La grande fuga

«Rivolta oggi nel Centro di identificazione ed espulsione di Modena. Una trentina di immigrati, tutti provenienti da Lampedusa, hanno messo in scena una rivolta, riuscendo a scappare. Nella fuga pare che abbiano usato violenza contro cinque militari e una operatrice della Misericordia, scagliando loro addosso anche un estintore. I migranti, rinchiusi da mesi nei Cie dopo essere arrivati in Italia e non inclusi tra quelli con il permesso di soggiorno temporaneo perché arrivati dopo il cinque aprile, sono usciti dal centro sparpagliandosi nella zona. Undici di loro sarebbero stati fermati dalla polizia nelle vicinanze, nei pressi del deposito dell’Atcm, altri sono scappati sui binari verso Verona o si sono nascosti in attesa di poter fuggire lontano. Sull’accaduto è intervenuto il consigliere provinciale del Pdl Luca Ghelfi che condanna l’episodio e auspica che gli immigrati vengano rintracciati. Anna Maria Lombardo, Direttore del Cie, ha spiegato: “Esprimiamo solidarietà ai militari rimasti feriti e alle forze dell’ordine, chiediamo a nostra volta solidarietà per un impegno che diventa sempre più difficile”.»

da viaEmilianet

La diretta dalla Valsusa

sediate alla maddalenaSgomberata questa mattina la Libera Repubblica della Maddalena. Gli avvenimenti sono ancora in corso. Per seguirli in diretta, ascolta in streaming Radio Blackout:

[audio:http://stream.radioblackout.org/blackout-low.mp3]

Ancora sui tetti di Roma

Si è tenuto, questa mattina, l’annunciato presidio sotto alle mura del Cie di Ponte Galeria, ad una settimana dalla rivolta che ne ha bruciacchiato le strutture. Quando i compagni sono arrivati di fronte al Centro, hanno già trovato ad accoglierli i reclusi piazzati sui tetti, con degli striscioni. Anche le donne si sono fatte vedere sui tetti, ma quando sono scese, finito il presidio, tre di loro hanno subito trovato la polizia che ha voluto dar loro una lezione.

Ascolta una diretta con Roma, registrata nel primo pomeriggio:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/ponte-galeria-26-giugno.mp3]

Ponte Galeria, dopo la rivolta

A cinque giorni dall’incendio di Ponte Galeria, una testimonianza dall’interno del Cie romano. All’origine della rivolta la rabbia per il decreto dei 18 mesi, i maltrattamenti continui delle guardie, la qualità del cibo, ma anche le scene viste ogni volta che scatta un rimpatrio: reclusi sedati a tradimento la sera precedente e nonostante questo immobilizzati con lo scotch ai piedi, alle mani e sulla bocca.

Dopo la sommossa gli stanzoni sono stati ridipinti alla veloce e i prigionieri sono stati fatti immediatamente rientrare, nonostante quasi tutti i bagni siano inagibili e nulla (arredi, televisioni, condizionatori, ecc.) si sia salvato dalle fiamme, tanto che una parte dei reclusi è costretto a dormire per terra su delle vecchie (e sporche) coperte militari.

Ascolta la testimonianza, raccolta questa mattina da Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/intervista-ponte-galeria-23_6_11-1.mp3]

Domenica mattina, proprio sotto le mura di Ponte Galeria, si svolgerà un presidio che poi si sposterà a Rebibbia. Leggi l’appello qui sotto.

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Ricorrenze ed evasioni

Centro di detenzione per clandestini di Vincennes, martedì 21giugno 2011: tre anni dopo la morte di Salem Souli e la rivolta che ha ridotto in cenere il centro.

«Sono al centro di detenzione da 14 giorni. Ieri sera, fuori, sono stati accesi dei fumogeni, abbiamo visto il fumo e sentito i petardi, ma è durato poco.
Ieri, durante la giornata, un tipo è evaso dalla mia sezione, il centro numero 2, non lo hanno più ripreso. Oggi, un altro è evaso dal centro numero 1, non so se è stato ripreso oppure no.
Con gli sbirri, dipende dai momenti. A volte ti picchiano, altre volte sono gentili. Abbiamo un problema: non possiamo tenere accendini e l’accendisigari che abbiamo nella nostra sezione non funziona. Quindi siamo costretti a chiedere tutte le volte ai poliziotti. Fanno quello che gli pare: a volte li chiamiamo e loro non vengono o ci insultano.
Il centro è circondato da un reticolato che a guardare fa male al cuore. C’è un detenuto che dice che non hanno il diritto di mettere tutte queste barriere, quando le guardi ti gira la testa.
Ci sono sempre persone che si tagliano le mani o che cercano di impiccarsi. Qui, più del cinquanta per cento dei detenuti è tunisino.»

Metti un civich al campo nomadi

23 giugno. Cosa fa un ispettore della polizia municipale in un campo nomadi? Si prende insulti, e qualche spintone. Tutto nasce da una notifica. Una pattuglia è entrata nell’accampamento di strada Brandina, Moncalieri, per consegnare un provvedimento giudiziario, ma il destinatario ha dato subito segni di insofferenza. Prima di andarsene, notifica una raffica di insulti agli agenti, e, appunto, qualche spintone. È emerso in seguito che l’esuberante nomade, apolide (i confini del Paese dove è nato, la Jugoslavia, si son talmente spostati da lasciarlo fuori da qualsiasi cittadinanza), non ha né documenti d’identità, né permesso di soggiorno. Possiede, per contro, un certificato di residenza a Moncalieri. Nel corso dei controlli due cagnolini sprovvisti di microchip sono stati portati al canile.

Secchiate

21 giugno. «Bnlager carogne» e «Sfruttatori dei Cie»: queste le scritte comparse secondo alcuni quotidiani cittadini sui muri e sulle porte di una filiale della Banca Bnl di Barriera di Milano, che è stata completamente imbrattata anche da copiose secchiate di vernice blu, rossa e maròn. Da parte nostra vi ricordiamo che tra i mille meriti della Banca Bnl vi è pure quello di fare da cassa alla Croce Rossa Piemontese, che come è noto lucra da sempre sulle gabbie di Corso Brunelleschi.

Slancio

20 giugno. Nella nottata un gruppo di solidali ha improvvisato un saluto per portare sostegno ai reclusi del Cie di corso Brunelleschi. I detenuti dell’area blu, dopo aver subito i maltrattamenti e le botte della polizia, stanno infatti proseguendo lo sciopero della fame e rimangono fuori nel cortile per protesta. Uno di loro è stato tradotto in isolamento. Alle grida, le battiture e i fuochi d’artificio hanno reagito con uno slancio che scalda il cuore, facendo un baccano che ha echeggiato per tutte le strade circostanti.