Sette finanzieri

Il solito pestaggio al Cie di Torino, i soliti grossi finanzieri. Questa volta ci si sono messi in sette, ieri pomeriggio, per riempire di botte un malcapitato prigioniero colpevole di aver reagito tre giorni prima a degli insulti gratuiti ricevuti da quegli stessi agenti all’ingresso dell’infermeria. Come sempre, i crocerossini e il personale del Centro hanno assistito al pestaggio in silenzio. Le telecamere di controllo, invece, non hanno visto niente giacché i nostri finanzieri si sono premurati di aggredire il prigioniero sotto al portico attaccato agli uffici, dove di telecamere non ce ne sono.

Ascolta la voce del recluso, raccolta quasi in diretta da Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/rbo19012011pestaggiocieto.mp3]

Nero su verde

Verona, 18 gennaio 2011Dal comunicato firmato da Stefano Montagna di Forza nuova emerge uno scontro tutto interno alla destra veronese: «Che la Lega nord predichi una cosa per poi fare l’esatto contrario è cosa risaputa», si legge: «basta guardare i fondi stanziati per la tanto odiata “Roma ladrona” nell’ultima manovra finanziaria. Però», scrive Montagna, «francamente questa decisione supera il solito limite della politica degli slogan leghisti».
Ciò a cui Forza nuova si riferisce è il centro di identificazione e di espulsione: «Il famoso Cie per il Veneto», viene detto, «sarà fatto – udite udite – a Verona. Dopo gli slogan sulla città sicura e la sicurezza per i veronesi, ecco che la Lega nord candida Verona a ospitare il centro, che ovviamente in Veneto nessun altro vuole».
E qualche parola viene spesa anche per un consigliere che alle posizioni di Forza nuova si potrebbe considerare vicino: «Come se non bastasse», si legge sulla nota di Montagna, «i paladini (sempre e solo sotto elezioni) della città sicura fanno quadrato su Tosi: vedi il consigliere Miglioranzi, che da questa mattina è favorevole ad accogliere a Verona i clandestini di tutto il Veneto».
Montagna annuncia «una mobilitazione di Forza nuova contro questa assurda decisione, che rappresenta», sostiene «non solo un pericolo per la sicurezza dei cittadini veronesi, ma anche un’assurda provocazione da parte di chi ci amministra».

(l’Arena)

 

Arresti a Parigi

Durante la notte tra mercoledì e giovedì scorso a Parigi, nel quartiere di Belleville, Dan, Olivier e Camille sono stati arrestati per delle scritte come «Algeria-Tunisia/ Insurrezione», «Viva l’anarchia»…
Dopo esser stati fermati e portati nel commissariato del XX arrondissement, i poliziotti della Brigade Criminelle di Quai des Orfèvres 36 [la Digos parigina, NdT] si sono impossessati del caso e li hanno trasferiti nei loro locali. Successivamente i tre fermati sono stati citati a giudizio e dopo un passaggio dal giudice istruttore e dal “giudice delle libertà e della detenzione” sono stati portati in prigione il venerdì successivo. Diversi elementi hanno sicuramente influito sulla decisione di tenerli in carcere prima di processo: tutti e tre sono stati accusati a vario titolo di aver compiuto azioni in solidarietà con gli imputati di Vincennes (cortei non autorizzati, occupazioni, sabotaggi di bancomat). (more…)

Niente offendicula, ma…

Un appalto (al netto dell’Iva) di 15 milioni e 20 mila euro. È la base d’asta indicata dalla Prefettura di Gorizia, ente appaltante, per la gestione triennale (dal 1° marzo 2011 al 28 febbraio 2014) del Centro di identificazione ed espulsione (Cie, 248 posti, ma non ancora a pieno regime) e del limitrofo Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara, 138 posti) di Gradisca d’Isonzo. (more…)

Sui tetti di Bari, nelle gabbie di Milano

Ieri pomeriggio una trentina di reclusi del Cie di Bari-Palese sono saliti sui tetti delle camerate e hanno cominciato a gridare “libertà! libertà!” Per una volta, non è stato un tentativo d’evasione, ma il loro modo di rispondere a un presidio di solidarietà che si stava tenendo proprio in quel momento al di là delle mura.

Intanto, sono stati scarcerati e fatti rientrare nelle gabbie del Cie di via Corelli, a Milano, i reclusi arrestati durante la sommossa di Capodanno.

