5 dicembre. Mentre i Giovani Padani sono a scuola di politica nell’Hotel Ambasciatori di corso Vittorio Emanuele II 104, una cinquantina di persone si raduna fuori dall’albergo per contestare loro e il presidente regionale Roberto Cota. La maggior parte dei contestatori viene dal vicino Politecnico occupato, in corteo dietro lo striscione “Siamo tutti antileghisti”, e si ferma davanti all’albergo, presidiato in forze dalla polizia, bloccando parzialmente il traffico. (more…)
Sono ritornati nel Centro tre degli arrestati per la rivolta del 14 luglio, dopo l’udienza di questa settimana. Condannati a delle pene pesanti – vi daremo i dettagli non appena ne avremo di più precisi – sono stati “liberati” con la condizionale, mentre gli altri sono ancora in carcere. Come sapete, però, essere “liberati” vuole dire, tranne qualche rara eccezione, essere caricati su di una macchina della polizia giusto fuori dall’ufficio matricola del carcere, portati in Questura e poi di nuovo in corso Brunelleschi. Lì sono stati rinchiusi in una stanza tutta per loro, lontano dagli altri reclusi, e per di più al freddo.
Così ieri hanno protestato e uno di loro è stato portato fuori dalla stanza a forza di botte: ora non si hanno sue notizie precise, ma potrebbe essere in isolamento, se non arrestato nuovamente. Gli altri, per reazione, sono in sciopero della fame, e lasciano il cibo vicino alla porta. Le guardie continuano a non dare loro spiegazioni sul perché li tengano separati dagli altri, sul perché faccia tanto freddo, e su dove sia finito il loro compagno. Di più: continuano a provocarli, costringendoli a perquisizioni corporali “in pubblico”.
Ascolta il racconto di uno dei tre:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/pestaggi-in-corso-brunelleschi.mp3]
Per questa sera, alle 19,00, è stato indetto un saluto, per essere vicini ai rivoltosi di luglio e alla loro rabbia.
Aggiornamenti ore 21.00. Notizie, e non buone, del recluso pestato ieri: è già stato deportato. I suoi due compagni, intanto, proseguono lo sciopero della fame mentre oggi, in un’altra sezione, un altro prigioniero ha mangiato dei vetri ed è stato portato al Pronto Soccorso.
Aggiornamenti 6 dicembre. Per dare più forza alle proprie richieste Hassan, uno dei due reduci della rivolta di luglio ancora in “isolamento” in corso Brunelleschi, questa mattina ha ingerito dei pezzi di ferro. Oramai è al terzo giorno di sciopero della fame. Ascolta il suo intervento di questa mattina a Radio Blackout:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/hassan_6_dicembre.mp3]
Intorno alle due della notte scorsa, poi, una trentina di reclusi algerini sono stati spostati all’improvviso dalle proprie stanze verso l’isolamento. Da lì, qualche ora dopo, sono stati ripresi, fatti uscire dal Centro e imbarcati a Caselle su uno dei voli che di prima mattina collegano Torino con Roma. Da lì, l’aereo per l’Algeria. Tra gli espulsi parecchi ragazzi presi appena sbarcati in Sardegna che dell’Italia conoscono solo i Centri di detenzione, e pure il recluso che l’altro giorno aveva inghiottito dei vetri per protesta.
Il presidio per Joy, la discesa degli ultimi resistenti dalla torre di via Imbonati, lo spingi-spingi di fronte alla Questura alla ricerca di qualche notizia di Abdel. Ascolta il racconto di questa intensa giornata milanese nelle parole di una compagna di Noinonsiamcomplici:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/la-giornata-del-3-dicembre-a-milano.mp3]
E poi la voce di Joy, che ha approfittato dell’udienza preliminare contro Vittorio Addesso (il processo vero e proprio si aprirà, con rito abbreviato, il prossimo 2 di febbraio) per salutare e ringraziare i compagni che da un anno a questa parte si sono mobilitati intorno a lei, alla sua storia, e contro i Cie:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/i-saluti-di-joy_3-dicembre.mp3]
«Nella notte tra il primo e il 2 di dicembre, due veicoli della Croce Rossa di Parigi sono andati in fiamme in rue Desgoffe, nel sesto arrondissement. La Croce Rossa è presente in molti campi per stranieri e rifugiati, così come in diversi centri per senza-tetto, e credere di essere lì per “aiutare” la gente. Ma la Croce Rossa non fa che rinchiudere i poveri nella loro stessa miseria: è la garante umanitaria dello Stato e del capitale. Solidarietà con gli evasi e i rivoltosi del centro di detenzione di Vincennes.»
