Nuova rivolta a Modena

«Modena, 19 agosto
Rivolta al Cie, tre evasi Danni per ventimila euro
Alle 4.30 soldati, polizia e carabinieri mobilitati per placare i 60 ospiti scatenati Sono dovuti intervenire persino i pompieri con gli idranti. L’allarme dei sindacati.

Prima la colazione, poi la rivolta. In tempi di Ramadan, meglio partire rifocillati se si deve affrontare una giornata intensa, soprattutto se si prevede di affrontare militari dell’esercito italiano, poliziotti, carabinieri, polizia municipale e anche i vigili del fuoco.
Ancora una rivolta al Cie, Centro identificazione ed espulsione, scoppiata all’alba, alle 4.30 e che ha tenuto impegnate praticamente tutte le forze del’ordine che è stato possibile convogliare in quel di via La Marmora.
Tre ospiti sono riusciti ad evadere, rinunciando “all’ospitalità” data loro nella struttura modenese, gli altri sono stati a fatica fatti rientrare. Eppure tutti i sessanta ospiti erano ormai ad un passo dal darsi alla macchia, dal riuscire, come accadde qualche mese fa, a fuggire scavalcando in più punti la recinzione. Uno, l’altra notte, ormai stava per riuscirci, ma è rimasto incastrato. Viene da pensare che per lui sarà per la prossima volta.
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Sommossa e incendio a Torino

Questa notte, intorno all’1, è iniziata una sommossa nel Cie di Torino. La situazione al momento è confusa: di sicuro sono stati bruciati alcuni materassi in diverse aree del Centro e ci sono almeno due feriti a terra. A quanto pare si tratta di un ragazzo che si è tagliato e di un altro che ha tentato di impiccarsi. Nonostante le forti proteste dei loro compagni di cella la polizia rifiuta di far entrare le ambulanze nel Centro. Intanto il cortile si è riempito di polizia e militari armati di caschi e maganelli, ma le guardie non sono ancora entrate nelle gabbie.

Aggiornamento ore 4. I due feriti più gravi sono stati portati all’ospedale. La polizia è poi entrata in due aree del Centro, utilizzando oltre ai manganelli anche cani e spray urticanti. Alcuni ragazzi sono stati pestati e due tunisini sono stati portati via perchè dovrebbero essere espulsi. La situazione è tornata tranquilla, ma nel Centro c’è ancora molta tensione: le guardie, prima di ritirarsi, hanno promesso arresti di massa per i prossimi giorni. Intanto, dopo i celerini, è arrivato il turno della scientifica: alcuni poliziotti in borghese stanno girando fuori dalle gabbie per fotografare e filmare i danni causati dagli incendi di questa notte.

Aggiornamento ore 18.00. Dopo la repressione della sommossa di questa notte, che ha toccato in tutto tre aree del Centro, i reclusi dell’area bianca e alcuni di quelli dell’area blu hanno indetto lo sciopero della fame. A quanto dicono le agenzie durante la rivolta sarebbe rimasta danneggiata la mensa dell’area bianca, oltreché finestre, tubi e arredi. I due ragazzi che si erano feriti ieri sera sono stati riportati in sezione, dopo aver passato parte della nottata e della giornata in isolamento, e non in ospedale come aveva fatto credere la polizia ai loro compagni.

Fidarsi…

Domani finivano i suoi sei mesi di reclusione e sarebbe dovuto uscire, o almeno così gli aveva promesso la polizia. «Se stai bravo e non fai cazzate venerdì esci» gli aveva detto l’ispettore di Polizia a capo del Centro. E invece alle 4 del mattino Ahmed è stato svegliato da finanzieri, polizia e militari, ha preso le sue poche cose ed è stato portato all’areoporto dove lo aspettava un volo per la Tunisia. Si sa: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. E quando si ha a che fare con la polizia non fidarsi è sempre meglio. Ahmed non era certo uno sprovveduto, era dietro le sbarre da quasi un anno e mezzo, rimasto schiacciato come tanti altri dal circuito Cie-carcere-Cie. Prima quasi sei mesi nel Centro di corso Brunelleschi, poi l’arresto per la grande rivolta del 14 luglio dell’anno scorso, e dopo sei mesi di carcere era stato portato nuovamente al Centro. Accusato di aver partecipato alla rivolta dello scorso 28 febbraio, era stato messo in isolamento. Ahmed sapeva bene che l’unico modo sicuro per uscire dal Cie è scappare, ma forse, nella sua cella di isolamento, non poteva far altro che aspettare.

Intanto, tra i reclusi nel Cie di Torino la preoccupazione sta salendo. La legge che prolunga il periodo massimo di detenzione fino a 18 mesi, approvata definitivamente dal Senato il 2 agosto, è stata finora applicata soltanto una volta, ad un recluso serbo espulso pochi giorni dopo. Alcuni sono stati liberati, altri come Ahmed sono stati esplusi proprio allo scadere. L’ispettore capo della Polizia, con fare paternalistico, continua a ripetere che basta fare i bravi e dopo sei mesi si esce. Ma in tanti, soprattutto tra quelli a cui mancano pochi giorni, iniziano a non fidarsi più.

