Inaugurando una Nuvola
Si presenta così, agli occhi dei passanti, la blindata operazione di inaugurazione del nuovo Centro Direzionale Lavazza che durerà fino a sabato 14 aprile.
via Parma angolo via Bologna
Si presenta così, agli occhi dei passanti, la blindata operazione di inaugurazione del nuovo Centro Direzionale Lavazza che durerà fino a sabato 14 aprile.
via Parma angolo via Bologna
Un coordinamento di prigionieri in lotta durante la transizione dal franchismo al regime democratico, questa è stata la Copel. Una lotta portata avanti con scioperi della fame, occupazione e distruzione di interi bracci delle prigioni, occupazioni collettive dei tetti. e sostenuta fortemente all’esterno da familiari, comitati di quartiere e solidali.
Sabato 14 aprile, all’Asilo occupato di via Alessandria 12, a partire dalle 18 ne ripercorreremo la storia attraverso la proiezione di un documentario e chiacchierandone con chi ha partecipato a quella stagione di lotta nelle carceri spagnole.
Se nel frattempo volete saperne di più, potete dare un’occhiata a quest’articolo pubblicato qualche anno fa sul numero 15 del mensile anarchico Invece.
Per scaricare e diffondere la locandina dell’iniziativa potete invece cliccare qui
8 aprile. Dopo aver comprato una casa all’asta in via Salassa, Barriera di Milano, ha sorpreso al suo interno una coppia di nigeriani che stava vivendo nell’appartamento vuoto sotto sigilli. La coppia presa alla sprovvista è dovuta scappare lasciando lì ogni effetto personale, salvo poi ritornare per recuperare il tutto. Essendo nel frattempo sopraggiunta la polizia l’uomo occupante è stato identificato e arrestato per via di una condanna definitiva in via di esecuzione.
8 aprile. Ecco il primo bilancio dopo tre mesi di controlli ad alto impatto disposti dal questore Messina nei quartieri della città considerati più critici: 62 arresti, 65 espulsioni, 90 kg di stupefacenti sequestrati e 220.000 euro di multe comminate a minimarket, sale slot e bar. Molti di questi ultimi vengono considerati basi di spaccio, con sotterranei per far scappare chi vende in caso di retate, come sostengono di aver rinvenuto gli agenti in un locale su Lungo Dora Napoli. Rispetto ai primi tre mesi dell’anno passato gli arresti sono aumentati del 40% e le denunce del 19%, a fronte di un aumento dell’8% dei controlli ad alto impatto. Merito di questi primi dati anche l’aumento del 25% del numero di volanti per presidiare i quartieri.
8 aprile. Sei arresti nel quartiere Aurora solo nelle ultime 48 ore, di cui due negli ormai famigerati e noti giardinetti di zona. Si alza così il sipario su quella che dovrebbe essere una semplice festa di quartiere ai giardini Alimonda, con l’esibizione del gruppo storico piemontese “La Contessa ’d Mirafiur e ’l so séguit”. A dire il vero per chi si avvicina da una delle tante vie laterali più che una festa sembra una parata militare: quattro camionette della polizia e decine di agenti antisommossa presidiano gli angoli di quel lembo di terra. Neanche a dirlo il solito mantra ripetuto da organizzatori e dirigenti delle forze dell’ordine è il contrasto al degrado, allo spaccio e sopratutto riempire le strade di “blu” per aumentare la percezione di sicurezza. A prendere parola anche Vittoriano Taus, che con il suo Revenge Pub di via Cuneo ospita l’associazione Arqa per la riqualificazione di Aurora. Infine il presidente della Circoscrizione 7 Luca Deri conclude sottolineando come per sradicare lo spacio in zona ed evitare che si sposti in altre parti occorre portare avanti il progetto di ristrutturazione delle ex OGM: “Da lì è iniziata la lenta fine ed è da lì che bisogna costruire la rinascita”.
Nonostante il solerte lavoro di Atc e vigili del Nucleo case popolari, c’è ancora qualcuno, tra gli occupanti delle case dell’edilizia residenziale pubblica torinese, che riesce a sfuggire alle maglie dei controlli e a evitare di essere identificato e quindi denunciato.
Ma gli ordini che i civich torinesi ricevono devono essere particolarmente perentori, vista la cocciutaggine con cui da diverse settimane stanno puntando un appartamento tra i palazzi di via Cuneo per capire da chi sia occupato, cercando di strappare informazioni utili persino ai vicini incontrati sulle scale.