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Questo striscione è stato esposto a Roma, durante un volantinaggio davanti sede dell’Eni, in solidarietà con Joy e tutti coloro che si ribellano allo sfruttamento. E allora, di fronte ad uno striscione così bello, potete non leggere il testo del volantino che è stato distribuito?
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3 dicembre. In mattinata due cortei di centinaia di studenti delle scuole superiori bloccano di nuovo due importanti arterie a nord e a ovest di Torino. Il primo si è diretto lungo corso Giulio Cesare verso l’ingresso dell’autostrada per Milano, e da lì verso il centro. Il secondo ha percorso corso Francia, tra Collegno e l’imbocco della Tangenziale. Arrabbiati e gioiosi, insensibili alle parole dei leaderini, apparentemente disorganizzati e proprio per questo imprevedibili, mostrano a tutti quanto lottare sia in fondo un gioco da ragazzi.
Una buona notizia. Samir, l’ultimo dei senza-documenti finiti in corso Brunelleschi dopo essere stati rastrellati a Brescia all’alba dell’8 novembre scorso è stato liberato pochi minuti fa. Come ricorderete tutti gli altri suoi compagni di prigionia sono stati deportati dopo solo una settimana grazie alla smania bestiale di vendetta di un certo ministro degli Interni e al servilismo indegno di un certo governo nordafricano.
E ora una cattivissima notizia, da Milano. Questo pomeriggio anche gli ultimi due ragazzi che da quasi un mese erano asserragliati su di una ciminiera in via Imbonati a Milano sono scesi. Uno di loro accusava delle forte coliche renali e non ce la faceva più a resistere. La polizia l’ha dunque fatto scendere e portato in ospedale, al Niguarda. Lì, da quello che dicono, il medico aveva richiesto il suo ricovero perchè il ragazzo stava proprio male. Invece i solerti tutori dell’ordine, su ordine di Maroni e del suo prode sciacallo De Corato, non ritengono opportuno lasciare troppo tempo il giovane in ospedale, col rischio che qualche medico sovversivo decida di dimetterlo senza averli prima consultati, come era successo qualche giorno prima con l’altro ragazzo. Così forzano le dimissioni e se lo portano via.
I compagni e gli immigrati che erano in presidio sotto la torre alla notizia partono in corteo non autorizzato verso la Questura centrale di Milano. All’inizio la polizia dice di non sapere niente, poi ammettono di avere il ragazzo nei loro locali. Si forma un presidio di una sessantina di persone davanti allla questura. Arrivano camionette di celere che spingono i compagni in malo modo sul marciapiede, dividendoli in due gruppi. A quel punto però sembra certa la notizia che il ragazzo sia già stato portato al Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli.
Aggiornamento 3 dicembre. L’udienza di convalida del trattenimento nel Cie di Abdel si terrà alle 11 di questa mattina. Nello stesso momento, i solidali saranno impegnati in un presidio di fronte al Consolato del Marocco. Sabato, invece, ci sarà un corteo.
Ascolta il racconto della discesa dalla torre trasmesso da Radio Blackout:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/elena-su-discesa-dalla-torre.mp3]
Aggiornamento 3 dicembre, ore 13. In un’aula blindatissima, tra agenti della Digos, polizia e carabinieri, il Giudice di Pace di Milano ha convalidato il trattenimento di Abdel.