Pantelleria e Modena: rivolte e fughe

«Pantelleria, 16 agosto 2011
Rivolta nel centro di accoglienza, fuggono dieci migranti tunisini

Rivolta nel pomeriggio dentro il centro di prima accoglienza di Pantelleria. Alcuni dei novanta tunisini ospiti del centro hanno dato fuoco ai materassi. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno spento le fiamme. Le forze dell’ordine sono riuscite a mettere in salvo 80 migranti. Dieci tunisini, approfittando della confusione, sono riusciti a fuggire.»

la Repubblica – Palermo

«Modena, 18 agosto 2011
Tentata evasione di venti immigrati nordafricani

Ennesima rivolta al Cie di Modena, il Centro di identificazione ed espulsione. Questa notte intorno alle 4, venti magrebini, tra tunisini e marocchini, hanno provato ad evadere dal centro: dopo aver divelto diverse porte sono saliti sul tetto della struttura, con l’intenzione di scavalcare la recinzione e scappare. é immediatamente scattato l’allarme, sul posto sono arrivati polizia e carabinieri, con pattuglie delle volanti e del radiomobile. Le forze dell’ordine sono riuscite a fermare gli stranieri, quando erano ancora sul tetto, e a condurli all’interno della struttura. Nessuno è rimasto ferito e in breve tempo è tornata la calma. Appena un mese fa ci fu un’evasione di trenta stranieri, rimasero feriti cinque militari e una volontaria.»

il Resto del Carlino

Da Bari ad Aosta

Aosta, 16 febbraio 2011 – Erano scappati dal Centro di identificazione ed espulsione di Bari i tre immigrati tunisini di età compresa tra i 31 ed i 38 anni fermati ieri pomeriggio al traforo del Monte Bianco.
A scoprirli sono stati gli agenti della polizia di frontiera.
La Questura di Aosta ha emesso nei loro confronti i decreti di espulsione dal territorio nazionale in quanto irregolari.

(aostaoggi)

Lagnanze

9 agosto. L’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) denuncia che da due anni a questa parte negli alloggi dei secondini del carcere di Torino non viene erogata l’acqua calda. Le lamentele spiazzanti del segretario generale Leo Beneduci («è la riprova dell’esistenza, nell’attuale amministrazione penitenziaria, di mentalità contrarie alla polizia») non ci impediranno di inferire che le guardie puzzano.

A difesa (e all’attacco) della proprietà

Londra saccheggi 0

Chi di voi non ha mai avuto un amico italiano a Londra? Noi, al nostro amico abbiamo telefonato ieri sera, ovviamente per farci raccontare che aria tira in città. Eccovi allora un racconto quasi in diretta dell’enorme sommossa che sta scuotendo le metropoli inglesi, dove la polizia è costretta, quando fa in tempo, a schierarsi armata di tutto punto a difesa della proprietà.

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/londra080811.mp3]

E anche questo pomeriggio l’abbiamo disturbato per farci raccontare una nottata in più di sommossa.

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/londra090811.mp3]

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Anche le macchine vanno in vacanza

9 agosto. In Via delle Magnolie, quartiere Vallette, c’è la sede della Protezione Civile e la centrale operativa dei Vigili Urbani. L’ex direttore del SISDe (Servizio d’Informazioni per la Sicurezza Democratica, i Servizi Segreti) e ex Prefetto dell’Aquila, Franco Gabrielli, ora a capo della Protezione Civile, la presenta come una struttura modello, di cui ogni città dovrebbe dotarsi. Già, perchè Torino è l’unica città a poter vantare un sistema operativo integrato che permette di unire i dati di ogni telecamera presente sul territorio e far sì che dalla stazione centrale si possa navigare all’interno delle immagini che arrivano dalla città. Piero Fassino, che ieri ha visitato la centrale operativa, ha ammirato poi la precisione con cui il sistema di videosorveglianza presente in Piazza Vittorio può inquadrare ogni punto d’interesse, fin dentro i locali, decidendolo a distanza. Così, mentre il neosindaco annunciava che questo sistema di ultima generazione non rimarrà un’esclusiva della bella piazza del centro, ma verrà esteso alle zone di Porta Palazzo, Murazzi e Barriera di Milano, Mauro Famigli, comandante dei Vigili Urbani, gli comunicava che da un po’ di giorni, a causa di un misterioso guasto, tutto quel che viene registrato dagli occhi elettronici di 50 telecamere sparse per la città non può essere immagazzinato, nè trasmesso. In altre parole le telecamere hanno incrociato… gli occhi, e non collaborano più. A detta del Comandante Famigli, ad ogni modo, c’è già stato un intervento dei tecnici e la situazione dovrebbe tornare alla normalità nel giro di qualche giorno, ma è proprio la manutenzione a rappresentare la spesa più esosa del videocontrollo cittadino.

Evasioni (tentate e riuscite)

Nuovo tentativo di fuga dal Cie di Torino. Nella notte tra sabato e domenica un gruppo di reclusi dell’area bianca è riuscito ad uscire dal cancello che separa la gabbia dal cortile centrale, forse perché la porta era stata chiusa male, forse forzandola. I primi quattro ragazzi che, armati di corde improvvisate, stavano scavalcando il secondo cancello, sono stati fermati dalla polizia. Tutti sono stati riportati nelle camerate e hanno dovuto subire una perquisizione. In risposta c’è stato un po’ di casino, ovviamente nell’area bianca ma anche nell’area rossa.

La notte successiva, intorno all’una, una cinquantina tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari sono entrati nelle diverese aree del Centro. Molta tensione tra i reclusi, anche perché girava voce di un’espulsione di massa di tutti i tunisini. Alla fine “solo” una dozzina di tunisini sono stati portati via dal Centro per essere rimpatriati.

Buone notizie intanto da Roma. Un bel gruppo di reclusi, secondo la Questura una quindicina ma forse almeno il doppio, sono riusciti a scappare nella notte dal Centro di Ponte Galeria. Inutili le ricerche dei fuggitivi, anche perché i poliziotti a guardia del Centro si sono accorti della fuga troppo tardi. A quanto pare la fuga è stata favorita dai pesanti danneggiamenti causati dalla rivolta di una settimana fa.