Venerdì 16 luglio, alle ore 18.00, presidio di fronte alla sede della Croce Rossa Italiana di via Bologna, per riconsegnare ai crocerossini l’etichetta del farmaco per l’asma che stavano somministrando dentro al Cie di corso Brunelleschi nonostante fosse scaduto da due anni. Partecipate numerosi e rumorosi.
Una serata di casino dentro al Cie “Serraino Vulpitta” di Trapani, scoppiata appena è corsa la voce del “telegramma urgentissimo” del Viminale che annunciava ai Questori e ai gestori dei Centri l’inizio della deportazione di massa dei tunisini e degli algerini rinchiusi nei Campi di tutta Italia. Dopo un bel po’ di confusione, e una volta accertatisi della notizia, i reclusi hanno rifiutato il pasto e la polizia è dovuta entrare con i manganelli dentro alle gabbie per costringerli a mangiare. Ora tutto è tornato alla calma, ma siamo abbastanza certi che questa ulteriore e arrogante dichiarazione di guerra del Viminale troverà altre opposizioni.
Ascolta un’intervista con un recluso nel Cie di Trapani
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/intervista_trapani_12luglio2010.mp3]
In seguito alla rivolta avvenuta nella notte tra il 3 ed il 4 giugno scorso all’interno del Cie di Ponte Galeria, 8 reclusi, accusati di esserne stati gli istigatori, sono stati arrestati e si trovano attualmente sotto processo con l’accusa di resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento. Il 22 luglio prossimo, mentre in Tribunale si terrà la seconda udienza del procedimento, ci sarà un presidio in loro solidarietà. L’appuntamento è per le 10 del mattino in Piazzale Clodio. Di seguito l’appello che lancia la giornata.
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Vi appiccichiamo qua sotto uno dei testi che ci sono capitati nelle mani durante la mobilitazione contro il Cie del 10 di luglio a Torino. Distribuito a mano ed appiccicato sui muri, il tentativo di alcuni antirazzisti fuori dal tempo di spiegare un po’ a tutti – ma in particolar modo alla gente del quartiere e ai “vicini di casa” del Centro – il perché di una ostilità tenace e rumorosa che non vuole proprio chinare la testa.
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Roma, 12 luglio 2010 – E’ stato rinnovato oggi alla sede della Regione Lazio il protocollo d’intesa, approvato con una delibera del primo giugno, che garantisce agli stranieri del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria l’assistenza sanitaria. A firmare il documento la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ed il garante regionale dei detenuti, Angiolo Marroni.
“Questo protocollo – ha spiegato Polverini – fa parte dei miei doveri e rinnova un clima di collaborazione tra le istituzioni perché si possa fare di più in termini di accoglienza per persone che a volte scappano solo dalla loro miseria. Il protocollo prevede interventi per migliorare le condizioni di vita degli ospiti e, attraverso convezioni con l’Asl di Roma D, attivare percorsi di prevenzione, diagnosi e cura. Si potrà ottenere nel più breve tempo possibile la documentazione clinica per assicurare la continuità assistenziale, si struttureranno rapporti istituzionali per consentire il rilascio dei tesserini sanitari per l’accesso ai sevizi, ci sarà l’organizzazione per l’accesso all’assistenza specialistica con particolare riferimento ai Serp, ai dipartimenti di salute mentale e ai consultori, oltre all’agevolazione dei rapporti tra il Cie e lo Spallanzani per eventuali ricoveri ed assistenza specialistica”.
Il governatore del Lazio ha anche annunciato che alle 18 andrà a visitare il Cie di Ponte Galeria per verificare la situazione. “Se non c’è nulla da nascondere di solito i luoghi devono essere aperti: stasera alle 18:00 andrò a visitare il cie di Ponte Galeria personalmente”, ha detto Polverini
Fra le iniziative presentate oggi per migliorare le condizioni di vita nel centro di Ponte Galeria anche il finanziato di un campetto di calcio. “Sta per partire – ha aggiunto Polverini – la costruzione di un campetto di calcio che sarà finanziato dalla Regione. Credo che si possa poi proseguire anche lavorando per dare un luogo di culto, di preghiera, intrattenimento”.
“Le persone nel Cie, che non sono detenuti – ha spiegato Marroni – vivono una condizione molto pesante perché la struttura fu costruita a suo tempo con caratteristiche difficili da sopportare per viverci, anche per sei mesi. Se mi chiedessero di scegliere tra carcere e Cie sceglierei il carcere”. “Secondo quanto riferito dal direttore della cooperativa che gestisce i servizi interni alla struttura di Ponte Galeria, Giuseppe Di Sangiuliano, in estate saranno avviati anche dei lavori per la messa in sicurezza del Cie. Per gli ospiti della struttura già sono operative alcune attività, come quelle di arte terapia, corsi di italiano e per le donne anche corsi di danza.
(la Repubblica)
«Da lunedì 12 luglio si procederà ai rimpatri di massa di immigrati clandestini tunisini e algerini. Lo dispone un telegramma urgentissimo della Direzione centrale dell’immigrazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza dopo l’accordo Viminale-Tunisia e Algeria. I rimpatri avranno cadenza giornaliera fino a esaurimento delle persone raggiunte da espulsione che si trovano nei Cie. L’organizzazione delle scorte sarà affidata ai questori.»
da Tgcom
Se i muri dei Cie ti sembrano troppo alti e non sai bene da che parte cominciare per dare il tuo contributo a far frizione e a rallentare la macchina delle espulsioni, dai una occhiata a queste locandine: intorno ai Centri ruota un mondo di affari e di affaristi che è sempre alla portata delle nostre mani.

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Ricordate quando vi dicevamo che dentro ai Centri la Croce Rossa è talmente indaffarata a tenere chiusi a chiave i prigionieri, a lucrare sui subappalti, a gestire la vita e i ritmi delle gabbie da non aver più tempo per il servizio di infermeria? Ebbene, guardate un po’ cosa ci è piovuto dal cielo ieri pomeriggio, durante un fittissimo scambio di palline da tennis farcite di messaggi tra i reclusi e un gruppone di partecipanti alla giornata contro al Cie del 10 luglio:

Sì, avete letto bene. Ad un recluso ammalato d’asma Baldacci e la sua banda stanno somministrando un farmaco scaduto da più di due anni. I nostri lettori abituali certo non si stupiranno, perché questa non è una roba eccezionale od isolata dentro ai Centri, e non ce ne stupiamo noi. Ci stupiremmo anzi se i crocerossini di guardia in corso Brunelleschi ce ne dessero per una volta una qualche spiegazione plausibile, e siamo abbastanza sicuri che faranno scena muta come al solito: loro hanno le spalle ben coperte e si possono permettere di fare un po’ quello che vogliono. Del resto, sono più due anni che ci debbono spiegare come è morto, esattamente, Hassan.
Qui sotto, alcuni degli altri messaggi arrivati durante l’iniziativa.
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«Giovedì 15 luglio a L38 Squat, dalle ore 20.00 cena e dalle 21.00 incontro sui percorsi di lotta contro la macchina delle deportazioni: un momento di confronto, di condivisione e di riflessione tra chi lotta contro i CIE e il sistema che li produce e un compagno di Stop-deportation (Londra). (more…)

Ieri mattina, dentro al Cie di Gradisca di Isonzo, un recluso si è provocato diverse ferite all’addome per protestare contro le drammatiche condizioni di vita all’interno di quel Centro. Per gli stessi motivi gli altri reclusi hanno rifiutato il cibo. I prigionieri hanno scelto di far circolare le immagini di questa loro protesta, e noi ve le riproponiamo.
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