Fuga tentata a Roma

«Proteste nel pomeriggio al Cie di Ponte Galeria, a Roma, dove alcuni immigrati sono saliti sul tetto e hanno bruciato materassi e coperte. Qualcuno ha approfittato della confusione per fuggire e un ragazzo marocchino e’ rimasto lievemente ferito mentre provava a scavalcare le barriere che separano la sezione donne. Soccorso, e’ stato medicato.»

da Adnkronos

Il cuore oltre l’ostacolo

Padova, 23 maggio 2011Il sindacato di polizia Coisp contro il questore Luigi Savina: a scatenare la polemica sono state le dichiarazioni della 159esima Festa della Polizia, che si è svolta sabato scorso. Il questore aveva minimizzato la mancanza di risorse per le forze dell’ordine, i sindacati invece evidenziano il problema.
“Si può fare di più ottimizzando le risorse – aveva spiegato Savina – Sarebbe meglio qualche uomo in più, qualche mezzo in più. Ma attenzione perché chi va dicendo che mancano mezzi e mancano uomini vuole il pretesto per fare di meno. Questo non è ammissibile. Io dico ai miei poliziotti ogni giorno: buttate il cuore oltre l’ostacolo e andiamocelo a riprendere”.
Una frase che non è piaciuta al segretario generale del Coisp di Padova Loris Frison: “Provo enorme indignazione nel sentire quanto dichiarato da chi dovrebbe rappresentare in Provincia tutti noi poliziotti – spiega – Voglio sottolineare al questore che proprio i suoi collaboratori, non più tardi di alcuni mesi fa, hanno evidenziato la grave situazione nella quale versa il parco macchine della sezione volanti e che i fondi sono stati drasticamente tagliati. Dobbiamo allora pensare che i suoi stessi collaboratori abbiano colto il pretesto per fare di meno? E come non ricordare a Savina che, proprio a causa della mancanza di personale veniva messa a repentaglio l’incolumità dei colleghi costretti a svolgere servizi di accompagnamento ai vari Cie fuori regione in numero non proporzionato agli stessi cittadini extracomunitari da espellere?”
“I poliziotti lavorano senza nemmeno sapere se verranno pagate loro le varie indennità, con il blocco dell’aumento dello stipendio fino al 2013 e guadagnando per un’ora di straordinario circa 7 euro – conclude il rappresentante sindacale – Il questore Savina sa bene che già da un po’ di tempo i poliziotti hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo. Dovrebbe però ricordarselo di continuo invece di insultare la dignità dei suoi uomini che a ragione denunciano la carenza di mezzi e uomini. Qui nessuno cerca pretesti per lavorare di meno. Affermazioni del genere sono gratuite ed offensive”.

(il mattino di padova)

Pellegrini e deportati

Cerco il tuo volto…Prima un pacco prioritario, poi un imbolsito cardinale, un poliziotto di guardia, poi un plico di raccomandate o un gruppo di fedeli che cantano inni oppure ancora un tunisino in via di rimpatrio imbarcato con l’inganno e guardato a vista. Su e giù intorno all’Europa e al Mediterraneo tra Lampedusa, Fiumicino, Linate, Lourdes e, ovviamente, Tunisi. Miracoli della tecnica e della faccia tosta.

(more…)

Arresti e processi a Torino

Dopo più di due mesi dalla rivolta la polizia ha arrestato due ragazzi tunisini ritenuti responsabili dell’incendio che il 28 di febbraio scorso ha reso inagibile l’area gialla del Cie di Torino. Si chiamano Hamdi Farjallah e Lofti Babicha e ora sono nel carcere delle Vallette. Erano tra i pochi rimasti ancora prigionieri nel Centro dei protagonisti di quella incredibile ondata di fughe e sommosse che nei primi mesi di quest’anno era riuscita a rendere tanto ingestibili i Campi italiani (i vecchi Cie e Cpa, ma pure i nuovi Cai) da obbligare il Ministero a svuotarli concedendo il famoso permesso di soggiorno temporaneo del quale tanto si è discusso a Parigi e a Bruxelles. Dei loro compagni di allora una grossa parte sono in giro per l’Europa costretti a lottare ancora per vivere e viaggiare mentre un’altra fetta, come sapete, è stata rimpatriata e – chissà! – sta riempiendo le piazze tunisine ora che il movimento laggiù sta facendo di nuovo capolino. Non sappiamo ancora quali saranno le scadenze processuali degli arrestati, ma ve le comunicheremo non appena ne avremo notizia.

