Il passo sospeso…

il passo sospeso della cicognaContinua lo sciopero della fame di una parte dei reclusi di corso Brunelleschi. Questa mattina un’area continua compatta a scioperare – ed è il quarto giorno – mentre in un’altra una parte dei reclusi ha ricominciato a mangiare. I protagonisti assoluti di questa ondata di lotta sono ragazzi tunisini che, sbarcati a Lampedusa, si sono ritrovati improvvisamente prigionieri.

Tra di loro, al Centro, c’è gente catturata a Ventimiglia nelle settimane passate, mentre tentava di passare la frontiera con la Francia. Solo dalla sommossa dell’altro giorno, che ha bruciato gli ultimi posti disponibili a Torino, la polizia italiana alla frontiera francese ha smesso di fermare la gente ed è costretta a chiudere un occhio perché non saprebbe dove spedire i prigionieri. I tunisini di Ventimiglia, ora, si trovano a rimbalzare da un lato all’altro del confine, respinti dai gendarmi francesi e tollerati da quelli italiani. Su e giù, a piedi o in treno, bloccati in una specie di limbo che finisce solo quando riescono a trovare qualche affarista – passeur, ma anche poliziotti vogliosi di arrotondare lo stipendio – che ne sblocchi il passo e, a caro prezzo, faccia bruciare loro la frontiera.

Ascolta il racconto di un ragazzo tunisino, andato da Torino a Ventimiglia per capire quello che sta succedendo, trasmesso da Radio Onda Rossa di Roma:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/ventimiglia_silenzio-assordante.mp3]

Aggiornamento ore 14,30. Questa mattina un recluso di corso Brunelleschi ha tentato lo fuga, inutilmente. Guadagnata la finestra dell’ambulatorio dove lo stavano medicando è stato libero per pochissimi minuti. Già, perché un passante lo ha placcato – un uomo che corre è sempre sospetto, per la brava gente che nulla sa della libertà – e riconsegnato alla scorta.

Aggiornamento 5 marzo. Al quinto giorno finisce lo sciopero della fame in corso Brunelleschi.

Quando la paura…

Quando la paura cambia di campo

Venerdì 4 marzo, dalle ore 17, concentramento in piazza Loreto a Milano. Quindi corteo verso via Padova.

Ascolta Fabio, del Comitato antirazzista milanese, che presenta l’iniziativa ai microfoni di Radio Blackout:

[audio:http://radioblackout.org/files/2011/03/corteo-milano-solidarieta-africa.mp3]

In stato di totale abbandono

Il Cie di Bologna, a due giorni dalla rivolta del 1 marzo che ha determinato la chiusura della sezione maschile, versa in stato di totale abbandono: muri fatiscenti, tetti crollati, troppi prigionieri che dormono per terra in poco spazio, cibo scarso e scadente. E questa situazione si ripete più o meno identica in tutti i Centri. La macchina delle espulsioni collassa su se stessa, ma le teste di legno del Ministero degli Interni non si vogliono rassegnare ad ammettere la loro disfatta, e piuttosto che liberare un solo recluso, preferiscono tenerli dentro quelle che più che prigioni, come ci racconta un recluso, sembrano oramai “case abbandonate”.

Ascolta un’intervista a un recluso del Cie di via Mattei a Bologna

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/03032011-cie-bo-1.mp3]

e un’intervista con un suo compagno di reclusione

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/03032011-cie-bo-2.mp3]

Urla di libertà

Continua la mobilitazione dei prigionieri delle due sezioni del Centro di Torino. Lo sciopero è ancora in corso e a metà mattinata c’è stata una mezz’oretta di cori e urla: «Libertà! Liberté! Hurria!». Subito dopo, i reclusi si sono messi in contatto con Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/urla-dal-centro_3-marzo.mp3]

Sciopero, dopo la rivolta

Dopo la rivolta dell’altra sera, i reclusi dell’area bianca di corso Brunelleschi a Torino sono entrati in sciopero della fame. Tutto ieri non hanno mangiato, e per protesta hanno messo le coperte e i materassi fuori dalle stanze. Anche oggi si sono rifiutati di toccare cibo. A loro si sono aggiunti anche i reclusi di un’altra sezione del Centro. Secondo i calcoli che provengono da dentro, ad attuare questa forma di protesta sarebbero una settantina.

Dall’altra sera, poi, è sempre più difficile fumarsi una sigaretta dentro al Centro. Già, perché ora i militari di guardia si rifiutano di farli accendere e allora i reclusi sono costretti ad aspettare i crocerossini. Inutile dire quanto nervosismo crei questa ripicca dei militari. Mai quanto a Gradisca dove, dalle voci che arrivano, ai reclusi stipati negli stanzoni è semplicemente vietato fumare.

