Tigri di carta

30 novembre. Dalle 8 di lunedì sera fino alle 8 di martedì mattina, dodici ore passate nella Questura di Torino rischiando di essere espulso dall’Italia, e senza neanche passare dal Cie. (more…)

Tanto di cappello

29 novembre. Una decina di compagni si ritrova per farsi un giro a San Salvario, attacchinando manifesti in solidarietà con Joy e facendo qualche scritta sui muri contro Cie e polizia. (more…)

Istanti rubati

Torino. Due istanti di vita quotidiana al Cie di corso Brunelleschi: chi è costretto a dormire per terra su un letto di cartone, di fianco ai resti del pasto; chi sta male ed è costretto ad alzare la voce e farsi sentire da tutti per chiamare un dottore che non arriva mai. Abbiamo sicuramente visto e sentito ben di peggio, senza dubbio; la cosa terribile è che questi istanti sono una normalità lunga mesi interi.

E dietro, fuori campo, c’è chi pensa che questi istanti rubati debbano essere spediti al di là del muro.

Al Cie di Torino si dorme per terra

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/cie-torino-donna.mp3]

Le urla di chi chiede inutilmente di essere curato sono un sottofondo continuo della vita del Cie di corso Brunelleschi. Solo questa sera, per farvi un esempio, in una delle sezioni maschili un malato di asma che aveva finito i farmaci ha dovuto aspettare un’ora prima che il dottore si degnasse di riceverlo e visitarlo, e solo grazie ai suoi compagni, che hanno dovuto litigare rumorosamente con i soldati.

 

Gradisca d’Isonzo. Proprio mentre l’assessore regionale alla Polizia locale e alla Sicurezza, la leghista Federica Seganti, stava inaugurando i nuovi lampioni istallati con i soldi del ministero dell’Interno per far luce intorno al Cie di Gradisca, dentro al Centro un recluso si è tagliato le vene. Da cinque giorni era in sciopero della fame ignorato dal personale sanitario del Centro, e pure quando ha cominciato ad urlare pieno di sangue i soccorsi si sono fatti attendere: quando alla fine si sono accorti di lui, gli operatori di Connecting People l’hanno fatto portare via in tutta fretta. Ora è all’ospedale di Gorizia, in gravi condizioni. All’interno del Centro, anche altri reclusi stanno portando avanti uno sciopero della fame: ma non sappiamo quanti siano, e da quanti giorni non mangino.

Milano-Torino, sola andata

Un brutto arrivo a Torino, per gli “algerini” trasferiti giovedì da via Corelli. Li abbiamo sentiti ieri sera, e non sono affatto contenti. I motivi del loro trasferimento di massa non sono chiarissimi, sta il fatto che se a Milano erano riusciti a rifiutarsi di vedere il console algerino qui a Torino sono stati costretti con la forza. In più, a quanto testimoniano, l’aria che si respira a Torino è molto più pesante: i crocerossini sono ancora più lenti nelle cure, le guardie sono più bastarde, le pressioni che fanno i reclusi per ottenere gli oggetti per la sopravvivenza quotidiana (coperte, dentrificio, ecc.) vengono tendenzialmente ignorate. Sta di fatto che, solo nel loro gruppo, venerdì un ragazzo ha tentato di impiccarsi dopo aver saputo della morte della madre, e sabato due altri ragazzi si sono tagliati pesantemente. Tra di loro una buona ventina sono “harragas” sbarcati in Sardegna da Annaba, ma oramai non c’è più nessuno di quelli che hanno partecipato alla rivolta che ha fatto chiudere il Cpa di Elmas. Loro, i presunti rivoltosi, sono stati tutti rimpatriati.

Ascolta la testimonianza da corso Brunelleschi:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/algerini-a-torino.mp3]

E poi una buona notizia. Bilal, il recluso arrestato ad agosto con l’accusa di aver rotto un dente ad un agente di guardia al Cie, è stato scarcerato. Contrariamente a quanto succede abitualmente, uscito dalla matricola delle Vallette, non ha trovato ad attenderlo la solita macchina della Questura che porta i senza-documenti scarcerati in corso Brunelleschi. Quindi è libero, con un ordine di espulsione in mano ma libero. Gli auguriamo buon viaggio.

La vita a Vincennes

Dopo l’evasione e la rivolta del fine settimana scorso, la testimonianza di un recluso del padiglione 1 del Centro per senza-documenti di Vincennes, a Parigi.

quando vincennes non brucia«Questo weekend, tre persone hanno cercato di evadere. Ce n’è uno che si è fatto prendere. E gli sbirri l’hanno massacrato. Sono scappati perché avevano il volo il giorno dopo e sono persone che non hanno più nessuno al loro paese. Hanno perso i contatti con le loro famiglie. Non hanno proprio voglia di rientrare, davvero. È per questo che lo hanno fatto. E poi, il cibo, qui, è della merda, è sporco, è veramente una merda. È davvero dura.

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Una settimana a Milano

Domenica 28 novembre – ore 15.00
Saluto sotto il Cie di via Corelli
in solidarietà con le lotte dei detenuti

Martedì 30 novembre – ore 15.30
Presidio alla Croce Rossa
in via Marcello Pucci, 7 (una traversa di c.so Sempione)

Mercoledì 1 dicembre – ore 11.00
Presidio all’ufficio dei Giudici di Pace

in via Francesco Sforza 23

Giovedì 2 dicembre – ore 11.30
Presidio davanti al Tribunale
corso di P.ta Vittoria angolo via Freguglia
in solidarietà a Joy, che ha denunciato il tentato stupro nel Cie di Corelli
da parte dell’ispettore capo Vittorio Addesso

Sabato 4 dicembre
Mobilitazione contro i Cie a sorpresa…

Altre informazioni sono disponibili sul sito di Noinonsiamocomplici

Mai più schiavi, mai più schiave…

domande e risposte

«[…] Da una parte i padroni che in tutto il mondo e in tutti i modi sfruttano, violentano, escludono ed umiliano. E noi tutti dall’altra: sappiamo che ci vogliono schiavi ma stiamo imparando a dire basta.»

Qui di seguito, il testo completo di uno dei volantini che un gruppo di compagni distribuirà alla manifestazione del 27 novembre.

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Ancora un incendio a Bari

«Continua il momento di alta tensione tra i reclusi del Centro di Identificazione ed Espulsione (Cie) di Bari. Ieri pomeriggio, Vigili del Fuoco e Polizia sono intervenuti per il principio d’incendio sviluppatosi all’interno di uno dei “moduli abitativi”. Le fiamme sono state domate e non si sono riscontrati feriti tra i presenti. Gli autori del gesto, quattro cittadini tunisini, sono stati tratti in arresto.
Un episodio analogo, più grave per dimensioni e partecipazione, è avvenuto una settimana fa. Per mettere in atto un tentativo di fuga, una dozzina di ospiti del centro ha incendiato materassi e distrutto suppellettili, prima di essere allontanati dalle forze dell’ordine. In quella circostanza, i dodici responsabili individuati erano di nazionalità marocchina e tunisina.»

da Barilive.it