Possiamo dirvi da subito, però, che lunedì prossimo si terrà l’udienza d’appello (aula 52, ore 9) per i ragazzi accusati invece della rivolta che il 14 luglio scorso aveva reso inagibile l’area bianca del Centro. Degli arrestati di allora solo uno è ancora in carcere, due sono stati espulsi, mentre altri due – Hassan e Hamed – sono di nuovo prigionieri in corso Brunelleschi.

Aggiornamento 16 maggio. Svoltasi come sempre a porte chiuse, l’udienza d’appello per la rivolta del 14 luglio si è chiusa di nuovo con delle condanne. Un po’ più lievi di quelle, pesantissime, della sentenza di primo grado, giacché il giudice ha concesso le attenuanti generiche. Degli imputati ancora in Italia, in aula ne era presente soltanto uno: un altro ha preferito rimanere al Cie ed un altro ancora è stato trasferito di carcere, dalle Vallette ad Asti.

Felici

«Per una volta siamo qui a darvi una buona notizia. Un ragazzo, tunisino di 26 anni, nel pomeriggio di ieri 13 maggio è riuscito a fuggire dal cie di Restinco. A tutt’ora non sono ben note le dinamiche. Sicuramente la fuga è stata rocambolesca, considerazione intuibile dal fatto che il fuggitivo presentava numerosi tagli sul corpo ed era senza scarpe. Ha camminato per ore in aperta campagna, poi la fortuna ha voluto che incontrasse delle persone che gli hanno offerto prima assistenza e lo hanno rifocillato. Ha passato la notte in una struttura sicura, stamane sembra sia stato accompagnato ad una stazione, e da lì è partito verso la destinazione che voleva raggiungere.

(more…)

Dalla stazione al Cie

14 maggio. Dieci tra i tunisini che occupano la stazione di Ventimiglia sono stati fermati dalla polizia col pretesto di una rissa e portati nel carcere di Sanremo. Tre giorni dopo, privati del permesso di soggiorno temporaneo, sono stati condotti al Cie di c.so Brunelleschi di Torino, nel quale si trovano attualmente. Non si sa precisamente in che modo sia avvenuto il fermo e sia stato reso possibile il trasferimento nel Cie, né quali siano le accuse a loro carico e la loro situazione legale. (more…)

Subito

12 maggio. Nella notte un gruppo di solidali improvvisa un rumoroso saluto ai reclusi di C.so Brunelleschi, alcuni dei quali sono stai tradotti nel Centro durante gli scorsi giorni. Al grido di “Libertà”, con battiture e fuochi d’artificio, si esprime la vicinanza e la rabbia che unisce i nemici delle frontiere a chi è rinchiuso nei Cie. Se forse si fa il possibile per combattere questi luoghi disumani, non è comunque mai abbastanza… il perché lo ricorda una scritta lasciata sul muro di recinzione: «bisogna distruggere subito questo Lager!»