Intanto sempre su Gradisca, una piccola lista di novità: nessun altro è stato fatto uscire dopo le poche liberazioni di lunedì, a parte quattro trasferimenti a Bari e un “rimpatrio volontario” ieri; la Prefettura si è fatta mandare un bel po’ di materassi da mettere a terra negli stanzoni e un po’ di celerini padovani da tenere in permanenza nel Centro; i Vigili del Fuoco, piuttosto di fare su e giù ad ogni momento, hanno richiesto di poter avere un presidio fisso nel Cie; i sindacati di polizia hanno organizzato un presidio di protesta di fronte alla Prefettura per denunciare l’assenza del Ministero; i leghisti in regione hanno fatto le solite dichiarazioni da leghisti, mentre i parlamentari del Pd hanno presentato una interrogazione al Ministro. Preoccupati per i reclusi ammassati come bestie dentro al Centro? Qualche discorso sulla libertà? No, no, hanno chiesto al Maroni che misure abbia intenzione di prendere rispetto al Cie, visti i rischi che corrono ogni giorno gli operatori di Connecting People e le “apprensioni” patite dai cittadini della zona.

A Bologna, invece, dopo che ieri i reclusi hanno bruciato materassi e qualunque altra cosa a loro disposizione nelle camerate, le condizioni interne sono pessime. Dalla sezione maschile fanno sapere che sono al freddo, senza coperte e con 3 materassi per 50 persone. Denunciano inoltre i quotidiani maltrattamenti da parte dell’Ufficio Stranieri e dei mediatori culturali.

Leggi una piccola rassegna stampa di oggi sulla situazione a Gradisca.

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Carta

1 marzo. «Permesso di soggiorno, carta di identità, la carta è solo carta: la carta brucerà!» – recita uno degli slogan più belli e speranzosi urlato nelle manifestazioni quando si parla di documenti. Lo sapete, però, che tante volte la distanza tra i nostri slogan e quel che riusciamo a fare per davvero è grande – a volte abissale. A ricordarcelo tragicamente è stato un tunisino quarantenne che questa mattina si è dato fuoco dentro alla Questura di corso Verona dopo che per l’ennesima volta i funzionari gli hanno negato il rilascio del permesso di soggiorno – cioè proprio di quel pezzo di carta dal quale ancora dipende la vita di tanti, e che non vorremmo vedere mai più. Trasportato in ospedale ne avrà per venti giorni.

Cie di Bologna, occupazione e rivolta

«Una manifestazione di protesta del centro sociale Tpo ha scatenato una rivolta all’interno del Cie di Bologna. Circa un centinaio di aderenti al centro questa mattina verso le 10 ha scavalcato il muretto di cinta che divide la struttura dalla massicciata della ferrovia e ha raggiunto la cancellata dell’ex Cpt. Lì i manifestanti sono stati respinti dai militari impegnati nella sorveglianza del centro. Con i megafoni i manifestanti hanno urlato la loro solidarietà all’indirizzo degli ospiti che hanno innescato una rivolta incendiando alcuni materassi poi spenti dai vigili del fuoco. (Adnkronos)»

Ascolta un’intervista con uno degli occupanti, al telefono con Radio Blackout 105.250 Fm

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/01032011-rbo-cie-bologna-occupato.mp3]

Il contagio

Sommossa e incendio questa sera in corso Brunelleschi a Torino. I reclusi dell’area gialla hanno dato fuoco a tutto quello che si sono trovati tra le mani. I Vigili del Fuoco sono arrivati molto rapidamente e intorno alle 22,35 hanno spento le fiamme. Poco fa, intorno alle 22,45, un recluso ha spiegato ai microfoni di Radio Blackout che la polizia ha raggruppato i prigionieri nel campo da calcio, sotto la pioggia, circondandoli con i manganelli ma senza picchiare nessuno.

Non sappiamo quante stanze della sezione siano state toccate dall’incendio, ma dalle voci che arrivano da dentro almeno alcune sarebbero state danneggiate seriamente. L’esempio di Gradisca, evidentemente, è contagioso.

Ascolta la telefonata arrivata in Radio:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/fiamme-in-corso-brunelelschi.mp3]

Aggiornamento ore 00,30. A due ore dall’incendio i reclusi dell’area gialla sono ancora nel campo da calcio. La situazione è tranquilla e sembra che a breve verranno smistati nelle altre aree per essere ospitati per la notte. Questo vuol dire che, da una parte, dentro al Centro c’è ancora posto per trattenerli ma che, dall’altra, i danni nell’area gialla ci sono stati, tanto che per adesso non ci può dormire nessuno.

Aggiornamento 1 marzo. Dopo una lunga permanenza nel campo da calcio del Centro, tutti i reclusi dell’area gialla sono stati trasferiti nella bianca – l’area che era stata distrutta dalla rivolta di luglio e che era stata appena ripristinata. L’area gialla è chiusa: secondo la Questura quattro delle cinque camere della sezione sarebbero inutilizzabili. Nessuno si è ferito per l’incendio e, da quel che si sa, la Questura non ha ancora denunciato nessuno.