracciati subito, ma una cinquantina mancano ancora all’appello e vengono ricercati dalle forze dell’ordine. Tredici immigrati sono stati arrestati con l’accusa di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Cinque agenti di polizia sono rimasti feriti negli incidenti e sono stati medicati al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Modica, da dove sono stati poi dimessi.»

la Repubblica – Palermo

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Sui tetti di Torino

Ancora un’altra notte di casino, dentro e fuori il Cie di corso Brunelleschi a Torino, dopo la sommossa di ieri. In serata, dopo una giornata di sciopero della fame, i prigionieri in lotta hanno iniziato una lunga e rumorosa battitura. Quando un gruppetto di solidali è andato fuori dalle mura per salutarli con grida, petardi e battiture, un recluso si è arrampicato sulle reti sventolando un lenzuolo. Nella notte, i reclusi hanno continuato la protesta e sono saliti sui tetti delle aree bianca e blu. Alcuni solidali sono accorsi per un nuovo saluto rumoroso, ma questa volta la polizia si è organizzata per catturarli. Mentre i compagni venivano dispersi e inseguiti della celere, i reclusi hanno continuato a protestare sui tetti: ora che scriviamo, e sono passate quasi dodici ore, sono ancora lassù. Alcuni di loro indossano magliette bianche con su scritto a pennarello “libertà!”. Durante la notte, la polizia è riuscita a fermare due compagne, tra le proteste dei reclusi che hanno visto la scena dall’alto e gli incitamenti al linciaggio da parte dei residenti. Dopo tre ore passate in Commissariato tra denunce e ramanzine sono state liberate.

Dalle 19 di stasera, un nuovo presidio è previsto sotto alle mura del Centro: fate girare la voce.

Intanto, ascoltate una testimonianza raccolta stamattina da Radio Blackout dal tetto del Cie di Torino:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo_21082011_cie_to.mp3]