Informazioni utili

Roma, 13 maggio 2011Saltati almeno 4 rimpatri, poliziotti spostati come nel Risiko. Maroni ha appena regalato all’omologo tunisino quattro motovedette di ultima generazione.
Ne possono rimpatriare 60 al giorno, ma spesso non riescono a fare neanche quello. Nella generale distrazione della campagna elettorale, capita che l’accordo con la Tunisia, stipulato il 5 aprile dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, salti in maniera continuativa. Parlano i numeri: dei 33.880 immigrati sbarcati sulle coste italiane dal primo gennaio, 23.938 sono tunisini. È vero che i primi rimpatri sono scattati subito dopo la firma dell’accordo, ma in un mese e mezzo sono fermi a 861. Qualcosa quindi non funziona.
Il 2 maggio, per esempio, si sarebbe dovuto provvedere a riportare a casa 60 tunisini ospiti della ex tendopoli (trasformata poi in un Cie temporaneo) di Palazzo San Gervasio, nel potentino. “Il ministero dell’Interno – racconta Franco Maccari, segretario generale nazionale del sindacato autonomo di polizia Coisp – ha organizzato in due turni il trasferimento da Palazzo all’aeroporto di Napoli, distante 200 chilometri. Per i primi 30 si organizza la scorta nel cuore della notte. Sono impegnati 60 poliziotti, il rimpatrio procede senza problemi, ma al rientro dei colleghi da Napoli a Potenza l’auto di servizio viene coinvolta in un incidente stradale”. Due poliziotti rimangono feriti.
Ma è col secondo trasferimento che il meccanismo del rimpatrio si inceppa. Ancora Maccari: “Partenza programmata alle 4 del mattino, si parte soltanto alle 13, dopo i numerosi ordini e contrordini da parte del ministero. Gli altri 30 immigrati dovrebbero imbarcarsi all’aeroporto di Capodichino. Lì ai 60 poliziotti viene concesso un lauto pranzo: un panino e acqua minerale. Alle 18 ancora gli immigrati non vengono imbarcati. Poi si svela l’arcano: a Napoli non c’è alcun aereo per Tunisi! Così qualche papavero del ministero, pensando di spostare gli agenti per mezzo Sud Italia come se fossero carri armati del Risiko, dispone l’incredibile: spedire gli immigrati da Napoli al Cie di Bari, che dista soltanto 80 km da quello di partenza di Palazzo San Gervasio”.
Cosa è accaduto? “Il problema è che sono tanti e il ministero non sa come gestirli – commenta Maccari –, soprattutto in questi giorni che precedono le amministrative. Fate caso che non li portano né a Napoli né a Milano, per non scontentare le fazioni di governo. I centri di Civitavecchia e Cagliari vengono chiusi e riaperti a seconda delle necessità”.
E non si tratterebbe dell’unica volta in cui il rimpatrio è saltato. Lunedì scorso un volo con a bordo 29 immigrati e una settantina di poliziotti è decollato alle 10 del mattino da Roma-Fiumicino destinazione Tunisi (via Napoli-Palermo), ma l’autorizzazione all’atterraggio dall’altra parte del Mediterraneo non è mai arrivata. Così l’aereo è rimasto fermo prima a Capodichino, poi nello scalo siciliano: qui si è aspettato il console per il riconoscimento, ma il nullaosta finale non è mai arrivato. Così a tarda sera il velivolo è decollato nuovamente, alla volta però del Cie di Torino. Sono rimasti tutti senza mangiare, compresi i poliziotti che dal capoluogo piemontese sono poi dovuti rientrare nella capitale. Costo dell’operazione, seimila euro all’ora per l’affitto del mezzo Mistral Air, oltre naturalmente allo stipendio dei poliziotti. E sembra che il Viminale, anziché riconoscere la missione internazionale, abbia declassato la giornata a “ordine pubblico”. “Un’odissea dovuta alla situazione interna alla Tunisia – spiega Enzo Marco Letizia, segretario generale dell’Associazione nazionale funzionari di polizia – con i violenti scontri di sabato che hanno riportato il coprifuoco dalle 21 alle 5”. Sarà, ma altri due episodi analoghi si sarebbero verificati anche a fine aprile e all’inizio di maggio. Ieri, invece, è andato tutto bene (per il governo) e 28 tunisini sono tornati indietro.
Se da un lato Maroni non riesce dunque a rispettare gli impegni assunti con la base leghista, dall’altro è costretto a ottemperare agli obblighi proprio con la Tunisia: mercoledì ha consegnato personalmente all’omologo tunisino Essid, 4 motovedette di ultima generazione, 15 metri, due motori con una potenza di 1000 cavalli, ecoscandaglio e navigatore satellitare. Ma quanto ci sta costando questa emergenza?

(il Fatto quotidiano)

Catena in via Corelli

«Complici e solidali verso le rivolte dei migranti qui e in tutto il mediterraneo, non potevamo restare indifferenti di fronte all’arresto di 7 tunisini accusati dell’ultima ribellione nel CIE di via corelli a milano. Nella notte tra il 10 e l’11 maggio, poche ore prima del processo-farsa contro di loro, abbiamo chiuso via Corelli con una spessa catena e due grossi lucchetti, con lo scopo di mettere i bastoni tra le ruote ai militari e alla sbirraglia che transitano per questa via. Alla catena era appeso uno striscione con la scritta CHIUDERE I CIE. La rivolta  la naturale reazione a chi ci  opprime, la giusta risposta ad un sistema che  sempre pi coercitivo e repressivo. Che questa ennesima ribellione non passi inosservata! un saluto ai compagni e alle compagne di bologna arrestati/e»

da Informa-azione.info