I conti del Salone

4 aprile. È un gioco di scatole cinesi quello che caratterizza la gestione dei grandi eventi su cui si basa una buona fetta dell’industria culturale della città di Torino, di sicuro però se c’è da rimetterci in primis sono sempre i lavoratori. È il caso della Fondazione del Libro che, dopo la mancata ricapitalizzazione e la pietra tombale sulla gestione dell’omonimo Salone Internazionale, si ritrova con 3 milioni di debiti da coprire. Tra questi non solo sei mesi di stipendio per i 12 dipendenti diretti della Fondazione, ma anche i compensi per i sevizi offerti dalle società in subappalto (tra cui Gl Events e Ventana Group) che, sarebbe interessante capirlo, nell’attesa potrebebro anche aver lasciato a stecchetto i corrispettivi lavoratori che hanno operato all’ultimo Salone del Libro.

In via Corte d’Appello 10

 

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Dopo il tentativo di sgombero low cost di un appartamento Atc qualche giorno fa, oggi gli occupanti delle case popolari di via Cuneo e via Aosta, insieme ad alcuni solidali, hanno deciso di far visita a una delle tante palazzine comunali che ospitano uffici legati all’edilizia pubblica.

Il luogo prescelto è in via Corte d’Appello 10, a pochi passi da Palazzo di Città, un edificio al cui interno lavora il Nucleo Edilizia Abitativa e Assistenza della Polizia Municipale, quella parte cioè dei civich che tra le altre si occupa di controllare i requisiti di chi richiede un alloggio popolare e di identificare chi non attende l’esito delle graduatorie ed entra abusivamente nelle case Atc. Ed è proprio davanti agli uffici della Municipale che si dirige inizialmente il gruppo di contestatori: si srotola uno striscione e si inizia a far rumore con pentole e coperchi portati da casa e urlando slogan contro l’Atc.

Gli uscieri chiudono le porte dell’edificio impedendo così al pubblico di accedervi, e dopo un po’ non sembra quindi avere più molto senso far casino in un atrio ormai vuoto con i soli impiegati degli uffici presenti. La protesta si sposta quindi ai piani alti con occupanti e solidali che si danno una mano per portare i passeggini lungo le rampe di scale. Al primo piano si ripete quanto accaduto al pianterreno, pentole, coperchi e urla fanno da rumoroso sottofondo ai blandi tentativi degli impiegati di convincere gli occupanti che loro non centrano nulla con quanto accaduto, invitandoli al contempo a rivolgersi agli assistenti sociali. Nel frattempo, chi è rimasto fuori dall’edificio a volantinare ha modo di incontrare diverse persone recatesi al numero 10 perché assillate dal problema della casa. Persone diverse ma con storie molto simili in cui la minaccia di uno sfratto si intreccia alla snervante attesa di salire nella graduatoria per ottenere un alloggio Atc. A tutti si parla della resistenza contro gli sfratti e delle occupazioni degli alloggi popolari e ci si dà appuntamento ai picchetti e alle assemblee dei prossimi giorni.

L’iniziativa termina con la promessa di tornare a disturbare la tranquillità di questi uffici ogni qualvolta l’Atc deciderà di disturbare la tranquillità abitativa degli occupanti.

Chi vuole, può leggere qui il testo del volantino distribuito in mattinata.

Mediatori culturali a Oulx

28 marzo. Prevista l’apertura di un nuovo presidio mobile a Oulx, sul modello di quello già esistente a Bardonecchia, concordato tra Prefettura e Sindaco. L’idea è quella di accolgiere i migranti diretti verso la frontiera e, tramite l’aiuto di mediatori culturali, dissuaderli dall’intraprendere la via dei sentieri verso la Francia.

Arca Technologies: – 103

27 marzo. Bloccata per un’ora la statale 228, tra gli stabilimenti di Ivrea e Bollengo, da parte dei lavoratori dell’Arca Technologies di proprietà statunitense, in segno di protesta contro i 103 licenziamenti previsti (su 289 assunti). I lavoratori hanno anche deciso di scioperare fino alle 12.30. Entro 76 giorni si sapranno i nomi dei malcapitatai.

Partenza Porta Nuova

27 marzo. Cosa ci fanno una dozzina di volanti ferme all’ora di pranzo davanti a Porta Nuova? Si preparano per l’ennesima retata in grande stile. Circa 90 agenti ingaggiati dal Commissariato Centro e dalla Polfer per controllare i negozi sotto i portici di San Salvario, l’atrio della stazione, giù giù fino ai binari, con tanto di unità cinofile. Nel pomeriggio si sono poi spostati su via Sacchi e corso Stati Uniti, fino alle porte di Crocetta. Con l’imbrunire, infine, i controlli sono giunti anche a nord, nell’ormai plurigettonato giardino di via Alimonda, in Aurora. Il bottino è di decine di fermi e 60.000 euro di multe spiccatte nel quadrilatero attorno alla stazione.

Da zero a cento

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Il blocco del servizio di martedì scorso dei riders Deliveroo sembra aver ricalcato le mosse degli scioperi precedenti seppur, stando alle parole di alcuni fattorini, con una partecipazione di colleghi e solidali leggermente più allargata.

Circa una decina di lavoratori, quasi la totalità dei fattorini in turno per quella sera, e altrettanti supporters si sono riversati a piccoli gruppi per le vie del centro città, pedalando al ritmo della pioggia battente. Obiettivo non solo rifiutare gli ordini in arrivo ma recarsi nei vari ristoranti per intercettare altri colleghi, ignari dell’iniziativa o semplicemente crumiri, nel tentativo di convincerli ad aderire o quantomeno impedirgli di nuocere.

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Occupata chiesa a Claviere

24 marzo. Occupata la chiesa di Claviere dai partecipanti alla rete Briser le Frontièrs  con l’obiettivo di “provare ad organizzarci insieme a chi le frontiere le subisce sulla propria pelle.”

Destinity

23 marzo. Resa pubblica la notizia della morte di Destinity, ricoverata da più di un mese all’ospedale Sant’Anna, dopo che nel tentativo di oltrepassare la forntiera per raggiungere sua sorella in Francia era stata rispedita indietro dalla gendarmeria, depositata col marito davanti alla stazione di Bardonecchia. Entrambi nigeriani e richiedenti asilo, avevano deciso di spostarsi dopo che lui aveva perso il lavoro trovato in Italia. In quella giornata al Colle della Scala a nulla era valso il fatto di essere incinta e di essere gravemente malata a causa di un linfoma al petto. È deceduta giovedì scorso, subito dopo essere riuscita a mettere al mondo il bambino che aveva in pancia.

Maestre in strada

23 marzo. Tornano a manifestare le maestre della scuola primaria, diplomate alle Magistrali, colpite dalla sentenza del Consiglio di Stato che le estromette dalle graduatorie, inabilitandole all’insegnamento. In cento si sono mosse da via Verdi, dove aspettavano il parere definitivo dell’Avvocatura di Stato, poi rinviato, terminando il corteo all’ingresso di Palazzo Nuovo.