Collabora o chiudi

29 maggio. Dietro alla retorica della sicurezza la capillarità dei controlli e della repressione quotidiana avanza. Una gastronomia gestita da una signora senegalese in via Belfiore è stata chiusa per trenta giorni perchè alcuni residenti avrebbero più volte segnalato alle forze dell’ordine la presenza di spacciatori in quel locale. Il provvedimento di sospensione è stato firmato direttamente dal questore Messina, come vogliono le misure di sicurezza e prevenzione ribadite e rilanciate dal decreto Minniti. A quanto pare il messaggio è chiaro: il non-essere-complici dello Stato e del suo controllo del territorio sta diventando di per sè passibile di punizione… forse vorrebbero che fosse direttamente la signora senegalese della gastronomia a controllare i documenti dei suoi frequentatori? Per fortuna l’infamia diffusa in questa società civile non è ancora arrivata fin lì, a differenza del bastone che picchia sulle vite di chi cerca di barcamenarsela.

Troppo pericolosi

26 maggio. Chiuso per sette giorni il “Bar Marco” di corso Palermo 119 perchè frequentato da pregiudicati e soggetti pericolosi per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini. Il provvedimento era già stato emanato nell’ottobre 2016 e nel maggio scorso il bar era stato coinvolto in una retata che aveva portato all’identificazione di tutti i presenti e all’arresto di un ragazzo per spaccio.

Corteo contro i divieti

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“La rabbia sociale ve la farà pagare”, questo il coro rivolto a padroni e polizia, che rieccheggia tra i palazzi di corso Giulio Cesare durante la manifestazione di ieri sera per le vie del quartiere. Una cinquantina di persone sono scese in strada per parlare di quest’ultima inchiesta repressiva che ha distribuito sei divieti di dimora da Torino, e per ricordare le lotte che i compagni e le compagne che attraversano e si organizzano all’Asilo Occupato hanno sempre portato avanti con gli sfruttati di questo pezzo di città.

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35.000 a San Salvario

26 maggio. Controlli a tappeto tra vari esercizi commerciali in San Salvario, capitanati dal commissariato di Barriera Nizza con l’aiuto di Asl, Polizia Municipale e Ispettorato del lavoro. Nel complesso sono stati comminati oltre 35.000 euro di multe per varie irregolaità riscontrate nelle operazioni.

Terzo morto di frontiera

25 maggio.  Sale a tre il bilancio delle persone migranti che ci hanno rimesso la vita nel tentativo di superare la frontiera tra Italia e Francia, sul confine piemontese. Questa volta il corpo è stato ritrovato da un escursionista sul fronte nostrano, nei pressi dell’orrido del Frejus.

Troppi soggetti pericolosi

26 maggio.Chiuso per sette giorni il “Bar Marco” di corso Palermo 119 perchè frequentato da pregiudicati e soggetti considerati socialmente pericolosi. Il provvedimento aveva già colpito l’attività commerciale nel 2016 e nel maggio 2017 era stato coinvolto in una retata che aveva portato all’identificazione di tutte le persone presenti nei locali e all’arresto di un ragazzo per spaccio.

Scompiglio e disordine

22 maggio. Camionette schierate coi lampeggianti davanti al sacro ingresso del cortile Lavazza, su via Bologna, come a proteggerla da alcuni incappuccitati avvistati nella zona tuttavia già spariti. Le testate locali riportano di alcuni cassonetti rovesciati e dati alle fiamme e di alcuni scoppi, avvenuti nelle vie attorno all’Asilo Occupato di via Alessandria 12 ad appena un giorno di distanza dall’ultima inchiesta che ha spiccato sei divieti di dimora per altrettanti compagni. A quanto pare c’è chi ha pensato di esprimere un assaggio di rabbia in Aurora. Forse in risposta all’ultima inchiesta repressiva? Forse perchè stanco di subire le espulsioni ingaggiate dalla riqualificazione incalzante? Forse per tutti questi motivi e ancor di più. Non è dato saperlo, non resta che sorridere davanti alla normalità interrotta anche solo per pochi minuti tra le strade di questa città.

Seidivietididimora

Alcuni compagni sono stati fermati questo pomeriggio per la notifica del divieto di dimora da Torino. Sono sei le misure cautelari indicate nelle carte e riguardano la notte del 13 febbraio in cui, durante la consueta cena del martedì all’Asilo occupato, un uomo era stato allontanato da via Alessandria 12 perché molesto. Le accuse sono di lesioni aggravate nei suoi confronti e resistenza a pubblico ufficiale contro gli agenti appostati poco distante e intervenuti durante l’allontanamento.
Presto aggiornamenti.
Tutti liberi! Tutte libere!
Ai molesti ci pensiamo noi, via gli sbirri dalle strade!

Morti di confine

18 maggio. Dopo il ritrovamento del corpo di Blessing un altro ragazzo probabilmente di orgini africane è stato trovato morto ad Alberts, frazione di Monginevro, a ridosso della frontiera con la Francia. Nel pomeriggio un presidio itinerante già in programma è sfilato per le vie di San Salvario, a Torino, bloccando anche corso Vittorio Emanuele II. Per ribadire la solidrietà con Theò, Eleonora e Bastien e gridare vendetta per la morte di Blessing.

Richiesta un’altra Sorveglianza Speciale

 

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I carabinieri di Mirafiori nell’ambito di indagini intorno alla lotta contro al Cpr, attività investigativa che il corpo militare ha iniziato col ritrovamento di una busta con dei petardoni nel maggio 2015 vicino a c.so Brunelleschi, hanno chiesto il 22 luglio 2015 la SS per un compagno. Le carte dicono che sarebbe stato riconosciuto durante il saluto sotto al fu Cie il giorno del ritrovamento della busta, per questo gli viene attribuita la proprietà.

Nessuno aveva considerato la richiesta fino a qualche giorno fa, quando il Pm Riccaboni ha preso in mano l’informativa e rincarato la dose: una richiesta di tre anni di Sorveglianza Speciale accompagnata anche dal divieto di soggiorno, mentre i carabinieri avevano chiesto due  anni con l’obbligo. Sono elencati reati nell’ambito delle lotte contro la Detenzione Amministrativa, contro il carcere e gli sfratti; viene posto l’accento sul non aver rispettato più volte un foglio di via da Torino; naturalmente non manca la descrizione del profilo antisociale e l’appartenenza ideologica all’anarchismo – è un anarchico: una scoperta pari a quella dell’acqua calda! Per non farsi mancare nulla, nelle scartoffie tribunalizie c’è un voyeristico elenco di conoscenze che va a pescare anche tra quelle del liceo. Infine, come ciliegina afflittiva, una delle prescrizioni nel caso in cui dovesse essere confermata questa richiesta consisterebbe nel seguire le udienze in videoconferenza se il compagno dovesse trovarsi in arresto o con misure di allontanamento.

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