La donna che lì vive è particolarmente decisa a non farsi identificare; teme che una denuncia possa creare qualche intoppo nello svolgersi lento della burocrazia amministrativa che deve elargire servizi e documenti. E in effetti almeno fino a ora era riuscita a evitare l’incontro con i tristi burocrati di Atc e i loro poliziotti. Fino a quando, l’altro ieri, non ha prestato troppa attenzione, mentre saliva le scale, a tre tizi che, una volta aperta la porta, le sono sgusciati in casa palesandosi per quello che erano.
Nonostante i tre abbiano messo la donna alle strette, per costringerla a fornire i nominativi degli abitanti dell’alloggio, l’occupante ha trovato la forza di resistere e telefonare a qualche conoscente e solidale per farsi aiutare ad affrontare gli sgraditi ospiti.
Dopo un po’ qualcuno arriva a dar man forte alla donna e dopo una mezz’ora i tre hanno desistito, dando alla signora un appuntamento per il giorno seguente a cui ovviamente lei non si è presentata. Prima di andarsene, furtivamente come sono entrati, i tre hanno pensato bene di mettersi in tasca un mazzo di chiavi che hanno trovato vicino alla porta, pensando bene di poter così rientrare facilmente nell’alloggio.
Per tirare un attimo le fila di questa storia, oltre alla determinazione messa in campo dalla signora, a risaltare è il luogo dell’appuntamento a cui l’occupante è stata invitata per essere identificata e denunciata, via Corte d’Appello 10.
Proprio tra quei corridoi ha sede il nucleo dei vigili addetti a queste mansioni, che tra l’altro neanche una settimana fa si lamentavano in Sala Rossa delle troppe responsabilità affibbiate loro, con l’intento neanche troppo velato di ottenere un aumento dell’organico. E non è certo casuale che al numero 10 di questa via abbia sede l’ufficio sgomberi della Polizia Municipale quello predisposto a organizzare ed eseguire lo svuotamento degli alloggi occupati.
Il posto giusto dove andare a far sentire la propria voce insomma, come è accaduto alcuni giorni fa quando, per rispondere al tentato sgombero di un’altra occupante di un alloggio popolare, alcuni occupanti e solidali hanno deciso di fare un po’ di casino lungo quei corridoi, così da far capire a mandanti ed esecutori che dovranno sempre fare i conti con chi lotta.
6 aprile. Controllati 4 bar e 40 persone, durante la sessione “ad alto impatto” portata a termine dal Comando Carabinieri Oltre Dora. Un’operazione che si è svolta tra il Ponte Mosca, su corso Giulio Cesare, c.so Emilia, via Lega e i giardini Madre Teresa di Calcutta, e che ha portato all’arresto di sei persone per spaccio di droga, una per rapina e altri due denunciati per possesso di stupefacenti.
5 aprile. Mentre la Regione studia il venturo sistema unico di prenotazione visite (CUP), fatto di call center, prenotazioni online e pure una applicazione per smartphone, continuano le liste di attesa infinite ed estenuanti. Sei mesi al Giovanni Bosco per una colonscopia e un pap test fissato ad ottobre 2019 al Sant’anna, sono due casi riportati in un articolo de La Stampa che fanno sembrare un lusso quel 28 agosto sempre per una colonscopia, al Maria Vittoria, ottenuto da un’altra signora intervistata. Alla faccia dei tempi medi di attesa per il medesimo esame registrati dall’Asl di Torino a tutto il 2017, che si attesterebbero a 62 giorni. Tuttavia per chi può permetterselo si può sempre prenotare una visita inframuraria: ad esempio, al Gradenigo, pagando 250 euro la colonscopia viene magicamente anticipata a pochi giorni di distanza.
4 aprile. Sono passati appena sei mesi dal rientro sul posto di lavoro dopo la pausa per maternità, che una collega le comunica l’imminente licenziamento. È il caso di una donna di 31 anni dipendente della A.Constantino & C di Favria, azienda specializzata nella lavorazione di proteine per la farmaceutica e la cosmesi. Già al suo rientro la donna non aveva più svolto le vecchie mansioni e non ha mai ricevuto alcun segnale che aprisse a un possibile ricollocamento all’interno dell’azienda, che di contro giustifica il singolo taglio di personale appellandosi al “calo del fatturato”. I colleghi in mattinata hanno deciso di scioperare come gesto di solidarietà, già avvezzi alle proteste visto che l’estate scorsa, dopo la comunicazine di possibili esuberi, una quarantina di dipendenti aveva improvvisato un presidio davanti ai cancelli della ditta.