Intrecci

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Dalle strade di Redeyef, o di Annaba, fino a Lampedusa e a Torino. Dalle fabbriche di Brescia, o dalle gabbie di un Cie, fino ai sobborghi di Tunisi o a Boumerdès. In mezzo navi traballanti, fili spinati, sfruttamento bestiale, manette e poliziotti di scorta. Le vicende di questo proletariato in eccesso che, sballottato da una costa all’altra del Mediterraneo, si ostina a vivere e a ribellarsi, nelle voci dei corrispondenti di Radio Blackout.Sabato scorso, un racconto della rivolta algerina fatto dall’interno da un ex-recluso del Cie di Torino, protagonista delle mobilitazioni dei prigionieri nell’inverno passato in corso Brunelleschi e adesso, oramai deportato, parte della folla che ogni giorno è scesa in strada nel nord dell’Algeria per una settimana intera:[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/algeria-sabato.mp3]Oggi, forse l’avete già ascoltato, un recluso di corso Brunelleschi che mentre ci parla dello sciopero della fame dentro al Centro ci parla anche del suo paese, delle lotte e della repressione bestiale di queste ore:[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/sciopero-della-fame-brunelleschi-13-febbraio.mp3]E poi un compagno cabilo, ex-dj della nostra radio, che racconta del movimento algerino e che ragiona intorno alle sommosse della settimana scorsa e alla grande insurrezione del 2001:[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/algeria-9-gennaio.mp3]E, per la serie “intifada ovunque”, scarica stampa e diffondi queste locandine in italiano [1] [2] e in arabo [3] [4].

Sciopero

Un’area intera del Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino è entrata in sciopero questa mattina. Si tratta di poco meno di trenta prigionieri, che hanno rifiutato il cibo questa mattina: solo due si sono tenuti da parte e si sono rifiutati di partecipare a colazione e qualcuno in più a pranzo. Le “rivendicazioni” sono le stesse che emergono ogni volta che emerge un movimento interno ai Centri, e riguardano le condizioni di vita: la qualità del cibo – che è pessimo come sempre -, l’assistenza sanitaria – l’unica cosa che abbonda, come sempre, sono gli psicofarmaci -, i rapporti con i funzionari dell’Ufficio immigrazione e questa volta anche gli apparecchi televisivi che mancano in alcune stanze. Anche quest’ultima non è proprio una novità: i più attenti tra i nostri lettori ricorderanno che uno dei passaggi dell’ondata di lotta dell’autunno del 2009, culminata con la demolizione di un muro dentro una sezione e di varie vetrate, era stato proprio una protesta per avere… i decoder. Sullo sfondo, la situazione in Maghreb e il pensiero ai parenti e agli amici rimasti là che lottano e subiscono la repressione in queste ore.

Ovviamente nessuno può prevedere se questo sussulto partito dall’area rossa del Centro avrà un seguito, come è successo alcune volte, o se si affloscerà su se stesso nel giro di qualche ora, come è successo molto più spesso. Ma ieri sera i prigionieri delle singole stanze della sezione si sono riuniti, si sono parlati per confrontare i propri problemi, e hanno deciso di iniziare ad affrontarli insieme. Sembra poca cosa, vista da fuori, ma chi conosce l’argomento sa che non è così.

Ascolta l’intervento dei prigionieri in lotta, trasmesso questa mattina da Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/sciopero-della-fame-brunelleschi-13-febbraio.mp3]

Aggiornamento ore 22.00. Ad ora di cena, lo sciopero è terminato.

Coro

10 gennaio. Grande coro di dissociazioni, critiche, preoccupazioni e condanne per le scritte comparse in giro per la città (sul portone della Cisl ma anche per la strada, sui cavalcavia e sulle sedi degli altri sindacati) contro Fiat, Marchionne e sindacati collaborazionisti: «La Fiat ricatta», «Marchionne infame» e «La Fiat strozza gli operai», se «Cisl ricatta… attacchiamo»…

Piccoli fuochi a Gradisca

«Stipendi che non arrivano e rivolte interne, continua a non esserci pace al Cie di Gradisca. La struttura ”paga” il conto salato della gestione del Cara: sarebbe questa la ragione della mancata erogazione degli stipendi agli operatori del centro. Non si è ancora sbloccata, la situazione denunciata dai dipendenti di Connecting People, il consorzio siciliano che gestisce i servizi interni alla struttura isontina per clandestini.
A tutt’oggi gli operatori non hanno ricevuto né l’ultima mensilità, né la tredicesima. E continuano a lavorare gratis in condizioni molto difficili. Solo nelle ultime ore è emersa la notizia che all’ex caserma Polonio il giorno di Capodanno si è verificata l’ennesima rivolta: protagonisti circa 20 immigrati nordafricani che avrebbero tentato di appiccare il fuoco a lenzuola e materassi nelle proprie celle. (more…)