Ascolta il commento dell’Avvocato Eugenio Losco:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/losco_su_abder_3_dicembre.mp3]
Aggiornamento 3 dicembre, ore 23,00. Subito dopo l’udienza con il Giudice di Pace, Abdel è stato trasferito al Cie di Modena, sempre scortatissimo, mentre il presidio previsto in mattinata di fronte al Consolato del Marocco si è trasformato in un incontro tra una delegazione di solidali e il Viceconsole. Per domani, sabato 4 dicembre, è previsto un corteo che partirà alle 14,30 da via Imbonati.
Leggi il comunicato del Comitato antirazzista milanese.
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L’altro giorno, ad inaugurare i 314 nuovi lampioni regalati da Maroni al Comune di Gradisca per illuminare i dintorni del Centro ed acciuffare prima gli evasi, non hanno partecipato soltanto il Sindaco, il Prefetto, l’Assessore regionale alla Sicurezza, il Questore, qualche pezzo grosso dei Carabinieri e della Finanza ed un paio di consiglieri regionali. La propria benedizione l’ha data pure il parroco del paese, don Maurizio Quaglizza, che ha trovato una bella citazione dalla Genesi per evocare “il significato profondo della luce nell’atto creativo di Dio” perché, pensate un po’, quei lampioni aiuterebbero a cogliere intorno alla questione “problematica” del Cie e del Cara una “storia di luce”. Un modo veloce ed improvvisato per impapocchiare gli astanti e tornarsene in sacrestia velocemente? – Del resto, qualsiasi sia il nastro da tagliare, accanto alle divise e alle fasce tricolori l’abito talare non può mai mancare e qualcosa si dovrà pur dire.
No, no, non è stato un semplice discorso di rito. Già, perché proprio l’Oratorio di Gradisca ha in cantiere (in collaborazione con il Collegio del mondo unito dell’Adriatico di Duino, con l’Associazione La tenda per la pace e per i diritti e finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia) un bel progetto di “integrazione momentanea” dei richiedenti asilo chiusi nel Cara. In questo modo i profughi gestiti da Connecting People potranno recitare il Rosario in compagnia nell’attesa di essere regolarizzati e liberati oppure semplicemente trasferiti nell’attiguo Cie per essere espulsi. A detta della parrocchia, questo progetto, rappresenterebbe, sentite un po’, “una vera luce che si è visto non solo squarciare il buio, ma riscaldare i cuori”. A noi, invece, sembra semplicemente illuminare il collaborazionismo osceno della Chiesa con la macchina delle espulsioni.
Intanto, il recluso che si aveva tentato il suicidio lunedì è stato ricucito alla buona e trasportato nuovamente dentro alle gabbie del Centro, dove continua il suo sciopero della fame e della sete. I ragazzi che si erano cuciti le labbra la settimana scorsa, invece, sono stati convinti a farsi scucire e sono ancora prigionieri – fuorché due, che come ricorderete sono stati già deportati.
A Milano da oltre tre settimane alcuni immigrati sono sulla torre di via Imbonati per sostenere la lotta delle/dei sans-papier.
In quella stessa città il 2 dicembre alle 12 si terrà l’udienza preliminare del processo per violenza sessuale che vede come imputato un ispettore capo del Centro di identificazione ed espulsione, Vittorio Addesso. Questo poliziotto nell’agosto del 2009 ha cercato di violentare una giovane nigeriana, Joy, rinchiusa nel Cie di Milano, per poi diventare, per vendetta, il suo principale accusatore nel processo contro la rivolta che si accese in quello stesso lager due settimane più tardi.
Non si tratta di due fatti separati.
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30 Novembre. Non è stata per nulla la solita sfilata per le vie del centro: alcune migliaia di studenti – medi e universitari – hanno letteralmente scorrazzato in lungo e in largo per la città. Non il solito corteo, appunto, ma quattro o cinque grupponi con uno scopo solo e ben preciso: bloccare tutto. (more…)